Il Guardasigilli Carlo Nordio al Congresso di AreaDg: «Le intercettazioni su mafia e terrorismo non si toccano». Ma Conte lo punzecchia

 Valentina Stella Dubbio 30 settembre 2023

Un numeroso gruppo di politici dell’opposizione è intervenuto stamattina al Congresso di Area Dg in corso a Palermo. Ma ad aprire i lavori è stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, contro cui ieri la relazione del Segretario Eugenio Albamonte era stata molto dura. Ma il Ministro è venuto in pace: “Vorrei iniziare dicendo una cosa e ho già ripetuto ma non è mai stata riportata dai giornali. La prima parte è quella direi maggioritaria del programma che io ho enunciato alle Camere e alle commissioni riguardo alla giustizia civile, meglio ancora riguardo all'efficienza della Giustizia. E questo è un tema che dovrebbe essere condiviso e spero sia condiviso perché da un lato l'emergenza economica oggi è la maggiore emergenza in Italia e la lentezza dei processi ci costa due punti di PIL, e questo lo sappiamo. E quindi la necessità di rendere processi più veloci è stata ed è anche se non sembra perché, io capisco che i giornali facciano polemica perché certi argomenti sono più sensibili di altri, però vi assicuro che la gran parte delle nostre energie sono state dedicate proprio all'efficientamento della Giustizia soprattutto in funzione dell'attuazione del PNRR che per noi è vincolante. Se poi sono stati fatti degli accordi di difficilissima attuazione come lo smaltimento del 90% degli arretrati dei processi, questa è una cosa che noi stiamo affrontando con grande preoccupazione ma anche con grande determinazione, per certi aspetti anche con la fantasia. Ed è qui che noi vorremmo avere il contributo di tutti i colleghi perché nessuno meglio di noi sa quali siano le difficoltà di smaltimento di questo arretrato tenuto conto della mancanza di risorse umane finanziarie e logistiche”.

In terra di mafia non poteva mancare un appunto: “Colgo l'occasione -non si ripeterà mai abbastanza- che quando io ho parlato e parlo di intercettazioni, non solo lascio sempre da parte il problema della delinquenza organizzata, terrorismo e mafia, sulla quale non solo non si tocca nulla ma proprio con Melillo, procuratore nazionale antimafia, stiamo progettando tutta una serie di interventi nuovi perché la delinquenza organizzata oggi, la grande delinquenza, non comunica con i mezzi tradizionali. Quando ho detto una volta alla Camera che la mafia non parla per telefono, ed è stata una specie di rivoluzione: dice ‘Nordio fa un favore alla mafia’, alludevo al fatto che noi sappiamo perfettamente che oggi le grandi organizzazioni criminali comunicano con dei mezzi che noi non siamo in grado di intercettare perché costano tanti soldi e soltanto alcuni organismi internazionali - cui ovviamente non faccio riferimento- con forti spese sarebbero in grado di captare e noi invece questa capacità non l'abbiamo. Magari spendiamo milioni di euro per altre cose ma non siamo in grado di intercettare le comunicazioni della grande delinquenza organizzata”.

