Pm “mediatici” Delmastro invia gli ispettori

 Valentina Stella dubbio 17 gennaio 2024 

 

«L'Ispettorato generale ha attivato le procedure per l'effettuazione di un monitoraggio degli atti motivati in ordine alla sussistenza dell'interesse pubblico che giustifica le comunicazioni con la stampa» nelle Procure di Avellino, Brescia, Cagliari, Catanzaro, Ferrara, Frosinone, Livorno, Latina, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Torino, Vercelli». Lo ha detto ieri in aula alla Camera il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove rispondendo a una interpellanza dell’onorevole di Azione Enrico Costa in merito all’applicazione della legge sulla presunzione di innocenza. Il parlamentare nell’atto di sindacato ispettivo ha fatto notare come siano «innumerevoli», a suo parere, «le violazioni delle disposizioni» della normativa. «Solo per citare l'ultimo caso, benché la legge vieti di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza, da un comunicato stampa autorizzato dalla procura della Repubblica di Milano il 6 luglio 2023 si apprende di un'inchiesta denominata “Beagle Boys”, ovvero “Banda Bassotti”; il comunicato, lungi dal rispettare il perimetro assegnato dalla legge alla comunicazione giudiziaria, arriva addirittura a informare dell'individuazione di un “sodalizio criminale”, salvo poi, in coda, precisare che vige la presunzione d'innocenza». