Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2020

La rabbia forzista: subito commissione di inchiesta

di Angela Stella Il Riformista 1 luglio 2020 Il giorno dopo lo scoop del nostro giornale sull' audio del magistrato Amedeo Franco , relatore in Cassazione nel processo Mediaset nel quale  Silvio Berlusconi   fu condannato nel 2013, non si sono lasciate attendere  numerose reazioni politiche, soprattutto del centro-destra; mentre gli unici a farsi sentire nella maggioranza del Conte bis sono stati quelli di Italia Viva. Forza Italia ha ovviamente intrapreso ieri un'iniziativa forte, chiedendo nel corso di una conferenza stampa al Senato l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare. "Chiediamo - ha affermato il vicepresidente del partito Antonio Tajani - che ci sia una commissione parlamentare di inchiesta per accertare tutte le disfunzioni del sistema giudiziario nel nostro Paese, compresa la vicenda che ha portato alla condanna di Berlusconi. Vorremmo sapere - ha continuato - chi è  che ha pilotato questa sentenza. Una sentenza che ha provocato dan

Mauro Palma: detenuti e migranti, basta leggi populiste

di Angela Stella Il Riformista 27 giugno 2020 Abbiamo ascoltato Mauro Palma, Presidente del Collegio del Garante nazionale delle persone private della libertà, a margine della presentazione della Relazione al Parlamento 2020. Dottor Palma uno dei punti evidenziati nella relazione è il concetto di 'speranza'. Quando tempo fa è uscito il libro " Il diritto alla speranza. L'ergastolo nel diritto penale costituzionale" di cui ho curato la prefazione, ho notato che la Cedu utilizzava l'espressione 'diritto alla speranza' a differenza delle nostre sentenze nazionali. Con soddisfazione in una recente sentenza della Cassazione ho trovato ribadito questo concetto: l'uomo non coincide con la fotografia del reato commesso, altrimenti la finalità costituzionale della pena che deve tendere alla rieducazione sociale del condannato   verrebbe meno. Mi collego a ciò che ha aggiunto dopo: 'Si va in carcere perché puniti e non per essere puniti'.

«Tra noi magistrati, pochi non hanno ottenuto benefici dal correntismo»

di Valentina Stella Il Dubbio 26 giugno 2020 Non usa mezzi termini per censurare alcuni comportamenti della magistratura e per criticare il suo attuale assetto ordinamentale. Giuseppe Cricenti, consigliere di Corte di Cassazione, commenta duramente le degenerazioni correntizie del CSM, anche alla luce dello scandalo Palamara. Dottor Cricenti si aspettava che lo scandalo delle correnti emergesse con tale gravità?   La realtà non è emersa nella sua vera gravità: si cerca di accreditare l’idea che si tratti di un fenomeno di malcostume di alcuni magistrati o di alcuni gruppi. Invece, è diffuso in tutta la magistratura e sono pochi quelli che possono dirsene esenti, o che nel corso della loro carriera non hanno tratto beneficio da un qualche accordo di corrente.   Come spesso accade in questi frangenti, allignano moralisti senza morale, che dopo avere partecipato al sistema se ne tirano fuori e additano gli altri. Secondo Lei le correnti andrebbero sciolte? Sono, in as

I penalisti bocciano la riforma Bonafede: grande ipocrisia

di Angela Stella Il Riformista 25 giugno 2020 "Non c'è voglia di riformare l'ordinamento giudiziario, nessuno vorrà mai toccare temi quali, ad esempio, il distacco dei magistrati nei ministeri, c'è una grande ipocrisia che stiamo cercando di raccontare": non fa giri di parole Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane, durante la conferenza stampa convocata ieri per presentare le proposte di riforma dell’ordinamento giudiziario e della magistratura a cura dell'UCPI, che saranno portate all'attenzione del Ministro Bonafede. Uno degli aspetti   evidenziati è che "il Ministero della Giustizia è fortemente influenzato dal CSM - e dalle correnti - dato che i suoi dirigenti sono tutti o quasi magistrati fuori ruolo. D’altra parte, lo stesso CSM è ormai da tempo controllato di fatto dalle correnti dell’ANM, cui in questi anni sono appartenuti tutti i componenti elettivi togati". L'articolato documento illustr

