Decreto dignità: Di Maio e Salvini non in linea

di Valentina Stella Il Meridione 5 luglio 2018

Botta e risposta all’ interno al governo del cambiamento sul decreto dignità. Per il vice premier Matteo Salvini intervenuto ieri all’assemblea Ania "è un buon inizio poi il Parlamento cercherà di renderlo ancora più efficiente e produttivo. Arginare le delocalizzazioni, il gioco d'azzardo e la ludopatia e tentare di mettere mano alla precarietà con modalità su cui poi lavoreremo in Parlamento è un buon inizio". A lui, sempre a margine della stella assemblea, ha replicato l’altro vice ministro Luigi Di Maio: “Il parlamento è sovrano, se le modifiche vanno nell'ottica del miglioramento troveranno il M5S disponibile al dialogo. Se invece vogliono annacquare le norme che abbiamo scritto, allora saremo un argine.  Non si arretra sulla precarietà, sulla sburocratizzazione, sulla lotta al gioco d'azzardo e alle multinazionali che delocalizzano dopo aver preso soldi allo Stato”. Il ministro dello Sviluppo Economico ha precisato inoltre che il tema delle pensioni non dovrebbe entrare nel dl dignità, ma verrebbe trattato a parte, e si comincerà “dall'abolizione delle pensioni d'oro. Recupereremo un po' di soldi da redistribuire a quelle minime”. Nel frattempo era arrivato anche il parere del Presidente dell’Inps Tito Boeri: “ci sono aspetti positivi. Avevo già sottolineato come il decreto Poletti fosse in contraddizione con il contratto a tutele crescenti. Quel contratto a tempo determinato era tale da scoraggiare le imprese ad assumere a tempo indeterminato. Quello che fa il decreto dignità nel ridurre la durata massima di questi contratti e alzare gli oneri mi sembra giusto. Ciò di cui sono meno convinto è l'idea di irrigidire anche i contratti a tempo indeterminato”. Un placet al decreto è giunto anche dalla Conferenza Episcopale Italiana, tramite il portavoce don Ivan Maffeis che ha ricordato l'impegno della Chiesa, con Avvenire e le associazioni di volontariato, contro le ludopatie: “accogliamo come un segnale di civiltà il Decreto governativo che pone termine agli spot sul gioco d'azzardo”. Duro invece il commento del senatore Matteo Renzi: "Il decreto dignità è meglio chiamarlo decreto disoccupazione, decreto lavoro in nero o decreto gelosia. Perché il vice premier Di Maio, molto geloso della grande visibilità del collega Salvini, ha insistito e puntato i piedi per una serie di norme che ancora non abbiamo visto perché non sono arrivate all'attenzione del parlamento, nelle quali, di fatto, anziché  colpire la disoccupazione si va a colpire chi produce posti di lavoro. Con il job act si sono creati posti di lavoro  adesso l'obiettivo è creare posti per il reddito di cittadinanza, ha una sua coerenza. La linea di Di Maio è quella di non aiutare a creare lavoro, ma avere più clienti per questo meraviglioso reddito di cittadinanza, che per ora non pare pervenuto”.

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