Ilva: è scontro tra Ministro Di Maio e Carlo Calenda

di Valentina Stella Il Meridione 22 luglio 2018

“Un pasticcio fatto dallo Stato giocando con la salute delle persone” sul quale “avviare un indagine” per capire “chi non ha sorvegliato”e “di chi sono le responsabilità specifiche”: così il Ministro dello Sviluppo Economico venerdì in una Aula quasi deserta della Camera aveva parlato dell’Ilva, all’indomani della lettera con cui l'Autorità Anticorruzione ha espresso un parere critico  sulla gara per l'aggiudicazione del gruppo siderurgico. Secondo il vice premier durante la procedura di gara per la cessione dell’acciaieria più grande ed inquinante d’Europa “le regole del gioco sono state cambiate in corsa” ed è “stato leso il principio di concorrenza e anche la qualità delle offerte proposte”. L’azienda era stata aggiudicata dalla cordata formata da Arcelor Mittal e Marcegaglia (Am Investco) che aveva superato l’offerta di Acciaitalia (Jindal, Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Del Vecchio). L'authority guidata da Raffaele Cantone, tuttavia, nella sua lettera ha precisato che la gara è valida e un eventuale stop alla procedura di cessione ad Arcelor Mittal può essere valutato soltanto dal governo nel caso in cui sussista, come prevede la legge, il “preminente interesse pubblico”all'annullamento. Soddisfatto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha ribadito il rapporto di fiducia con il nuovo Ministro dello Sviluppo economico "Mi auguro  che il ministro Di Maio prenda la decisione giusta per tutelare innanzitutto la salute dei miei concittadini e'' anche le esigenze produttive del Paese che ovviamente vanno tenute in grande attenzione". Dura la replica in video su Facebook  di Carlo Calenda, predecessore di Di Maio al Ministero di via veneto: sull’Ilva Luigi Di Maio “dice balle. La stessa Anac spiega che la gara è valida e non ci sono gli estremi per annullarla. L'unico modo per farlo è invocare l'interesse generale. Di Maio può farlo in qualsiasi momento, così come potevo farlo io. Certo, questo lo esporrebbe a delle conseguenze, compresa l'eventuale richiesta di risarcimento da parte della società vincitrice. Se Di Maio pensa che sia illegittima annulli la gara”.  Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina: “Bisogna dare una parola di certezza ai lavoratori, ai cittadini e alla città di Taranto. Il governo la smetta con la propaganda, spot, dichiarazioni che non si traducono in fatti. Ora devono prendere delle decisioni con serietà, devono dire chiaramente cosa vogliano fare per salvaguardare l'occupazione, la salute, il territorio”. Critiche arrivano anche da Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: “Abbiamo un terribile sospetto: che il ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, prendendo a pretesto la gara, voglia chiudere l'Ilva di Taranto, mandando per strada oltre 14mila famiglie e mettendo la parola fine ad uno degli asset industriali più importanti del nostro Paese”.

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