«Il ruolo fondamentale della civiltà delle parole nel processo penale»

di Valentina Stella Il Dubbio 16 giugno 2020

Il 19 giugno la Camera Penale di Livorno e il Centro studi giuridici e sociali “A. Marongiu” organizzano il webinar “Il segno del processo: dalla remotizzazione del linguaggio, del corpo e di altri vulnera costituzionali” ( iscrizioni entro giovedì 18 giugno tramite e- mail a f. agostinelli@ agbs. it). Tra i relatori Stefano Bartezzaghi, i professori Oliviero Mazza e Carlo Bona, e l'avvocato Iacopo Benevieri, Presidente della Commissione sulla linguistica giudiziaria della Camera Penale di Roma.

Avvocato perché questa commissione?

La comunità dei linguisti e quella degli avvocati si sono incontrate raramente. La Commissione prova a colmare questa distanza. Storicamente il processo penale nasce nel momento in cui la società abbandona la vendetta privata per sostituirla con un rito nel quale, attraverso le parole, si accerta un fatto. Il processo penale si fonda su quella che è stata definita la ' Civiltà di parole'. Ecco perché lo studio della linguaggio non può essere estraneo alla nostra formazione di giuristi e avvocati. L’aula di udienza, come ha notato la linguista Patrizia Bellucci, è il luogo nel quale entrano ogni giorno tutte le varietà di italiano: la lingua degli specialisti, quella burocratica, dialettale e di borgata.

Quali sono le criticità riguardo intercettazioni e trascrizioni? In questi giorni se ne discute molto riguardo al caso Palamara.

Spesso nelle trascrizioni operate nel corso delle indagini preliminari alcune parti non risultano trascritte, in quanto ritenute non rilevanti, con conseguente amputazione dell'interazione. Tale pratica non è priva di conseguenze. L'azione comunicativa di uno dei partecipanti condiziona l'azione successiva del suo interlocutore. Quando parlo non solo comunico un concetto, ma creo delle aspettative nell'interlocutore che cercherà di prevedere come proseguirò e probabilmente

mi interromperà per completare la frase nella direzione ritenuta probabile. Quindi proprio perché la comunicazione è fatta di ordini sequenziali, l'eliminazione ' perché ritenuto irrilevante' di porzioni di questa catena comporta una frattura della integrità della comunicazione, la quale apparirà anomala e criptica. Altri problemi sono emersi a seguito di una non perfetta conoscenza da parte del trascrittore di termini dialettali, oppure a seguito dell'omessa trascrizione delle frasi d'apertura ( i saluti iniziali), rilevanti per comprendere la tipologia dei rapporti tra gli interlocutori.

Lei scrive che “sul tema del linguaggio nel processo penale il diritto deve dialogare con la semiologia, le scienze cognitive, la linguistica forense”.

Con il processo da remoto forse ci siamo resi conto di cosa stavamo perdendo. Il codice di procedura penale regola un rito, cioè un linguaggio in uno spazio. Con il processo da remoto stavamo recidendo il legame tra linguaggio e spazio, aprendo le porte a un meccanismo che altera la comunicazione tra gli interlocutori d'aula, incidendo così sulla conoscenza del fatto e sulla decisione.

Ci può fare un esempio?

Il parlato è caratterizzato da una serie di informazioni ulteriori rispetto al messaggio verbale, così da cooperare nella produzione del significato: accenti, ritmo, tono, intonazione costituiscono elementi della modulazione della voce e incidono sulla comunicazione. È soprattutto lo spazio fisico che consente all'ascoltatore di rilevare l'intensità della voce che arriva, con la ricchezza di informazioni connesse. Anche i movimenti del corpo, come quelli di busto e gambe, di mani e braccia, della testa sono rilevanti nel veicolare un messaggio. Mi vengono in mente i gesti adattatori, di adeguamento del corpo alla richiesta di soddisfazione di bisogni psichici o emotivi, permettendo di scaricare o di controllare

l'emotività, l'ansia ( mordersi le labbra, stringere le gambe, strofinarsi le mani, muovere in continuazione la penna). È evidente come nel processo da remoto verrebbe di fatto impedita la possibilità di rilevare questi aspetti. Avrei difficoltà a percepire se un testimone si sta tormentando le mani sotto la scrivania, oppure si è seduto nella parte estrema del sedile di una sedia, significativamente definita punto di fuga perché indica una malcelata volontà di alzarsi e andarsene.

Qual è il dibattito a livello internazionale?

Oltreoceano la consapevolezza linguistica è penetrata più a fondo rispetto al nostro Paese. Nelle sentenze delle Corti americane non è raro trovare concetti propri di questa disciplina. Al contrario, se cerchiamo la parola ' linguistica' nel motore di ricerca sul sito della Corte di Cassazione, troviamo sentenze nelle quali ci si occupa unicamente del diritto alla traduzione degli atti per gli imputati alloglotti. La questione di quali siano i criteri linguistici da seguire nella trascrizione di una intercettazione, oppure quali siano gli elementi indicativi della suggestività di una domanda, per citare alcune tematiche, sembra non interessare.

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