Alberto Stasi: non ho ucciso io Chiara Poggi

di Angela Di Primio Il Riformista 24 giugno 2020 Nuova richiesta di revisione del processo da parte di Alberto Stasi: lo ha reso noto ieri il suo nuovo legale Laura Panciroli, chiamata ad assisterlo dallo scorso dicembre "per una completa rilettura della complessa vicenda processuale, finalizzata alla sua revisione". Per l'avvocato Panciroli nuovi elementi escluderebbero definitivamente la colpevolezza di Stasi che è rinchiuso nel carcere di Bollate dal 12 dicembre 2015, dove si andò a costituire spontaneamente dopo che la Quinta Sezione della Corte di Cassazione lo aveva condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l'omicidio volontario della sua fidanzata Chiara Poggi, con l'esclusione dell'aggravante della crudeltà e della premeditazione. "Sono stati individuati e sottoposti al vaglio della competente Corte di Appello di Brescia elementi nuovi - sostiene la Panciroli -  mai valutati prima, in grado di escludere, una volta per tutte, la

Alberto Stasi chiede la revisione della sentenza

di Valentina Stella Il Dubbio 24 giugno 2020 È stata depositata ieri una articolata richiesta di revisione della sentenza che ha condannato nel 2016 a 16 anni di reclusione Alberto Stasi per la tragica morte della sua fidanzata Chiara Poggi. Lo ha annunciato l'avvocata Laura Panciroli, nominata dalla famiglia del ragazzo nel dicembre scorso proprio ' per una completa rilettura della complessa vicenda processuale, finalizzata alla sua revisione'. La ragazza fu assassinata a colpi di un oggetto contundente mai identificato nella villetta di famiglia a Garlasco, lunedì 13 agosto 2007. Secondo gli inquirenti la vittima conosceva l'assassino, avendo aperto in pigiama, pur essendo una donna alquanto riservata, e in maniera spontanea; inoltre non furono trovati all'interno dell'abitazione segni di effrazione. La ragazza era sola in casa, perché i genitori e il fratello erano in vacanza. Il fidanzato Alberto Stasi, studente della Bocconi e in seguito impiegato co

I legali dell’ex carabiniere: «Quel giudice va ricusato»

di Valentina Stella il Dubbio 20 giugno 2020 Il 24 giugno, salvo ulteriori rinvii dovuti all’emergenza epidemiologica, la Cassazione si pronuncerà in merito alla richiesta di ricusazione del giudice Marco Bouchard, presidente del collegio che il 21 febbraio scorso ha condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione l’ex carabiniere Pietro Costa per violenza sessuale nei confronti di una studentessa americana. Secondo l’accusa, nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017, Costa e il suo collega Marco Camuffo avrebbero agito abusando della loro qualità di carabiniere in servizio e violato gli ordini impartiti dai superiori facendo salire illegittimamente due ragazze statunitensi sull’auto di servizio. Avrebbero poi accompagnato le due nella loro abitazione di Firenze per poi abusare di loro. Marco Camuffo è stato condannato nell’ottobre del 2018 a 4 anni e 8 mesi con rito abbreviato. Per Costa la sentenza è arrivata a febbraio con rito ordinario. Il carabiniere avrebbe avuto un rapporto se

L'accusa di Cassese: le Procure rovina della magistratura

di Angela Stella Il Riformista 20 giugno 2020 Il professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, non si sbilancia sulla recentissima nomina di Raffaele Cantone a capo della Procura di Perugia, critica chi ha già condannato Palamara prima di una sentenza, e ritiene ineludibile una riforma del Csm, bocciando la soluzione del sorteggio. Non risparmia giudizi severi nei confronti delle Procure della Repubblica, ormai diventate un quarto potere dello Stato. Professor Cassese, il Presidente Sergio Mattarella ha usato parole molto forti nei confronti dello scandalo che ha investito il Csm. Qual è il suo parere in merito al discorso del Capo dello Stato? Valutazione severa ed equilibrata. Giudizi pertinenti. Suggerimenti (impliciti) condivisibili. Occorre che CSM stesso e Parlamento diano un seguito alle parole del Presidente. Il Presidente è anche tornato sui limiti dei poteri del Capo dello Stato: i partiti hanno il potere di modificare l'attuale s

