Post

Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Omicidio Vannini: 14 anni a Ciontoli, 9 alla sua famiglia

 di Valentina Stella Il Dubbio 1 ottobre 2020   Ieri pomeriggio si è chiuso il quinto capitolo della storia giudiziaria sulla morte di Marco Vannini.  Alle 14:40, dopo circa un’ora e mezza di camera di consiglio, la Corte d’Assise di Appello di Roma - II sezione penale  - ha emesso la sentenza contro Antonio Ciontoli e famiglia: 14 anni per il capo famiglia condannato per omicidio volontario con dolo eventuale e 9 anni e 4 mesi per sua moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, condannati per concorso anomalo in omicidio volontario. La famiglia non andrà in carcere: nessuna misura cautelare è stata richiesta. Inoltre,  come ha detto al  Dubbio  l'avvocato Andrea Miroli, che difende la famiglia Ciontoli insieme ai colleghi Pietro Messina e Domenico Ciruzzi, "faremo ricorso in Cassazione appena avremo le motivazioni. Si tratta, come preannunciato, di una sentenza già scritta, l'accettiamo ma la contesteremo in un nuovo grado di giudizio". Al momento della lettu

Caso Vannini: 14 anni a Ciontoli Ha vinto la rabbia mediatica

 di Angela Di Primio Il Riformista 1 ottobre 2020 Si chiude con una condanna pesantissima il processo di appello bis contro Antonio Ciontoli e famiglia: ieri la seconda sezione penale della Corte di Assise di Appello ha condannato il pater familias a 14 anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale e a 9 anni e 4 mesi sua moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, per concorso anomalo nel medesimo reato. I legali dei Ciontoli - Andrea Miroli, Pietro Messina, Domenico Ciruzzi - hanno già espresso la volontà di fare ricorso in Cassazione. L'udienza si era aperta con le contro repliche delle parti. Il procuratore generale e le parti civili avevano insistito sul fatto che la condotta messa in atto da tutta la famiglia dopo lo sparo accidentale che aveva attinto il giovane Marco Vannini nel bagno della casa della sua fidanzata ha portato alla morte del ragazzo. "Un secondo dopo lo sparo è scattata la condotta illecita - ha detto il pg Vincenzo Saveriano -. Tut

Franceschini disse: se votiamo no all'arresto ci spolpano

 di Angela Stella Il Riformista 1 ottobre 2020 Maurizio Turco, attualmente Segretario del Partito Radicale Transnazionale e Transpartito, capitanava una pattuglia di deputati radicali quel 12 gennaio 2012  quando la Camera fu chiamata a decidere sull'arresto di Nicola Cosentino a seguito dell'inchiesta sfociata poi nel processo cosiddetto “Il Principe e la Scheda Ballerina", in cui è stato assolto in appello. Il voto fu segreto ma i sei di Pannella dichiararono espressamente il loro 'no' all'arresto, pur essendo nelle fila del Partito Democratico che invece votò a favore. Se i radicali avessero seguito le direttive imposte dal partito che li ospitava Cosentino sarebbe finito a Poggioreale con 304 voti favorevoli e 303 contrari. "Era la seconda volta che venivamo chiamati a decidere sull'arresto di Nicola Cosentino - racconta Turco al Riformista - . Già nel 2009 dovemmo pronunciarci dopo che i pm avevo chiesto l'arresto per concorso esterno in assoc

Parla Dupond- Moretti: «I processi penali siano filmati e diffusi »

  Di Valentina Stella Il Dubbio 30 settembre 2020 Il ministro francese della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, in una intervista rilasciata a  Le Parisien  due giorni fa, ha manifestato la sua volontà di rendere i processi giudiziari "totalmente" filmati e diffusi al pubblico. "Sono per una giustizia filmata e diffusa", ha dichiarato il ministro con doppio passaporto francese e italiano: "la giustizia deve mostrarsi ai francesi. La pubblicità dei dibattiti è una garanzia democratica". Quindi ha espresso l'auspicio che una tale riforma possa entrare in porto "entro la fine del quinquennato", ossia nel 2022. Il ministro della Giustizia ha poi pubblicato, a fine giornata, un video sulla sua pagina Facebook per spiegare l’iniziativa ai cittadini francesi. Come spiegato da  Le Monde , meno di un anno fa il Consiglio costituzionale aveva tuttavia confermato il divieto di procedere alla cattura e alla diffusione di immagini e registrazioni durante i p

