Caso Zagaria: si potrebbero riaprire le porte del carcere

 



Valentina Stella 11 settembre 2020

Con ordinanza 926 del 2020 depositata oggi, il Tribunale di Sorveglianza di Sassari si è pronunciato sulla richiesta di proroga della detenzione domiciliare per Pasquale Zagaria, presentata dai suoi legali Lisa Vaira e Andrea Imperato. 

"Questo Tribunale - si legge nel provvedimento - reputa di dover declinare la propria competenza, ravvisando territorialmente competente, ai sensi dell'art. 677, comma 2, cod.proc. pen., il Tribunale di Sorveglianza di Brescia, al quale gli atti devono essere trasmessi".

Questo perché la competenza spetta al Tribunale del territorio in cui il detenuto ha al mmento il domicilio: nel caso specifico Zagaria si trova Pontevico, insieme alla sua famiglia. 

Dunque la palla ora passa ai colleghi lombardi davanti ai quali si aprono due strade:

1) sollevare un conflitto di competenza e inviare gli atti in Cassazione

2) decidere sulla richiesta di proroga 

Ricordiamo che in base alla ordinanza del 23 aprile del Tribunale di Sorveglianza di Sassari, il 22 settembre scadono i 5 mesi di detenzione domiciliare concessa per motivi di salute.

Dunque, se entro il 22 settembre non arriverà alcun provvedimento sul merito della richiesta dei legali di Zagaria, per l'uomo si riapriranno le porte del 41 bis di Sassari. 

A meno che,  in attesa della decisione del Tribunale competente, il magistrato di sorveglianza di Brescia non accolga una richiesta di applicazione provvisoria della proroga di detenzione domiciliare che i legali di Zagaria presenteranno. 

I legali avevano presentato istanza in quanto il quadro clinico del loro assistito risulta ancora compromesso: affetto da neoplasia vescicale, necessita di instillazioni chemioterapiche che non potrebbero essere effettuate in sicurezza in ambiente intramurario. 

Non dimentichiamo che a inizio giugno il Tribunale di Sorveglianza di Sassari aveva sollevato questione di legittimità costituzionale sul caso Zagaria in riferimento agli articoli 2 e 5 del decreto legge 29 del 2020 per violazione degli articoli 3, 27 comma 3, 32, 102 comma 1, 104 comma 1 della Costituzione.

La Consulta si pronuncerà ad inizio novembre. 

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