«Ottima presa di posizione. Ora non cambi idea»
di Valentina Stella Il Dubbio 14 luglio 2018
Rita
Bernardini, membro della Presidenza del Partito Radicale, appena esce dal
carcere di Rebibbia, dove era per il Laboratorio "Spes contra Spem", viene
a sapere del post di Beppe Grillo sulle carceri. Chi meglio di lei, che con
migliaia di detenuti in sciopero, ha combattuto per la riforma delle carceri
può analizzare l’insolita uscita di Grillo. Secondo Lei cosa lo ha spinto a scrivere questo post? Non posso
immaginare quel che frulla nella testa di Grillo che nell'arco degli anni ci ha
abituati a dichiarazioni opposte le une alle altre. Comunque, ottima presa di
posizione con la quale credo abbia voluto mandare un chiaro segnale ai
responsabili del Movimento. Manca nel post di Grillo il richiamo allo stato di
diritto e alla legalità costituzionale; nemmeno lo sfiora lontanamente il
pensiero che l'esecuzione penale per come viene attuata dallo Stato è
fuori-legge, fuori-Costituzione, extra convenzioni e patti solennemente
sottoscritti dal nostro Paese. Leggendo
quanto scrive è facile subito individuare delle contraddizioni con quanto invece
previsto del contratto di Governo stipulato con la Lega. È un modo per rompere con Salvini?
Non saprei, certo è che i suoi pupilli sono totalmente schiacciati sul
programma giustizialista e manettaro della Lega. Non che a i 5 stelle le manette non piacciano, solo che
hanno sempre cercato di mettere l'accento su altro: costi della politica e
corruzione (degli altri), no tav, no vax, reddito di cittadinanza. Oggi si
trovano a fare i conti con le dichiarazioni di maggiore successo di Salvini che
in galera vorrebbe metterci tutti (tranne i suoi sodali). Grillo si focalizza sulle misure alternative che sono il fulcro della
riforma dell'ordinamento penitenziario. Secondo Lei potrebbe essere una spinta
per l'approvazione? Non credo, anzi sono convinta che oggi la risposta alla
barbarie che avanza possa arrivare solo dalle istanze giurisdizionali
superiori; in Italia, in particolare, dalla Corte Costituzionale che negli anni
recenti e ancor di più oggi con il Presidente Lattanzi, giudicando le leggi
italiane, sta emettendo sentenze che si ispirano ai diritti umani
universalmente riconosciuti. Vede, l’unico richiamo ideologico del Partito
Radicale non è scritto nel suo statuto, ma nel preambolo allo stesso, laddove
richiama la difesa attiva di due leggi: la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo
(auspicando che l’intitolazione venga mutata in “Diritti della Persona”) e la
Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, nonché le Costituzioni degli Stati
che rispettino i principi contenuti nelle due carte, con il conseguente rifiuto
dell’obbedienza e del riconoscimento di legittimità per chiunque le violi, per chiunque non le
applichi, per chiunque le riduca a verbose dichiarazioni meramente ordinatorie,
cioè a non-leggi. Grillo per rafforzare
la sua tesi ha scomodato il criminologo Nils Christie. Ma andando più vicino
avrebbe trovato Marco Pannella e il Partito Radicale. Che ne pensa? Le
rispondo con un'altra domanda: che tenuta avrà la dichiarazione di Beppe
Grillo? Dico questo perché non posso dimenticare che nel 2005 sosteneva con la
sua firma la lotta di Marco Pannella per l'amnistia e nel 2013 si scagliava
contro Napolitano che con il suo messaggio presidenziale alle Camere proprio
all'amnistia si rifaceva per far uscire l'Italia da un'esecuzione penale
condannata severamente dalla Cedu. Dichiarazioni strumentali a seconda del
bersaglio politico da colpire. Mi auguro però che questa volta si tratti di una
presa di posizione sincera e portatrice di conseguenti azioni e lotte, magari
perché si è reso conto del baratro in cui possiamo precipitare, avendo lui
contribuito ad avvicinarci a quella soglia di pericolo senza ritorno.
Commenti
Posta un commento