Mi spacca l'ANm

Valentina Stella Dubbio online 21 gennaio 2024


Il parlamentino dell’Associazione Nazionale Magistrati riunito da due giorni a Roma ha approvato due documenti – uno relativo all’informativa di Nordio al Parlamento e l’altro in riferimento alle dichiarazioni del vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, qualche giorno fa in una conferenza stampa a Piazza Indipendenza – entrambi non sottoscritti da Magistratura Indipendente. La corrente conservatrice ha soprattutto ritenuto il secondo troppo politico per essere condiviso. Ennesima dimostrazione di collateralismo governativo?

“Una relazione problematica” è il titolo della mozione – firmata da Magistratura Democratica, AreaDg, Unicost, CentoUno – di stigmatizzazione delle parole del Guardasigilli.

Per i sottoscrittori “nella recente relazione del Ministro sullo stato della Giustizia piuttosto che l'indicazione di strumenti che possano essere di ausilio al quotidiano impegno dei magistrati, e dei loro collaboratori, nel rendere il migliore servizio a tutela dei diritti dei cittadini, piuttosto che esporre con quali mezzi si intendano perseguire gli obiettivi del PNRR (nel processo penale forse attraverso una App nata già obsoleta e che al momento consente solo di decuplicare il tempo necessario all'evasione di una richiesta di archiviazione?), si è avuta una nuova manifestazione del timore per il preteso eccessivo potere degli uffici di procura e per i pretesi abusi delle intercettazioni o di altri strumenti di ricerca della prova, essenziali nel contrasto delle forme di criminalità organizzata o di gravi delitti contro l’economia e la pubblica amministrazione”.

Per i quattro gruppi associativi “va quindi riaffermata la necessaria difesa e salvaguardia dello strumento delle intercettazioni”.

Inoltre “resta fondamentale il mantenimento dell’attuale modalità di reclutamento e di formazione di giudici e pubblici ministeri, poiché valorizza la comune cultura della giurisdizione, che è essenziale per tutti gli appartenenti all’ordine giudiziario, siano essi giudici che pubblici ministeri, quale prima garanzia dell’indagato e vero fondamento della legittimazione e responsabilità dell’organo del pubblico ministero, che è il primo presidio del rispetto delle garanzie per la persona sottoposta a indagini e per la persona offesa”.

Da ultimo, “ma non per importanza, devono essere rimarcate le gravi criticità della relazione a proposito del reato di abuso di ufficio”.

L’abrogazione di tale delitto “rischia di rendere priva di sanzione la violazione degli obblighi di astensione, la dolosa alterazione di concorsi pubblici, l’assegnazione di appalti, lavori o servizi pubblici, in assenza di procedure di evidenza pubblica: una fascia di impunità che non appare in linea con le esigenze, riconosciute dallo stesso Guardasigilli nella sua relazione alle Camere, di serio ed effettivo contrasto ai fenomeni corruttivi”.

Il Comitato Direttivo Centrale dell'Anm “sollecita pertanto il Ministro, cui spetta per costituzione il compito di “organizzazione e funzionamento dei servizi relativi alla giustizia”, ad attuare una reale politica di sostegno dei magistrati, impegnati a garantire il migliore servizio ai cittadini e l'attuazione degli obiettivi del PNRR, garantendo mezzi e risorse, e si riserva ogni necessaria iniziativa a tutela dell'essenza della giurisdizione”.

Per quanto concerne la bufera sollevata dalle parole di Fabio Pinelli, il Cdc – tranne Mi e questa volta anche i Centouno – hanno elaborato un documento dal titolo “Parole ed equilibrio”.

Ricordando come “nel corso di una conferenza stampa, il Vicepresidente del CSM ha pronunciato giudizi che sembrano svalutativi delle sue funzioni (del Csm, ndr), confinandola ad organo che dovrebbe limitarsi solo a compiti di ‘alta amministrazione’”, i tre gruppi associativi hanno sottolineato che “ogni deliberazione assunta in materia di organizzazione e di amministrazione comporta, di necessità, una scelta tra opzioni culturali e politiche diverse, implica l’assunzione di una decisione tra plurime soluzioni prospettate e prospettabili, richiede sempre un bilanciamento non “neutro” di tutti gli interessi che vengono in rilievo, in funzione di quelli generali della giurisdizione, ed impone valutazioni, espressive di attività di alta amministrazione, in senso ampio “politiche”: alle quali concorrono, d’altra parte, tutti i componenti del Consiglio”.

Pertanto “stupiscono le recenti dichiarazioni del Vicepresidente del CSM a proposito del supposto ‘deragliamento’ del precedente CSM: dichiarazioni ‘straordinarie’, che, anche nella più benevola lettura, dimenticano che gli ordini del giorno del CSM sono firmati dal Presidente della Repubblica, circostanza che chi svolge il ruolo di vicepresidente da oltre un anno conosce bene. Vi è poi una prassi che pur avendo avuto meno risonanza mediatica, desta forte preoccupazione: quella adottata da alcuni consiglieri, prevalentemente laici, di votare o astenersi senza alcuna esplicita motivazione, che contribuisce a svilire il ruolo assegnato dalla costituzione al Consiglio, tentando di mutarne la fisionomia”.

E dice la sua il segretario dell’associazione che riunisce le toghe progressiste di AreaDg, Giovanni Zaccaro. «Ogni mattina i magistrati italiani cercano di fare giustizia con le poche risorse date dal ministero – spiega Zaccaro – Ogni mattina - ricorda constatano le inefficienze del processo penale telematico che rallenta anche gli adempimenti. Prima semplici». Oggi, spiega commentando i lavori del Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati, «hanno anche scoperto che il gruppo di magistratura indipendente ha votato, in modo incomprensibile, contro il documento unitario della Anm che denuncia queste cose». 


Il secondo documento, come abbiamo detto, non è stato dal gruppo del CentoUno. Ci spiega Andrea Reale  "Nel documento leggiamo 'ogni deliberazione assunta in materia di organizzazione e di amministrazione comporta, di necessità, una scelta tra opzioni culturali e politiche diverse....'.  Questa frase e la filosofia che ne è sottesa è quella che giustifica il correntismo e Magistratopoli. Noi avevamo presentato un documento (non approvato, ndr) in cui, tra l'altro sottolineavamo che 'La Costituzione attribuisce ai magistrati l’esercizio della funzione giurisdizionale. Si tratta, in sostanza, della tutela dei diritti e della garanzia di giustizia che vi è connessa; senza queste lo Stato democratico, fondato sull'uguaglianza e sulla pari dignità delle persone, sarebbe gravemente compromesso. Principale corollario dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge è l'imparzialità nell'esercizio della giurisdizione . Affinché tale ruolo possa essere svolto la Costituzione ha sottratto alla Politica il governo dei magistrati e l’ha affidato a un organo apolitico di garanzia, il Consiglio Superiore della Magistratura. Sotto questo profilo, le parole del Vice Presidente Fabio Pinelli secondo cui il CSM è un organo di alta amministrazione non deve essere una sorta di terza camera politica e non può interferire con le scelte di politica legislativa che appartengono alle istituzioni rappresentative della sovranità popolare ma de ve pronunciarsi sulle ricadute di tali scelte sul funzionamento degli uffici giudiziari sono pienamente condivisibili'".


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