Magistrati sedotti dalla carriera Basta con la politica del potere

di Angela Stella Il Riformista 19 giugno 2020 Dallo scandalo del Csm allo scontro Di Matteo Bonafede, passando per l'abuso delle intercettazioni e una pessima narrazione del problema carcere. Una lunga intervista a Riccardo De Vito, Presidente di Magistratura Democratica. Il Presidente Mattarella in un duro intervento ha parlato ieri di "grave distorsione sviluppatasi intorno ai criteri e alle decisioni di vari adempimenti nel governo autonomo della Magistratura". Occorre prestare la massima attenzione alle parole del Presidente. L’immagine della magistratura che affiora dalle indagini perugine è desolante. Emergono fenomeni di clientelismo e collateralismo con la politica che, per numero e varietà dei soggetti coinvolti, assumono dimensioni inquietanti. È chiaro che l’episodio più grave di questo scandalo – l’incontro all’Hotel Champagne, dove magistrati e politici indagati decidevano insieme le nomine dei dirigenti preposti ai loro processi – non è frutto del c

«Non è “l’uomo nero”, è stato scarcerato nel rispetto della legge»

di Valentina Stella Il Dubbio 18 giugno 2020 Si svolgerà molto probabilmente dopo l'estate l'udienza davanti alla Corte d'Appello di Roma del processo bis di secondo grado al "Mondo di Mezzo" che dovrà rideterminare la pena per una ventina dei 32 imputati, tra cui Massimo Carminati. La sua scarcerazione ha riempito le pagine di tutti i giornali e suscitato molte polemiche. Ne parliamo con il suo difensore Cesare Placanica, che lo assiste insieme al collega Francesco Tagliaferri. Avvocato Placanica tanto clamore per nulla, in fondo si è solo rispettata la legge? Determinate sensibilità nell'opinione pubblica spesso prescindono dai dati concreti. Quello che si è verificato è in realtà l'esplicazione di un principio generale non solo del nostro ordinamento giuridico ma di tutti quelli caratterizzati da un alto tasso di democrazia che prevedono un limite alla carcerazione preventiva. Tra l'altro in Italia questi limiti sono estremamente ampi, molto

Il Partito Radicale: oggi la giornata delle vittime degli errori giudiziari

di Valentina Stella Il Dubbio 17 giugno 2020 Il 17 giugno 1983 Enzo Tortora venne svegliato alle 4 del mattino dai Carabinieri di Roma e arrestato per traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Lo ammanettarono e lo diedero in pasto ai fotografi chiamati per l'occasione. Era innocente. A 37 anni da quel giorno vergognoso per la storia giudiziaria italiana il Partito Radicale, che elesse Tortora quale simbolo della giustizia ingiusta e lo fece eleggere a Strasburgo, chiede, tramite il Segretario Maurizio Turco e il Tesoriere Irene Testa, che ' si approvi subito la proposta per istituire la giornata vittime errori giudiziari'. Ieri, aggiungono Turco e Testa, «finalmente la nostra proposta di legge promossa per dedicare una Giornata nazionale alle vittime di ingiusta detenzione ed errori giudiziari in Italia è stata, grazie al Presidente della Commissione giustizia del Senato Andrea Ostellari, messa in calendario nei lavori della Commissione, con il vot

«Il ruolo fondamentale della civiltà delle parole nel processo penale»

di Valentina Stella Il Dubbio 16 giugno 2020 Il 19 giugno la Camera Penale di Livorno e il Centro studi giuridici e sociali “A. Marongiu” organizzano il webinar “Il segno del processo: dalla remotizzazione del linguaggio, del corpo e di altri vulnera costituzionali” ( iscrizioni entro giovedì 18 giugno tramite e- mail a f. agostinelli@ agbs. it). Tra i relatori Stefano Bartezzaghi, i professori Oliviero Mazza e Carlo Bona, e l'avvocato Iacopo Benevieri, Presidente della Commissione sulla linguistica giudiziaria della Camera Penale di Roma. Avvocato perché questa commissione? La comunità dei linguisti e quella degli avvocati si sono incontrate raramente. La Commissione prova a colmare questa distanza. Storicamente il processo penale nasce nel momento in cui la società abbandona la vendetta privata per sostituirla con un rito nel quale, attraverso le parole, si accerta un fatto. Il processo penale si fonda su quella che è stata definita la ' Civiltà di parole'. Ecco pe