Cyberspionaggio, condannati i fratelli Occhionero

di Valentina Stella Il Dubbio 18 luglio 2018

Ieri, dopo circa tre quarti d’ora di camera di consiglio, il giudice monocratico del Tribunale di Roma Antonella Bencivinni ha emesso la sentenza di condanna di primo grado nei confronti di Giulio e Francesca Occhionero: 5 anni per lui, 4 per lei. I due erano accusati dalla Procura di Roma, nella persona del pm Eugenio Albamonte, co-titolare dell’inchiesto con il dottor Pignatone,  di cyberspionaggio -  tra l’altro nei confronti di politici, enti istituzionali, grandi aziende-  in particolare per accesso abusivo a sistemi informatici e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche. I due, qualora la sentenza dovesse essere confermata dopo i tre gradi di giudizio, non andrebbero in carcere perché Giulio ha già scontato un anno di carcerazione preventiva, la sorella otto mesi. Il pm aveva chiesto condanne più pesanti: 9 anni per lui, 7 per lei. L’impianto accusatorio sicuramente ha retto ma il giudice ha comunque scelto di non infliggere il carcere ai due imputati. Il pm aveva parlato di "quadro probatorio consolidato" e aveva fatto riferimento a migliaia di "file esfiltrati tramite virus e nascosti in sotto cartelle". I dati carpiti sarebbero poi finiti in alcuni server americani gestiti dall'ingegnere nucleare in cui gli inquirenti del Cnaipic, servizio specializzato interno alla Polizia Postale, hanno recuperato migliaia di dati. Per la difesa invece dovevano essere assolti in quanto dall’istruttoria dibattimentale non era emerso assolutamente nulla che potesse essere riconducibile a loro. I legali Stefano Parretta e Roberto Bottacchiari avevano chiesto al giudice anche una perizia terza sulle intercettazioni informatiche e le migliaia di dati raccolti. Inoltre, contemporaneamente, la Procura di Perugia sta indagando sulle modalità di indagine svolte dagli inquirenti e dalla Procura proprio nei confronti dei fratelli Occhionero, perché come ha spesso ripetuto Giulio Occhionero “siamo vittime di fabbricazioni di notizie di reato false”. Forse al giudice Bencivinni è mancato questo atto di coraggio nel concedere la super perizia che avrebbe potuto dissipare qualsiasi tipo di dubbio, considerata una istruttoria dibattimentale tecnicamente molto complessa, trattandosi di reati informatici, e soprattutto con il doppio binario di Perugia che ancora non si è concluso.  Le motivazioni arriveranno entro novanta giorni. Alla lettura della sentenza la madre dei due, la professoressa Marisa Occhionero, si è sfogata dicendo “non è giusto”, mentre Giulio Occhionero  ha espresso “perplessità sulla conduzione della giustizia nel nostro Paese per una sentenza davvero incomprensibile”. Gli avvocati difensori invece hanno detto chiaramente che ricorreranno in appello.  Giulio Occhionero è stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per la durata della pena. La sorella, invece, è stata interdetta dai pubblici uffici per cinque anni.

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