La rabbia forzista: subito commissione di inchiesta

di Angela Stella Il Riformista 1 luglio 2020
Il giorno dopo lo scoop del nostro giornale sull'audio del magistrato Amedeo Franco, relatore in Cassazione nel processo Mediaset nel quale Silvio Berlusconi fu condannato nel 2013, non si sono lasciate attendere  numerose reazioni politiche, soprattutto del centro-destra; mentre gli unici a farsi sentire nella maggioranza del Conte bis sono stati quelli di Italia Viva. Forza Italia ha ovviamente intrapreso ieri un'iniziativa forte, chiedendo nel corso di una conferenza stampa al Senato l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare. "Chiediamo - ha affermato il vicepresidente del partito Antonio Tajani - che ci sia una commissione parlamentare di inchiesta per accertare tutte le disfunzioni del sistema giudiziario nel nostro Paese, compresa la vicenda che ha portato alla condanna di Berlusconi. Vorremmo sapere - ha continuato - chi è  che ha pilotato questa sentenza. Una sentenza che ha provocato danni enormi al Paese e alla democrazia, ha condannato di fatto un innocente. È stato un vero e proprio colpo di Stato giudiziario". Ha parlato invece di golpe l'onorevole di FI Stefania Prestigiacomo: "solo adesso, dopo sette anni, emerge finalmente la verità che noi di Forza Italia abbiamo gridato e siamo stati accusati di essere eversivi perché denunciavamo una strategia politico-giudiziaria contro Berlusconi. Ai danni del presidente Berlusconi e delle istituzioni del nostro Paese è stato ordito un golpe". Intanto da ieri sui social i forzisti stanno spingendo gli hashtag  #veritaperBerlusconi e #nousopoliticogiustizia dopo che in Aula della Camera avevano issato dei cartelli in solidarietà al loro leader politico, portando alla breve sospensione della seduta. Per la capogruppo di FI al Senato Anna Maria Bernini, "Berlusconi dovrebbe essere subito nominato senatore a vita, e non basterebbe come risarcimento. Berlusconi è un gigante, sarebbe una parte di riabilitazione che gli è dovuta". Per l'onorevole di FI Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, "adesso è necessario che emerga tutta la verità per tutelare il giudizio storico sulla persona e su un leader politico che ha dato tanto al Paese, ma anche tutti i cittadini che hanno a che fare con la giustizia e i tanti magistrati che compiono il loro dovere in maniera integerrima".  All'indignazione del gruppo dirigente azzurro si è aggiunta quella della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, per la quale "quello che è stato documentato da "Quarta Repubblica" sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi è l'ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini. Fa rabbrividire - ha proseguito - l'idea che la legge non sia uguale per tutti e che ci siano giudici che utilizzino il loro potere per colpire qualcuno". Per il leader leghista Matteo Salvini "dopo le intercettazioni di Palamara contro il sottoscritto, spunta un altro audio di un magistrato che ammette l'uso politico della Giustizia: solidarietà a Silvio Berlusconi per il processo farsa di cui è  stato vittima. È l'ennesimo episodio che ci ricorda la necessità di una riforma profonda". Ma perplessità e preoccupazioni rispetto alla vicenda sono state partecipate anche se con cautela dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, da tempo in pressing sul governo per una riforma della giustizia, soprattutto dopo la vicenda Palamara: " Non so quanto ci sia di vero in ciò che è uscito a ''Quarta Repubblica'': un magistrato della Cassazione che ha firmato quella sentenza espone dubbi molto forti sulla fondatezza giuridica di quella decisione. Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere - legata a un ex Presidente del Consiglio - non può far finta di nulla. Non ho mai appoggiato i Governi Berlusconi e Berlusconi non ha mai votato la fiducia al Governo Renzi (a differenza di altri governi anche di centrosinistra): quindi, per me Berlusconi è un avversario politico. Ma, proprio per questo, è doveroso fare chiarezza su ciò che esce dagli audio di quella trasmissione e nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente". Un lusso che sembra si stiano concedendo quelli del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle che hanno deciso di tacere su una questione così spinosa, almeno fino al momento in cui chiudiamo questo giornale. Invece Roberto Giachetti ha annunciato che firmerà "a titolo personale" la proposta di legge di Forza Italia per l'istituzione di una Commissione di inchiesta sull'uso politico della giustizia negli ultimi 25 anni. D'accordo sulla commissione di inchiesta anche il gruppo Cambiamo!  con Toti, Benigni, Gagliardi, Pedrazzini, Sorte e Silli che in una nota scrivono:  "ora è il momento di sapere se la giustizia è sempre stata ligia alle regole o ha deviato per interessi differenti. Siamo d'accordo sulla costituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare che faccia luce sulle ombre di quanto accaduto negli ultimi decenni, chi ha sbagliato risponda per gli errori commessi: è l'occasione per una riforma del sistema giudiziario che il Paese aspetta da anni".  "Sono sempre stato sorpreso da quella sentenza. Una decisione che andava contro la giurisprudenza" è stato invece il commento dell'avvocato Franco Coppi, uno dei difensori di Silvio Berlusconi. 

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