Nasce Diritti alla Follia

di Valentina Stella Il Dubbio 31 luglio 2018

È stata costituita l'Associazione "Diritti alla Follia": l'avvocato Michele Capano è stato eletto segretario, Antonella Nobile sarà la tesoriera. Nata come costola di Radicali Italiani, l'associazione è il naturale prosieguo della campagna "La libertà è terapeutica - per una riforma del Tso", portata avanti proprio da diverso tempo in primis dall'avvocato Capano: a 40 anni dalla rivoluzionaria legge Basaglia, che segnò la fine dell'era degli ospedali psichiatrici in Italia, ovvero la chiusura dei manicomi, per Capano, membro del Comitato di Radicali Italiani,  "il trattamento sanitario obbligatorio deve essere riformato per garantire maggiori diritti ai pazienti". Vicende come quella di Francesco Mastrogiovanni, morto nel 2009 a Vallo della Lucania dopo 87 ore di analoga ininterrotta contenzione, riprese integralmente da una telecamera all’interno del reparto,  evidenziano per Capano, che è anche il legale della famiglia di Mastrogiovanni "come sia nella fase dell’avvio del Tso che nel corso della concreta esecuzione dello stesso, si consumino violazioni dei diritti fondamentali, consacrate in prassi consolidate, divenute emblema della “banalità del male” in ambito sanitario".  Avvocato Capano quali sono le vostre proposte per la riforma del Tso? "Il ruolo di garanzia che nella legge era immaginato soprattutto a carico del Sindaco che emette l'ordinanza si è rivelato di fatto inconsistente ed illusorio perché egli non fa altro che controfirmare burocraticamente la proposta dei medici.  Nella legge era prevista una autorità terza che potesse in qualche modo avere anche una interlocuzione diretta con il soggetto prima di decidere per l'internamento nel reparto. Ma così non è stato. Noi crediamo che in questa fase applicativa sia cruciale stabilire dei momenti in cui il soggetto possa avere ufficialmente voce in capitolo, possa effettivamente partecipare ad un contraddittorio all'interno del quale difendersi. Oggi incredibilmente non è prevista una informativa per la persona soggetta al Tso dove vengono esplicitati il motivo del trattamento, i diritti che si hanno e le possibilità di ricorso. Paradossalmente, chi è sottoposto ad un Tso si trova in una condizione peggiore dell'arrestato. Poi noi prevediamo che ci debba essere una udienza, simile a quella di convalida dell'arresto, in cui il soggetto possa essere difeso, quindi auspichiamo l'obbligo della difesa tecnica. Ci auguriamo di avere insieme a noi in questa battaglia quanti più avvocati possibili, come già in passato il segretario dell'Unione delle Camere Penali Francesco Petrelli. Poi nella fase esecutiva stabiliamo alcuni punti fermi che ad oggi non sono previsti come il rifiuto della contenzione e il rifiuto della natura chiusa dei reparti - per cui i degenti possano ricevere visite -". Quali sono gli scopi di questa associazione? "Oltre che del Tso la nostra mozione parla di almeno altre due grandi aree: la prima è quella delle misure di sicurezza per le persone non imputabili. Quando una persona, dichiarata incapace di intendere e di volere e quindi assolta pur avendo commesso il reato, è ritenuta socialmente pericolosa riceve la misura di sicurezza: o nelle Rems, o nelle articolazioni psichiatriche delle carceri ordinarie, o in libertà vigilata. Noi denunciamo che, nonostante nel 2014 sia stato stabilito un tetto massimo per le misure di sicurezza detentive, esse vengono prolungate in modo indeterminato. La secondo area di intervento è quella che riguarda l’ istituto dell’ amministrazione di sostegno, diffusosi in modo abnorme ed esercitato spesso in modo da svolgere un ruolo non di ausilio ma di sostituzione del beneficiario, che viene espropriato di qualsiasi voce in capitolo riguardo la sua situazione sanitaria". Su tutti i temi trattati verranno costituiti gruppi di lavoro che elaborino progetti di riforma della disciplina relativa.

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