Bruno Contrada: «Ricorso alla Cedu e super indennizzo»

di Valentina Stella Il Dubbio 5 luglio 2018

"Nei confronti del dottor Contrada, persona innocente e incensurata, è in atto una oggettiva attività persecutoria che si manifesta con incomprensibili atti invasivi. Per questo siamo pronti ad intraprendere nuove iniziative giudiziarie. A 87 anni un uomo ha il diritto di essere lasciato in pace. E se si pensa che sia colpevole di omicidio lo si dica chiaramente”: è quanto ha riferito ieri in una conferenza stampa l’avvocato Stefano Giordano, legale di Bruno Contrada. Nel dettaglio il dottor Contrada agirà a breve per ottenere la riparazione dell’errore giudiziario di cui è stato vittima nel processo cui ha posto la parola fine la Corte di Cassazione nel 2017.

Contemporaneamente, insieme all’avvocato Silvia Mori, sarà presentato un nuovo ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per denunciare l’illegittimità sul piano convenzionale di una normativa, come quella italiana, che consente alla Pubblica Autorità di sottoporre “indiscriminatamente ad atti invasivi della vita personale e del domicilio quali perquisizioni, sequestri e intercettazioni - soggetti, come Contrada, che non siano parte, né in veste di indagato, né in quella di persona offesa, di un procedimento penale ( violazione dell’art. 8 Cedu) e che si trovano per di più privati, in tal modo, delle garanzie che le norme interne e convenzionali pongono a tutela di chi sia formalmente accusato di un reato ( violazione dell’art. 6 Cedu) ”, scrive Giordano nel comunicato.

A Contrada, infatti, pur non essendo indagato, è stata intercettata una utenza telefonica, probabilmente il cellulare, almeno dal gennaio 2018. Come ha sottolineato l’avvocato Giordano “non hanno prodotto alcun esito” le perquisizioni eseguite lo scorso 29 giugno nell’abitazione

e nei due immobili nella disponibilità di Contrada dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo, su mandato della Procura generale, che ha avocato l’inchiesta sull’omicidio del poliziotto Antonino Agostino, ucciso con la moglie Ida Castellucci il 5 agosto 1989. Durante un’intercettazione, in un colloquio in casa sua, col figlio, Contrada avrebbe fatto riferimento a fascicoli che ancora custodirebbe. Da qui la perquisizione. “Riteniamo che questi atti invasivi – ha aggiunto Giordano - della libertà personale di Contrada siano anche l’effetto di una sentenza che a molti non è piaciuta ( quella che ha revocato la condanna a 10 anni, interamente scontata da Contrada, ndr). Chiaramente, non è piaciuta in particolare a coloro che hanno investigato e hanno fatto indagini e processato il dottor Contrada, come il dottor Caselli, ma anche Ingroia e Di Matteo”. Ha concluso la conferenza proprio Bruno Contrada, stanco ma deciso a non arrendersi: “è turpe, ingiusto e inumano che un vecchio continui a combattere. Per decenni ho lavorato per la sicurezza democratica contro il terribile fenomeno mafioso. Solo menti malate e deformate da ideologie politiche possono pensare che io possa aver lavorato per la distruzione della democrazia. Io ho servito per tutta la vita le istituzioni'. Le fotografie ' che mi hanno sequestrato sono la rappresentazione della mia vita professionale. Nient’altro. Forse cercavano una foto con ‘’ Faccia di mostro’’... non l’hanno trovata. Sono solo menzogne”.

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