Istat: in Italia 26,9% ha laurea, penultimi in Ue

di Valentina Stella Il Meridione 14 luglio 2018

Nel 2017, la quota di 30-34enni in possesso di titolo di studio terziario è pari al 26,9% , rispetto ad una media dell’Unione europea pari al 39,9% . Nonostante un aumento dal 2008 al 2017 di 7,7 punti l'Italia è la penultima tra i Paesi dell'Unione e non è riuscita a ridurre il divario con l'Europa. È quanto si legge nel rapporto Istat sui livelli di istruzione della popolazione italiana . La quota di laureati, già bassa nel Nord e nel Centro  - rispettivamente 30,0% e 29,9% - , nel Mezzogiorno si riduce al 21,6%, con un divario territoriale in aumento. Il divario di genere è a favore delle giovani donne; il loro livello di istruzione risulta più elevato di quello maschile: il 63% ha almeno un titolo secondario superiore (contro 58,8% degli uomini) ed laureata oltre una giovane su tre a fronte di un giovane su cinque - superiore a quello medio europeo e degli altri grandi Paesi dell'Unione e in forte aumento. La percentuale dei 30-34enni con una laurea nelle discipline Stem (Science, Technology, Eengineering and Mathematics) è stimata al 24,2% (il 37,5% tra i maschi e il 16,3% tra le femmine). Oltre una laureata su quattro, inoltre, ha un titolo nell'area disciplinare umanistica e servizi (27,7%) e meno di un laureato ogni sette (13,3%). Tra le donne è superiore anche la quota di laureate in medicina e farmacia (18,0% verso 13,4%). Nonostante in Italia i vantaggi occupazionali derivanti da più alti livelli di istruzione siano simili a quelli registrati nella media Ue, i tassi di occupazione restano inferiori a quelli europei. A parità di livello di istruzione resta, tra uomini e donne, un rilevante svantaggio femminile anche tra quante hanno una laurea: 77% di occupate contro 85,7%. Nella popolazione con titolo terziario permangono ampie disuguaglianze territoriali (70,8% di occupati nel Mezzogiorno, 85,4% nel Nord), ancora più marcate per la componente femminile (65,7% nel Mezzogiorno, 82,2% nel Nord). Altro dato reso noto dall’Istat: a differenza di quanto accaduto in altri Paesi europei, negli ultimi nove anni, in Italia, la quota di stranieri in possesso almeno del titolo secondario superiore si è molto ridotta e al tempo stesso non è aumentata la quota di chi ha un titolo terziario. Così i differenziali nei livelli di istruzione tra immigrati e italiani sono via via più accentuati. 

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