Via Arenula chiede accertamenti su Apostolico, non «ispezioni»

 Valentina Stella Dubbio 13 ottobre 2023


Nessun «accertamento ispettivo né tanto meno dell’avvio di un’azione disciplinare»: così ieri in una nota il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha smentito una indiscrezione giornalistica secondo la quale un accertamento preliminare era stato avviato dal Guardasigilli nei confronti di Iolanda Apostolico, il giudice del Tribunale di Catania che non ha convalidato nelle ultime settimane il trattenimento nel centro per richiedenti asilo di Pozzallo di migranti tunisini sbarcati a Lampedusa. Come spiegato dal comunicato di Via Arenula «a seguito di 4 interrogazioni parlamentari, essendo doveroso rispondere», Nordio ha dato «mandato alle articolazioni competenti del Ministero di acquisire articoli di stampa e pubblicazioni sui social media relativi alla giudice di Catania, Iolanda Apostolico». In tale attività non saranno ad esempio interpellati gli uffici giudiziari catanesi. Il perimetro di intervento di Nordio è molto ristretto: una semplice raccolta di materiale per rispondere agli atti di sindacato ispettivo preannunciati dalla Lega e da Fratelli d’Italia che gli hanno chiesto rispettivamente «quali misure intenda adottare per declinare, in termini di legge, le modalità per garantire che il giudice possa essere percepito dalla società civile imparziale» e se ci siano i «presupposti per l’adozione di iniziative di carattere ispettivo al riguardo». Intanto ieri c’era anche molta attesa per la risposta del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ad una interrogazione al Senato del Partito Democratico che gli chiedeva, in merito al video postato da Matteo Salvini lo scorso 5 ottobre in cui si vede Iolanda Apostolico alla manifestazione del 25 agosto 2018 al porto di Catania per il caso Diciotti, «se non ritenga necessario ed urgente intraprendere tutte le iniziative necessarie al fine di chiarire la precisa ricostruzione dei fatti». Il prefetto ha fornito risposte fumose; le sue parole sono state quasi un copia e incolla di quelle pronunciate il giorno prima dal suo sottosegretario Nicola Molteni in Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove era stato chiamato a fornire dettagli sempre riguardo lo stesso video da Alleanza Verdi e Sinistra e da +Europa. Piantedosi infatti ha detto semplicemente che il video «non proviene da documentazione della Questura di Catania» e che «in nessuno degli atti redatti, all’epoca, dal personale impiegato nei servizi di ordine pubblico e a seguito dei fatti verificatisi nel corso della manifestazione, è menzionata la dottoressa Apostolico». Ha poi aggiunto: «è notorio ed è stato più volte precisato che i fatti attinenti alla recente diffusione di video riguardanti la manifestazione in questione sono all’attenzione della Procura della Repubblica di Catania». Insomma, il Governo continua a non rispondere e a dribblare le domande dell’opposizione rimasta pienamente insoddisfatta: « le mancate risposte del ministro Piantedosi in merito alla vicenda del video diffuso dal ministro Salvini sono state imbarazzanti», hanno commentato i senatori del Pd Anna Rossomando, Walter Verini, Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli. «Semplicemente Piantedosi non ha risposto a nessun quesito e il governo prosegue su una linea che rischia di mettere in discussione separazione dei poteri e indipendenza della magistratura. A queste omissioni si aggiunge una difesa impossibile di leggi indifendibili come il dl Cutro in contrasto con normative europee e che era del tutto prevedibile sarebbero state inapplicabili», hanno concluso i senatori dem. Piantedosi poi, seppur sollecitato dalla vice presidente del Senato Rossomando, non ha detto nulla riguardo alla vicenda del carabiniere che avrebbe girato il famoso video. Facciamo un passo indietro: due giorni fa in Commissione Affari Costituzionali il sottosegretario Molteni aveva detto che «l’Arma dei Carabinieri ha rappresentato che il 6 ottobre un carabiniere aveva riferito di aver girato dei video tra cui uno che ritraeva la magistrata, per poi ritrattare. Dell’accaduto è stata informata la Procura di Catania».  Dopo poche ore era arrivata una nota di smentita del segretario generale del Sim Carabinieri, Antonio Serpi: «Non è vero quanto sostenuto dal sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni: il carabiniere non ha mai confessato ai suoi di aver girato e diffuso il video che mostrava la giudice Iolanda Apostolico ad una manifestazione a Catania. Né, dunque, avrebbe potuto ritrattare. È stato creato un grave danno al carabiniere e qualcuno ne dovrà rispondere, è stato messo in mezzo per una chiacchiera da bar». «Ma vi sembra normale – si era chiesto due sere fa l’onorevole di +Europa Riccardo Magi -  che un sottosegretario di Stato dica una menzogna durante un Question Time in una commissione parlamentare? Per il governo Meloni sì». Su questa incongruenza Piantedosi ieri, durante il question time, era stato invitato a rispondere «senza reticenze e omissioni», tuttavia ha fatto finta di non sentire la domanda. Restano dunque senza risposta le due questioni principali: chi ha girato quel video, la cui prospettiva sembra provenire dal cordone delle forze dell’ordine? E soprattutto, chi lo ha dato al vice premier Salvini? Non sarebbe stato più semplice e comodo per la Bestia di Salvini passare il video ad un giornale amico, evitando tutte queste polemiche? Cosa non ha funzionato? "A questo punto, dice Magi di +Europa,  non solo è urgente che Salvini venga in aula a riferire su come ha ottenuto quel video e chi l'ha girato, ma è necessario che Molteni chiarisca: non si può mentire di fronte a una commissione parlamentare. Se davvero lo ha fatto, le dimissioni sarebbero inevitabili”. 


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