Programma emotivo, noi avvocati sotto attacco

 di Angela Stella Il Riformista 29 settembre 2020 Il significato di 'giustizialista' in tedesco, come scrivono Valentina Calderone e Angela Condello in  'La piazza e il tribunale. Femminicidio, ergastolo e abusi delle politiche criminali ' "richiama orientamenti tutti relativi all'area della patologia, [...] qualcosa di molto simile a una nevrosi, che porta a comportamenti esasperati".  E non è così che possiamo descrivere l'atteggiamento di Massimo Giletti domenica sera a  Non è l'Arena  nel suo contraddittorio con Gian Domenico Caiazza, Presidente dell'Unione delle Camere Penali, mentre si discuteva di 'scarcerazioni' dei boss?   Avvocato Caiazza appena Lei ha citato il codice penale e la Costituzione per spiegare perché anche per i condannati per mafia è possibile accedere alla detenzione domiciliare per motivi di salute Giletti ha sbottato:  "Mi sono rotto le balle di giocare con i numeri, con i dati e con gli articoli.... Vede

Vietato salvare vite umane

 di Valentina Stella Il Dubbio online 25 settembre 2020 Nel momento in cui scriviamo la Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, unica nave umanitaria che battente bandiera italiana, attraccata al porto di Pozzallo non può prendere il largo per andare a salvare delle persone disperse stanotte dopo un naufragio. Ci sarebbero già 16 morti. A raccontarcelo è il capo missione Luca Casarini: "il provvedimento della Capitaneria di porto che ci è giunto ieri sera ci vieta di far imbarcare il rescue team, ovvero un gruppo di tecnici certificati, tra cui un paramedico e un soccorritore esperto.  Il paradosso è che ci permettono di salpare ma senza poter soccorrere. È la prima volta che accade una cosa del genere. Il nostro team legale presenterà a breve un ricorso perché non possono impedirci di salvare le persone".  La Guardia Costiera precisa che si tratta di "un provvedimento amministrativo di diniego all'imbarco in base alla valutazione dei profili professionali delle du

Mafia o no Lo Stato di Diritto è uno solo

 di Angela Stella Il Riformista 26 settembre 2020 Si terrà oggi la seconda e ultima giornata della presentazione della rivista dell’Unione delle Camere Penali Italiane, ' Diritto di Difesa',  in occasione della prima pubblicazione cartacea   (in diretta  sul canale YouTube e su Camere Penali TV). Dalle 10 alle 12 avverrà un confronto su 'Politica e giustizia - Cosa salvare', coordinato e moderato dall'avvocato Francesco Petrelli, in cui dibatteranno Goffredo Bettini, Gian Domenico Caiazza, Giovanni Fiandaca, Beniamino Migliucci, Gaetano Pecorella e Riccardo De Vito. Proprio con De Vito, magistrato di sorveglianza illuminato e Presidente di Magistratura Democratica, abbiamo voluto discutere anticipatamente di alcune questioni attuali di politica giudiziaria. Due i concetti chiave che De Vito condivide con il Riformista: sull'attaccamento di Davigo alla poltrona del Csm ci dice che "sui principi non si passa sopra in nome dell’attualità politica"; mentre

Valutare la responsabilità giuridica non morale

 di Valentina Stella Il Dubbio 24 settembre 2020 Antonio Ciontoli "ha commesso sicuramente una azione moralmente deplorevole ma in quest'aula dobbiamo giudicare la responsabilità giuridica non morale. Ciontoli non voleva che Marco Vannini morisse, per questo non può essere condannato per omicidio volontario con dolo eventuale. Al contrario, l'evento morte ha determinato per lui e la famiglia solo conseguenze negative a partire da questo processo. L'unico obiettivo di Antonio Ciontoli era quello di non perdere il posto di lavoro". Lo ha detto ieri l'avvocato Andrea Miroli, al processo di appello bis sulla morte di Marco Vannini. Il difensore, insieme ai colleghi Pietro Messina e Domenico Ciruzzi, con cui ha condiviso una arringa di 4 ore, ha chiesto per Antonio Ciontoli la condanna  per omicidio colposo con l'aggravante della colpa cosciente, e per il resto della famiglia l'assoluzione e in subordine omissione di soccorso, omicidio colposo, e in via ecc

