«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue

 Valentina Stella Dubbio 4 ottobre 2023

«È stato fatto un accordo per la riduzione del 90% dell’arretrato in due o tre anni, potrebbe sembrare un’impresa impossibile: o bisogna rassegnarsi a sforare questo limite, oppure stiamo provando a rivedere l’accordo con l’Europa per ridurre questa percentuale che sembra irrealistica». Lo ha detto il ministro della giustizia Carlo Nordio intervenendo due sere fa al Senato alla presentazione della ricerca «L’Italia e la sua reputazione: la giustizia civile cinque anni dopo», realizzata da Italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Lo aveva ribadito sabato mattina al Congresso di Area Dg: «questa è una cosa che noi stiamo affrontando con grande preoccupazione ma anche con grande determinazione, per certi aspetti anche con la fantasia». Proprio il responsabile per gli Affari Europei Raffaele Fitto a fine luglio ha dichiarato di voler proporre a Bruxelles di rivedere anche gli accordi sull’arretrato delle cause civili, che per Nordio può essere ridotto solo del 32 per cento, nel 2026, anziché del 90. Il restyling si tradurrebbe, come si legge nella relazione di Fitto, «in una riformulazione che potrebbe prevedere, alternativamente, una mera rideterminazione quantitativa alla luce delle circostanze emerse nel primo periodo di attuazione, oppure la previsione di target differenziati, che tengano conto delle differenze oggettive tra Uffici giudiziari». Ieri Fitto, al termine di un incontro con gli eurodeputati italiani a Strasburgo, ha dichiarato che «il lavoro procede positivamente d'intesa con la Commissione Ue: nelle prossime giornate sarà erogata materialmente la terza rata, abbiamo avuto l'approvazione delle modifiche della quarta, siamo in fase di verifica dei risultati raggiunti per puntare a ottenere anche queste risorse entro l'anno, e poi abbiamo due tavoli di confronto: uno sulla riprogrammazione complessiva del piano e l'altro su raggiungimento obiettivi 5 entro il 31 dicembre». Ma per quanto riguarda la giustizia, fonti di Via Arenula, ci hanno detto che «il Ministero è ancora in fase interlocutoria. La questione non si risolve one shot. Bisogna guardare gli obiettivi intermedi e quelli finali. Comunque a breve saranno pubblicati i dati relativi ai primi sei mesi del 2023 per valutare com’è effettivamente la situazione alla luce dell’entrata in vigore delle riforme e dell’apporto fornito dagli addetti all’Ufficio per il Processo». 


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