Dopo l’evasione da Sassari in fuga per amore: «Ho fatto una fesseria»

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 settembre 2020

Solo dieci giorni è durata la fuga di Giuseppe Mastini, detto Johnny lo Zingaro: il 6 settembre l'ergastolano non era tornato nel carcere di Sassari dopo aver usufruito di un permesso premio. Ieri è stato arrestato in un casolare vicino Sassari dai poliziotti dello Sco, della Squadra Mobile di Sassari e dalla Polizia Penitenziaria. Nel momento in cui è stato catturato avrebbe detto: «Ho fatto una grossa fesseria, lo so.

Volevo proseguire liberamente la mia relazione sentimentale». Con lui sono stati fermati anche sua moglie mentre cercava di imbarcarsi da Olbia per raggiungere Livorno e un fabbro proprietario di una officina adiacente al casolare.

Soddisfazione è arrivata dal Ministro Bonafede: «L'evaso Giuseppe Mastini, conosciuto come “Johnny lo zingaro”, è stato rintracciato e catturato grazie al lavoro congiunto svolto dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria e dalla Polizia. A loro va il mio più sentito ringraziamento».

Antonio Del Greco, Direttore operativo dell'Italpol che catturò Mastini nel 1987 dopo che aveva ucciso un poliziotto, ci dice: «Ritengo che sia uno dei più pericolosi criminali in circolazione; ce lo

dice il suo passato che va dai sospetti sull'omicidio di Pierpaolo Pasolini al duplice omicidio commesso in occasione di un permesso premio. È fuggito perché sentiva un bisogno di libertà ma questo bisogno non deve tramutarsi in odio e violenza nei confronti di chiunque». Ma durante le ultime fughe non ha commesso reati contro gli altri: «se non ha commesso nulla è perché è stato catturato. I criteri di valutazione per un permesso premio non devono essere quelli che ho letto ossia “mantiene la cella in ordine e ha dei buoni rapporti con i vicini di cella”. Gli elementi costitutivi di un permesso premio devono essere ben altri, come valutare il pregresso del recluso.

Mastini ha fatto saltare il cervello di un uomo per costringere sua moglie ad aprire la cassaforte. Non ho pietà, non credo al cambiamento: Giuseppe Mastini merita il carcere e lì deve rimanere».

Abbiamo contattato l'avvocato di Giuseppe Mastini, Enrico Ugolini, che questa volta preferisce non rilasciare dichiarazioni. Mentre don Gaetano Galia, che ospitava nella sua comunità il detenuto durante i permessi premio dice: «In queste ore la prudenza è d'obbligo per qualsiasi valutazione. Bisogna sospendere il giudizio e cercare di capire perché Giuseppe si sia dato alla fuga dopo un percorso di riabilitazione

così proficuo negli ultimi anni. Il nostro modo di pensare non è lo stesso di un uomo che ha trascorso circa 40 anni in prigione. Va anche detto che Mastini non ha rispettato un patto con lo Stato ma lo stesso Stato non può ora agire con i sentimenti ma deve essere guidato dai principi costituzionali. Lo Stato non può essere vendetta»

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