Pasquale Zagaria torna in carcere

  Di Angela Stella Il Riformista 23 settembre 2020 All’alba di ieri le forze dell’ordine hanno bussato alla porta di Pasquale Zagaria e lo hanno tradotto nel carcere di Opera a Milano, la struttura individuata dal Dap come luogo idoneo per la detenzione. Il fratello del capoclan dei Casalesi aveva lasciato a fine aprile il carcere di Sassari, dove era rinchiuso al 41 bis, per andare in detenzione domiciliare a Pontevico, in provincia di Brescia, dopo che il Tribunale di Sorveglianza di Sassari gli aveva concesso la misura per motivi di salute, essendo l’uomo affetto da tumore alla vescica. Questo perché la struttura ospedaliera dove seguiva le terapie non era più in grado di prestargli le cure necessarie, essendo divenuta centro Covid. Il provvedimento del 23 aprile prevedeva cinque mesi di detenzione domiciliare al termine dei quali sarebbe dovuta essere fatta una rivalutazione dello stato clinico. Per questo i legali dell’uomo, Lisa Vaira e Andrea Imperato, si erano rivolti nuovament

La giustizia non funziona? Per Morra è colpa degli avvocati

  Di Angela Stella Il Riformista 23 settembre 2020   L’avvocatura è chiaramente sotto attacco e da più fronti. Ormai è prassi che gli avvocati vengano aggrediti verbalmente e ricevano anche minacce di morte da quel ‘Tribunale del Popolo’ che non accetta che difendano anche il peggiore dei criminali; ieri però è arrivato anche un duro attacco da un esponente di spicco del Movimento Cinque Stelle, Nicola Morra, Presidente della Commissione Antimafia, che in un post su Facebook ha scritto: “Nel 1996 in Italia avevamo 87mila quasi iscritti all’albo degli avvocati. Nel 2019 erano 245mila, quasi tre volte quelli di 23 anni prima. Con una popolazione italiana che è aumentata nel frattempo di poco più del 5%. Facciamoci qualche domanda. Forse capiremo perché abbiamo qualche problema nell’amministrazione della giustizia”. Quindi, mentre il Ministro Bonafede qualche tempo fa diceva “guardo all’avvocato in Costituzione con particolare favore”, Morra sembra ignorare i reali problemi che stanno att

Lea Melandri ricorda Rossana Rossanda

  di Angela Stella Il Riformista 22 settembre 2020   Le amicizie più forti e più durature spesso arrivano dopo aver condiviso iniziali periodi di antipatia, di lontananza, di avversità culturali: è il caso del rapporto nato tra Lea Melandri e Rossana Rossanda. La prima una delle figure più note del femminismo italiano, la seconda responsabile della politica culturale del Pci negli anni sessanta del Novecento. Due donne diverse nelle origini, nell'aspetto, nelle battaglie culturali e politiche ma che poi hanno avuto l'abilità e l'onestà intellettuale di rendere le differenze un arricchimento reciproco e di coltivare così una profonda amicizia che è durata fino a qualche mese fa: Lea ha ascoltato per l'ultima volta la voce già fragile e affaticata di Rossana prima dell'inizio del lockdown.  Oggi con noi ricorda il percorso personale e letterario condiviso con Rossana Rossanda che trova forse l'apice della osmosi intellettuale nel libro a quattro mani ' Quel co

