Non ha rinnegato i No Tav Deve andare in prigione

 Di Angela Stella Il Riformista 18 settembre 2020


Ieri notte in Valsusa è stata arrestata la portavoce del movimento No Tav e attivista del centro sociale Askatasuna Dana Lauriola: la 38enne è stata immediatamente trasferita nel carcere torinese delle Vallette. Gli agenti della Digos si sono presentati all’alba nella sua casa di Bussoleno dove da due giorni gli attivisti del movimento avevano dato vita ad un presidio permanente contro la decisione del Tribunale di Torino di respingere la richiesta di misure alternative. Attimi di tensione si sono registrati tra i manifestanti contrari alla linea ad alta velocità Torino – Lione e le forze dell’ordine in tenuta antisommossa giunte nei pressi dell’abitazione della Lauriola.  La donna deve scontare una condanna in via definitiva a due anni per una protesta a cui ha partecipato il 3 marzo 2012. Quel giorno di otto anni fa circa 300 persone, con lo slogan ‘Oggi paga Monti’, occuparono l’area del casello autostradale di Avigliana della Torino-Bardonecchia facendo passare gli automobilisti senza pagare il pedaggio. Dodici furono le condanne per un totale di diciotto anni di reclusione per reati di violenza privata, danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. La donna, venuta a sapere che a breve sarebbe stata privata della sua libertà personale, si era detta “serena” e aveva aggiunto: “andrò in carcere, ma la notizia non giunge inaspettata. Ho semmai la fortuna di poter salutare famiglia e amici prima che vengano a prendermi”. E quasi con amara ironia aveva concluso: “credo che in prigione mi prenderanno in giro, sono l’unica in Italia ad andarci per un mezzo blocco stradale”. Secondo il Tribunale di Torino, qualsiasi misura alternativa alla pena detentiva è da rifiutare in quanto Dana Lauriola non si sarebbe allontanata né dal movimento No Tav né dal territorio in cui viene portata avanti la contestazione contro la realizzazione del progetto di alta velocità ferroviaria. Non sono ovviamente mancate le polemiche: “qui si colpisce un movimento e si colpiscono le idee, non è quello che hai fatto, ma quello che pensi”, ha commentato Alberto Perino, volto storico del movimento. Il movimento, dal sito notav.info, ha lanciato un duro comunicato contro l’arresto della Lauriola in cui, tra l’altro, leggiamo: “questa mattinata (ieri, ndr) ha sancito che la Val Susa è fuori dallo Stato di Diritto, è un territorio occupato come diciamo da anni, dove le forze dell'ordine possono fare il buono e il cattivo tempo al servizio dei potenti senza che nessuno dagli scranni istituzionali faccia domande". Siamo dinanzi – aggiungono -  ad una "vergognosa prepotenza contro una donna, una compagna e contro un intero territorio". Dal mondo politico ad insorgere contro l’arresto sono intervenuti diversi esponenti del Movimento Cinque Stelle, da sempre contrario alla Tav.  Il senatore Alberto Airola ha fatto "appello a Mattarella presidente del Csm: presidente – ha scritto su Facebook - basta con questa magistratura controllata dalla politica. Servono altre prove o i recenti fatti di cronaca non bastano? Lei è un uomo intelligente e capirà ma sarà anche un uomo probo per agire? So che mi capisce, so che conosce benissimo il problema, la prego di non girare la testa altrove”. La consigliera regionale Francesca Frediani si è detta “senza parole. Solo un grande senso di impotenza. Questa cosa riguarda la democrazia nel nostro Paese". Qualche mese fa aveva fatto notizia, invece, la vicenda dell’altra attivista No Tav Nicoletta Dosio: la 73enne era stata condannata per violenza privata e interruzione di pubblico servizio sempre per i fatti del 2012 ma aveva sempre dichiarato di non voler chiedere misure alternative come i domiciliari e di essere pronta ad andare in carcere: “il carcere – aveva detto -  non è uno luogo di riscatto ma di pena però più forte del timore del carcere è la rabbia per l’ingiustizia. Questa è una resistenza, perché sappiamo di essere dalla parte della ragione”. 


Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue