Cottarelli: Senza Monti e Fornero il debito pubblico sarebbe al 145% del Pil

di Valentina Stella Il Meridione 1 luglio 2018

Il debito pubblico è cresciuto dal 116,5 per cento del Pil a fine 2011 al 131,8 per cento del Pil a fine 2017. Il rapporto tra debito pubblico e Pil, in assenza della stretta operata da Monti, sarebbe cresciuto più rapidamente di quanto osservato, arrivando nel 2018 a 142,1 per cento (circa 11 punti percentuali al di sopra di quanto attualmente previsto per il rapporto tra debito pubblico e Pil alla fine di quest'anno). È quanto si legge nell'ultimo rapporto dell'Osservatorio dei conti pubblici, diretto da Carlo Cottarelli, e reso noto ieri. Inoltre la nota evidenzia che “senza la restrizione fiscale, la crisi si sarebbe probabilmente approfondita causando una caduta del Pil nonostante la presenza di politiche fiscali espansive, per effetto dei più elevati tassi di interesse e la maggiore difficoltà di accesso al credito per famiglie e imprese. Il rapporto tra debito e Pil sarebbe aumentato ulteriormente fino al collasso dell’economia italiana”. Tuttavia, si chiede l’Osservatorio diretto dall'ex commissario alla Spending Review, “se non fu la stretta fiscale del 2012 a causare un aumento del rapporto tra debito pubblico e Pil, cosa causò tale aumento?” . La risposta risiede nella crisi economica iniziata nel 2008-09 che, colpendo l’intera economia mondiale, aveva innalzato il deficit pubblico italiano (a causa della perdita di entrate che accompagna un calo del Pil), alimentando la crescita del debito pubblico e del rapporto tra debito pubblico e Pil. “Dopo una piccola ripresa nel 2010 – scrive l’Osservatorio -  il Pil italiano aveva ripreso a scendere per effetto del contagio della crisi greca e della percezione che la ristrutturazione del debito pubblico non era più un tabu nell’area dell’euro, anche a seguito di improvvide dichiarazioni di Merkel e Sarkozy a Deauville a fine 2010. Lo spread era salito rapidamente superando i 500 punti base nell’ultimo trimestre del 2011, trimestre in cui, prima della stretta fiscale, il Pil stava già declinando ad un tasso annualizzato del 4 per cento. Questo aveva ulteriormente indebolito le finanze pubbliche italiane spingendo ulteriormente il rapporto tra debito pubblico e Pil verso l’alto”. Carlo Cottarelli, chiamato a giugno dal Presidente Mattarella per un mandato esplorativo alla formazione di governo nello stallo Lega e Movimento Cinque Stelle, ha commentato così il rapporto:  nel 2012 “ci fu una decisa stretta fiscale con la legge Fornero, la reintroduzione dell'Imu, l'aumento dell'Iva, dell'Ires e delle accise su benzina e alcolici. Si disse: sono misure recessive. Però senza quella stretta il rapporto fra debito e Pil sarebbe aumentato ancora più rapidamente e oggi sarebbe fra il 142 e il 145 per cento, con conseguenze drammatiche per l'Italia. Lo spread sarebbe molto più alto, il credito bancario più difficile, l'isolamento internazionale del Paese ancora peggiore, i rapporti con la Bce compromessi”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue