Caso Apostolico, l’Anm conferma lo stato d’agitazione. Ma MI vota contro

 Valentina Stella il Dubbio 21 ottobre 2023

Il caso Apostolico divide in parte l’Anm riunita oggi a Roma per il Cdc. Alla fine della prima giornata, viene votato un documento in cui si conferma lo «stato di agitazione già deliberato sui temi dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura» e si delibera la convocazione di un'assemblea generale con all'ordine del giorno «gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale». A favore del documento sono stati espressi 22 voti, mentre 8 sono stati quelli contrari: Magistratura Indipendente è stata l'unico gruppo a votare contro. L’ennesimo distinguo dopo non aver sottoscritto al Csm la richiesta della pratica a tutela nei confronti della giudice del Tribunale di Catania che non ha convalidato il trattenimento, nel centro per richiedenti asilo di Pozzallo, di migranti tunisini sbarcati a Lampedusa – e messa alla gogna in video pubblicato da Matteo Salvini mentre era alla manifestazione del 25 agosto 2018 al porto di Catania per il caso Diciotti.


L'Anm, inoltre, con il suo documento, chiede al Garante per la privacy di «adottare tutte le opportune iniziative a tutela dei magistrati che sono stati e che saranno oggetto di intrusioni indebite nella loro vita privata in conseguenza del contenuto dei loro provvedimenti». Al ministro della Giustizia, poi, si chiede di «precisare il contenuto e le finalità del mandato conferito agli ispettori» sul caso Apostolico.


Per giungere all’approvazione del documento ci è voluta una sorta di trattativa tra i gruppi. All’inizio Mi e Unicost erano concordi nel ribadire la condanna agli attacchi ricevuti dalla collega catanese, ma avrebbero voluto specificare che occorre apparire imparziali, diversamente dalla posizione di Md per cui «il cittadino magistrato pensa, ragiona e vota in base alle proprie convinzioni: la manifestazione del pensiero non può essergli preclusa, tanto più su temi generali che coinvolgono la difesa di diritti umani incomprimibili». Alla fine, dopo che, come ci riferiscono fonti del Cdc, i membri Unicost hanno sentito probabilmente i vertici e, preso atto che 25 giunte territoriali Anm su 26, anche a maggioranza Unicost, erano a favore di una linea dura hanno deciso di appoggiare il documento che sintetizza così le posizioni: «Non intendiamo sottrarci ad una seria riflessione sulla imparzialità del magistrato in tutte le sue declinazioni. Ma oggi chiediamo con forza alla politica di riflettere sugli effetti dannosi per i cittadini di simili operazioni di delegittimazione, volte ad indebolire la credibilità del potere giudiziario e l'indipendente esercizio della funzione giudiziaria».


L’Assemblea si sarebbe voluta tenere a Catania ma altre fonti ci dicono che l’iniziativa non sarebbe piaciuta al Quirinale perché troppo d’impatto. Probabilmente si opterà per Roma.


Intanto la mattinata era iniziata con la relazione del Presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia (AreaDg) che ha parlato di una «campagna denigratoria», di «caccia all'uomo».


«Dalla critica, sempre legittima, a un provvedimento giudiziario, si è passati alla ricerca di elementi che possano gettare ombra sull'imparzialità di un magistrato. Oggi dobbiamo chiederci se un magistrato potrà, dopo questa campagna denigratoria, di “caccia all'uomo”, di profilazione per consegnarlo all'opinione pubblica come un soggetto che in qualche modo non assicura il contrasto all'immigrazione illegale, fare il proprio dovere, cioè fare giustizia prescindendo da tutte queste considerazioni. La giurisdizione va rispettata per quello che è, un potere indipendente», ha detto il vertice Anm.


«Ciò che è accaduto - ha aggiunto ancora Santalucia - è particolarmente grave: se faccio un provvedimento non gradito è possibile che ci siano cassetti che conservano comportamenti da utilizzare alla bisogna per costruire una narrazione di un certo tipo? Se un magistrato ha sbagliato ci sono gli strumenti, e la prima verifica di imparzialità è la motivazione: bisogna partire da questa, non dalla persona per gettare ombra sul provvedimento».


Da evidenziare ancora la posizione in parte diversa del segretario dell'Anm Salvatore Casciaro in quota MI, il quale ha sottolineato che «sarebbe auspicabile evitare che un giudice possa entrare in logiche conflittuali o partitiche, ovvero che si cali in contesti di tensione o dialettica sociale, connaturati a certe manifestazioni pubbliche o di piazza, rispetto alle quali sarebbe il caso di fare prudentemente un passo indietro». Resta comunque per lui «indiscutibile» che «l'eventuale inopportunità del contegno del magistrato e l'inosservanza delle regole della prudenza nell'attività extra-funzionale non possono mai giustificare violenti e indiscriminati attacchi alla giurisdizione o al singolo magistrato, tanto più deplorevoli se mossi da esponenti delle istituzioni della Repubblica in grado, proprio per il ruolo ricoperto, di minare la fiducia dei cittadini nell'ordine giudiziario».


Mentre era in corso il Cdc non è mancata una nota della Lega: «La riforma della Giustizia è urgente, nel frattempo la magistratura deve concentrarsi per lavorare proficuamente e giudicare con serenità: le proteste e i toni sopra le righe della Associazione nazionale magistrati (Anm) non aiutano a ristabilire un clima rispettoso».


A piazza Cavour arriva il messaggio ma le toghe rilanciano, a partire da Md che si appella al Consiglio Superiore della Magistratura affinché «porti a termine nel minor tempo possibile la pratica a tutela» della Apostolico e insieme agli altri chiede quanto prima di convocare l’assemblea.


L’ultima era stata a giugno sul caso Uss, sempre per l’attacco ai giudici che avevano evitato il carcere al figlio di un oligarca vicino a Putin con provvedimento motivato.


La tensione tra magistratura e politica è sempre più alta. Tuttavia fa riflettere la posizione di Mi, che secondo voci degli altri gruppi con questa posizione «ambigua» si starebbe trasformando, grazie all’appoggio al Governo, «in un ufficio di collocamento» per tutte le posizioni.


In merito a questo arriva una nota molto polemica del Coordinamento di AreaDg: «Oggi alla riunione del Comitato Direttivo Centrale dell’Anm come nei giorni scorsi al CSM, Magistratura Indipendente ha dimostrato di aver fatto una scelta di campo. Al congresso di Palermo avevamo ben spiegato come si stesse saldando un asse tra questo gruppo associativo e la maggioranza di Governo. Quale la contropartita? I voti dei laici di centrodestra necessari a monopolizzare le nomine dell’autogoverno in cambio della tacitazione della magistratura e della ANM portata in dote da M.I.? Si vorrebbe una magistratura silenziosa e prona alle linee culturali della maggioranza, ottenuta anche a costo di rinunciare alla funzione di interpretazione delle leggi. Un associazionismo silente o comunque diviso che sacrifica i magistrati che rendono provvedimenti sgraditi lasciandoli esposti al dileggio pubblico e prolungato per settimane e ad una indecente attività di dossieraggio che ne attinge la sfera più privata. Oggi abbiamo fermato questa deriva ma le insidie che reca sono sempre presenti. Ci chiediamo quale prezzo la magistratura dovrà pagare prima che questo disegno venga abbandonato»

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