Non ha rinnegato i No Tav Deve andare in prigione

  Di Angela Stella Il Riformista 18 settembre 2020 Ieri notte in Valsusa è stata arrestata la portavoce del movimento No Tav e attivista del centro sociale Askatasuna Dana Lauriola: la 38enne è stata immediatamente trasferita nel carcere torinese delle Vallette. Gli agenti della Digos si sono presentati all’alba nella sua casa di Bussoleno dove da due giorni gli attivisti del movimento avevano dato vita ad un presidio permanente contro la decisione del Tribunale di Torino di respingere la richiesta di misure alternative. Attimi di tensione si sono registrati tra i manifestanti contrari alla linea ad alta velocità Torino – Lione e le forze dell’ordine in tenuta antisommossa giunte nei pressi dell’abitazione della Lauriola.  La donna deve scontare una condanna in via definitiva a due anni per una protesta a cui ha partecipato il 3 marzo 2012. Quel giorno di otto anni fa circa 300 persone, con lo slogan ‘Oggi paga Monti’, occuparono l’area del casello autostradale di Avigliana della Torin

Appello bis Ciontoli: il pm chiede 14 anni per tutti

  di Valentina Stella Il Dubbio 16 settembre 2020 Ieri, il sostituto procuratore generale Vincenzo Saveriano, nella terza udienza del processo d'appello bis per la morte di Marco Vannini, ha chiesto 14 anni di reclusione per Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo e i due figli Martina e Federico per concorso in omicidio volontario con dolo eventuale. In subordine, per i familiari dell'uomo, ha chiesto la pena di 9 anni e 4 mesi in quanto responsabili di concorso anomalo, ai sensi dell'art. 116 del codice penale. Saveriano ha iniziato la sua requisitoria dicendo che "abbiamo sempre creduto nella responsabilità di tutti gli imputati. La testimonianza di Viola Giorgini ci conferma che siamo in presenza di bugie e reticenze che hanno caratterizzato questo processo. I Ciontoli hanno messo in atto un'opera congiunta finalizzata a nascondere la verità". Quale verità? Gli imputati "hanno mentito in continuazione - ha proseguito Saveriano - allo scopo di evita

Omicidio Livatino, è polemica per 9 ore di permesso al mandante

 di Angela Stella Il Riformista 16 settembre 2020 Un magistrato di sorveglianza di Padova ha concesso un permesso premio a Giuseppe Montanti, condannato all'ergastolo ostativo per reati gravissimi quali il concorso in cinque omicidi, tra cui quello del giudice Rosario Livatino di cui fu il mandante, e quattro tentati omicidi. L'ex appartenente della Stidda ha operato nel territorio di Caltanissetta tra la fine degli anni '80 e gli inizi degli anni '90, per poi essere catturato in Messico il 12 aprile 2000.  Il permesso premio di cui il 64enne ha usufruito ieri è consistito in 9 ore trascorse nella struttura Piccoli Passi dove è rimasto in regime di detenzione domiciliare: lì ha potuto incontrare i suoi familiari e parlare anche con il suo avvocato Angela Porcello, che lo assiste con la collaborazione della collega Annalisa Lentini. Proprio il suo legale ci racconta: "il signor Montanti era molto felice perché queste sono state le prime ore di vita fuori dal carcere

Dopo l’evasione da Sassari in fuga per amore: «Ho fatto una fesseria»

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 settembre 2020 Solo dieci giorni è durata la fuga di Giuseppe Mastini, detto Johnny lo Zingaro: il 6 settembre l'ergastolano non era tornato nel carcere di Sassari dopo aver usufruito di un permesso premio. Ieri è stato arrestato in un casolare vicino Sassari dai poliziotti dello Sco, della Squadra Mobile di Sassari e dalla Polizia Penitenziaria. Nel momento in cui è stato catturato avrebbe detto: «Ho fatto una grossa fesseria, lo so. Volevo proseguire liberamente la mia relazione sentimentale». Con lui sono stati fermati anche sua moglie mentre cercava di imbarcarsi da Olbia per raggiungere Livorno e un fabbro proprietario di una officina adiacente al casolare. Soddisfazione è arrivata dal Ministro Bonafede: «L'evaso Giuseppe Mastini, conosciuto come “Johnny lo zingaro”, è stato rintracciato e catturato grazie al lavoro congiunto svolto dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria e dalla Polizia. A loro va il mio più sentito