Il Viminale: «Quella donna deve stare in carcere»

Di Valentina Stella Il Dubbio 11 luglio 2018
La famiglia Gallico di Palmi torna dunque sotto i riflettori: ieri a puntare il dito il Ministro Salvini contro Lucia Morgante, 92 anni, ergastolana condannata per reati di ‘ndrangheta che sta scontando la sua pena per motivi di salute nella sua abitazione confiscata però dallo Stato. Uno scandalo per Salvini. Di questa famiglia vi abbiamo parlato più volte dalle pagine di questo giornale: a fine giugno Domenico Gallico, grazie ad un permesso - di necessità ex art. 30 dell’ordinamento penitenziario -  aveva potuto finalmente incontrare sua madre Lucia. Il magistrato di sorveglianza aveva concesso il permesso perché negarlo avrebbe significato rendere inumana la pena. Ad esso si era opposta la Dda di Reggio Calabria e le Procure competenti.  Gallico è considerato infatti uno dei principali boss della ‘ndrangheta calabrese a Palmi. È stato condannato sette volte all’ergastolo ed è recluso al 41 bis a Sassari. Prima di Domenico, aveva potuto incontrare l’anziana donna anche suo fratello Rocco, condannato in via definitiva a 19 anni di carcere, e rinchiuso a Spoleto. L’incontro era stato emozionante -  dopo decenni che la famiglia per ovvie ragioni giudiziarie non si era potuta riunire - seppure tra rigide misure di sicurezza perché secondo gli investigatori ci sarebbe potuto essere un tentativo di fuga o la possibilità di compiere azioni eclatanti nella fase di esecuzione del permesso. Salvini ritiene anche questi incontri scandalosi perché non si possono spendere 'migliaia' di soldi pubblici per trasferire questi detenuti. Abbiamo chiesto al Ministero dell'Interno  una specifica delle risorse economiche impiegate per effettuare gli spostamenti e le bonifiche ma non ci è stata fornita alcuna risposta dopo ore di sollecito. Speravamo che oltre la propaganda ci potessero fornire dei dati scientifici. In merito alla confisca, abbiamo chiesto i dettagli all’avvocato Guido Contestabile che segue la famiglia Gallico in alcuni filoni giudiziari:  “una prima procedura si era risolta con una restituzione del bene; un seconda è terminata invece in maniera opposta, ossia con la confisca definitiva dell’abitazione”. Di conseguenza è scattato un ordine di sgombero contro il quale altri legali della Morgante hanno presentato ricorso al Tar che ancora si deve pronunciare. Invece, continua l’avvocato Contestabile “sono tre i filoni da noi incardinati: una richiesta di revocazione presso la Corte di Appello di Caltanissetta in quanto sono sopraggiunti nuovi elementi, un incidente di esecuzione che verrà presentato a breve per far valere i diritti di terzi che non sono stati considerati quando sono stati confiscati i beni, un ricorso pendente già a Strasburgo per violazione del giusto processo nei confronti della Morgante”. L’avvocato Maria Teresa Pintus che segue i fratelli Gallico ha commentato invece così le dichiarazioni del Ministro Salvini: “ non c’è dubbio che la mafia sia un cancro che va estirpato dalla società, tuttavia un accanimento di questa portata nei confronti di una famiglia, soprattutto quando ci sono procedimenti in corso, non fa che rischiare di incidere sulla decisione dei giudici. Salvini deve finirla di usare toni da campagna elettorale privi di senso dell'umanità''.Carmelo Gallico invece attende di parlare con i suoi avvocati per definire le prossime mosse, quello che condivide con noi è un pensiero per l’anziana madre: “credo che il suo dolore più grande, dopo la morte del figlio, lo provi pensando all'onta di questa condanna e all'insopportabile peso di essere additata come ambasciatrice di morte, proprio lei che ha sempre lottato in difesa della vita”.

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