Casamonica: potere, sangue, ostentazione

di Valentina Stella Il Meridione 18 luglio 2018

Un gruppo strutturato, fortemente unito per i legami di sangue tra gli affiliati, ormai in grado di stabilire solide unioni con le famiglie più influenti della 'ndrangheta calabrese, come quelle di San Luca. Tra gli arrestati, infatti, c'è Domenico Strangio, un soggetto che appartiene a una 'ndrina calabrese proprio del paese di San Luca. Strangio, catturato ieri mattina a Roma, sarebbe un trait d'union tra il clan Casamonica e la criminalità organizzata autoctona di altri luoghi, che aveva dei collegamenti soprattutto in relazione all'approvvigionamento di sostanze stupefacenti, soprattutto la cocaina.  A fornire elementi utili alle indagini sono stati due collaboratori di giustizia, tra cui una donna interna alla famiglia Casamonica e un calabrese residente da anni a Roma, che per il gruppo avrebbe curato proprio gli interessi legati al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Con una “roccaforte” nella zona di Porta Furba, non lontano dall'inizio della via Appia Antica, e ramificazioni nelle periferie difficili del Tuscolano come Romanina e Tor Vergata e poi nel litorale di Ostia, i Casamonica sono una banda di difficile penetrazione per gli inquirenti vista anche la lingua che utilizza, un dialetto Sinti che non molti sono in grado di interpretare. È questo in parte il profilo del clan Casamonica. Un mix di interessi legali e illegali, un rigido controllo del territorio ispirato a modelli mafiosi, un'irresistibile tendenza all'ostentazione della propria influenza, se si pensa solo al funerale in stile ‘Padrino’. Secondo quanto riporta l’AGI il clan Casamonica conta un migliaio di “affiliati”e un patrimonio stimato dalla Dda in almeno 90 milioni di euro, con conti anche nel principato di Monaco, a dimostrazione di quanta strada abbia fatto questo gruppo di origine nomade, sinti stanziali originari dell'Abruzzo e del Molise, arrivati a Roma negli anni '70. L'ultima edizione del Rapporto "Le mafie nel Lazio", curato dall'Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, parla di "una galassia criminale complessa, composta dalle famiglie Casamonica, Di Silvio, Di Guglielmo, Di Rocco e Spada, Spinelli, tutte strettamente connesse fra loro sulla base di rapporti fra capostipiti, a loro volta sposati con appartenenti alle varie famiglie”. Una delle caratteristiche dei Casamonica - evidenziano i magistrati della Dna - è infatti che “quasi tutti i matrimoni avvengono all'interno del clan, determinando vincoli di parentela che accomunano, in linea materna o paterna, la quasi totalità dei nuclei familiari rendendo anche complessa l'identificazione dei singoli soggetti a cui vengono attribuiti nominativi sempre ricorrenti”.  I capisaldi tradizionali del clan sono i quartieri della periferia sud est della capitale (Romanina, Anagnina, Porta Furba e Tuscolano) con sconfinamenti sempre più frequenti alla Borghesiana e in località dei Castelli Romani, Ciampino, Albano, Marino e Bracciano. I Casamonica hanno solidi interessi in settori commerciali ed economici (edilizia, immobiliare, gestione di ristorazione e stabilimenti balneari, investimento di capitale in società) ma risultano anche coinvolti nel traffico di stupefacenti, nell'estorsione e nell'usura, con tassi di interesse fino al 300% e metodi di riscossione basati sull'intimidazione e la violenza. Ruoli di rilievo, ed è un inedito a certi livelli, lo ricoprono anche le donne, in particolare nella gestione delle piazze di spaccio. Fra processi, indagini e diverse sentenze i Casamonica sono sottoposti a un costante controllo degli investigatori, soprattutto nel loro feudo storico, la Romanina, ma il gruppo vanta contatti con sodalizi autoctoni – specie quelli del litorale romano, come i Fasciani, i Senese, gli Spada, i Di Silvio - e mafie tradizionali: si va dagli storici legami con cosche della 'ndrangheta agli affari condivisi con uomini della camorra, passando per la “triangolazione di affari su ristoranti e attività commerciali della capitale”. 

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