Poi sulla separazione delle carriere: “A sentire molti colleghi la separazione delle carriere sarebbe disastrosa per la democrazia; a sentire le Camere penali sarebbe la panacea di tutti i mali. Ognuno la vede sotto una diversa prospettiva. Compito della politica è quella da un lato di comporre questa esigenza ma anche di dare attuazione a quello che è il mandato popolare, e su questo io mi permetto di citare quello che ha detto il presidente Mattarella all'inaugurazione del corso della scuola di magistratura pochi mesi fa: “La Costituzione definisce con puntualità l'ambito delle attribuzioni che sono affidate agli organi giudiziari così come i compiti e le decisioni che appartengono invece ad altri organi titolari di altri poteri. Questo riparto va rispettato nel quadro degli equilibri costituzionali i giudici sono appunto soltanto soggetti soltanto alla legge il che realizza l'unico collegamento possibile in uno stato di diritto tra il giudice non elettivo né politicamente responsabile e la sovranità popolare di cui la legge, opera di parlamentari eletti dal popolo e politicamente responsabili, è l'espressione primaria”. Questo ha detto Mattarella, questa è la costituzione e questa è ovviamente la mia idea. Detto ciò, finisco con un'assicurazione. Io ho fatto il magistrato, ho esercitato questa nobile professione e se tornassi indietro la rifarei. Dopo 5 anni di decantazione ratione etatis sono ancora convinto di sentirmi con la toga addosso. L'assicurazione che posso darvi è che quali che siano le riforme per me sarebbe una bestemmia un'eresia una cosa metafisica pensare che la magistratura sia giudicante, sia quella inquirente potesse un domani finire sotto il controllo del potere esecutivo o di altri poteri estranei all'indipendenza della magistratura”.

Poi è intervenuto Giuseppe Conte, leader del M5S: “Credo che il ministro Nordio abbia una postura sbagliata nei confronti della magistratura e sorprende perché avviene da parte di un ex magistrato di lungo corso. Di tutto l'Italia ha bisogno tranne che di alimentare un nuovo scontro tra politica e magistratura. Questa nuova stagione di tensione è ancora una volta fondata su un falso concettuale. C'è un fronte politico - aggiunge - che con molta astuzia e furbizia vuole alimentare una falsa dicotomia del tutto fuorviante tra un presunto scavetto garantista e un presunto scavetto giustizialista".

Intervenuta poi la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Nordio ha più volte annunciato un cantiere di riforme organiche, ma alle parole non sono seguiti i fatti, e vedendo l'approccio della maggioranza verrebbe da dire per fortuna. Abbiamo assistito a spot, decisioni di corto respiro, dannose, provvedimenti di bandiera e propagandistiche, senza una visione complessiva, senza organicità”. Ha poi aggiunto: “Dopo un anno di governo qualcosa emerge con chiarezza: l'esistenza di una postura animata da pulsioni, da un approccio muscolare e aggressivo verso la magistratura per limitarne e gli spazi di autonomia e indipendenza”. Bacio e stretta di mano tra Elly Schlein e Giuseppe Conte prima di lasciare il congresso. Il leader del M5s e la segretaria del Pd si sono salutati, scambiandosi una breve battuta.

Tra i politici intervenuti anche Anna Rossomando, vice presidente del Senato: “Ho sempre difeso l'autonomia e l'indipendenza della magistratura pensando che quando parliamo di questo parliamo in realtà del rapporto tra libertà, potere e diritti, che è tutto l'impianto della nostra Costituzione. E quindi quando parliamo del rapporto tra politica e magistratura ai tempi dei sovranisti e dei nazionalismi siamo già oltre quella discussione che facemmo anni fa quando si parlava di riforme all'interno di un sistema maggioritario. Già allora avvertimmo l'esigenza di riequilibrare pesi e contrappesi della nostra Costituzione nati in un sistema proporzionale. E figuriamoci oggi discutendo di maggioritarismo, è ben altra cosa. Quando noi parliamo di difesa della giurisdizione va inquadrata in un sistema odierno diverso da quello di dieci anni fa. C'è una teoria per cui se hai il consenso, rappresenti quel popolo e gli altri restano fuori. In questo ambito mi sono chiesta perché si è sentito il bisogno di ritornare su alcune riforme approvate a larga maggioranza. C'è purtroppo un furore ideologico che mette da parte il merito e a cui interessa riaprire il conflitto tra politica e magistratura”.

Critico sull’iniziativa invece il deputato Enrico Costa di Azione: “Da corrente a partito. La trasformazione di Area è compiuta e con il congresso di Palermo si iscrive al 'campo largo' con la benedizione di Conte e Schlein. Un'evoluzione preoccupante. Non hanno voti, ma armi non convenzionali”.


Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue