Non è un Paese per migranti

 Angela Stella Unità 18 ottobre 2023

Mentre ieri alla Camera era in corso l'informativa urgente del Governo in ordine “all'eccezionale incremento del fenomeno migratorio, con particolare riguardo alla situazione presso l'isola di Lampedusa” l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, ascoltata sempre in mattinata in audizione, ha ribadito alla Commissione affari istituzionali della Camera le raccomandazioni sui diritti dei minori stranieri non accompagnati. Quel che assolutamente non deve accadere è che i minori vengano ospitati, seppure temporaneamente, nelle stesse strutture degli adulti. A questo principio generale non si può derogare neanche in caso di emergenza, soprattutto se i criteri per individuarla non sono chiari. “La promiscuità – ha detto la Garante - tra minori e adulti è molto pericolosa: mettere questi ragazzi assieme ai maggiorenni porta i minorenni ad acquisire informazioni e un modus operandi che non è adatto a loro. I minori sono persone in formazione e devono avere dei centri educativi che siano dedicati esclusivamente a loro”.  L’Autorità garante ha sconsigliato infine di ricorrere a forme accelerate di verifica dell’età, che non facciano ricorso al metodo multidisciplinare utilizzato fino a oggi, che affianca agli accertamenti sanitari anche quelli psicologici e sociologici. “Consentire che in fasi emergenziali – la cui sussistenza di fatto è rimessa alla discrezionalità degli operatori di polizia – si possa derogare a questa procedura potrebbe comportare un’incertezza sulla determinazione della maggiore o minore età, anche in considerazione del fatto che i margini di errore sono dell’ordine dei due anni di età. Inoltre si rischia di esporre il minorenne al grave pregiudizio della convivenza con adulti se non a quello dell’espulsione, quando è invece vietato il respingimento delle persone di minore età”, ha concluso Garlatti. Nelle stesse ore veniva diffuso il XXXII Rapporto Immigrazione 2023 Caritas-Migrantes, al titolo “Liberi di scegliere se migrare o restare”. È emerso il fatto che “In Italia, secondo l'Istat, vivono in uno stato di povertà assoluta un milione e 600 mila stranieri residenti, per un totale di oltre 614 mila nuclei familiari. Le famiglie immigrate in povertà costituiscono circa un terzo delle famiglie povere presenti in Italia, pur rappresentando solo il 9% di quelle residenti. La percentuale di chi non ha accesso a un livello di vita dignitoso risulta essere tra gli stranieri cinque volte superiore di quella registrata tra i nuclei di italiani”. “Tale svantaggio - si legge nel Rapporto -, rafforzatosi a partire dal 2008 (anno della grave crisi economico-finanziaria), ha oggi raggiunto livelli ancora più preoccupanti e strutturali a seguito della pandemia da Covid19. Da un anno all'altro peggiora in modo preoccupante la condizione dei disoccupati: tra loro risulta povera quasi una persona su due; solo un anno fa toccava circa una persona su quattro”. “Accanto poi alle fragilità - si legge ancora -, in qualche modo prevedibili, di chi è senza un impiego, si aggiungono quelle di chi un lavoro lo possiede: il fenomeno della in-work poverty, ormai noto nel nostro Paese, ha registrato una forte recrudescenza negli ultimi anni, tra stranieri e non. Secondo le ultime stime Istat, il 7% degli occupati in Italia vive in una condizione di povertà assoluta, percentuale che sale al 13,3% tra i lavoratori meno qualificati, come gli operai o assimilati; e se a svolgere tali occupazioni sono persone di cittadinanza straniera il dato schizza al 31,1% (tra gli italiani è al 7,9%)”. “Un ultimo elemento di criticità - aggiunge il Dossier - è infine quello legato ai minori: si contano 1 milione 400 mila bambini poveri e un indigente su quattro è un minore. Se si considerano le famiglie di stranieri con minorenni i dati appaiono davvero drammatici: tra loro l'incidenza della povertà raggiunge il 36,2%, più di 4 volte la media delle famiglie italiane con minori (8,3%). L'analisi dei bisogni complessivi, raccolti da volontari e operatori (nel 2022 le persone straniere incontrate nei soli Centri di Ascolto e servizi informatizzati Caritas sono state 145.292, su un totale di 255.957 individui), conferma per il 2022 una prevalenza delle difficoltà di ordine materiale, in linea con gli anni precedenti”.

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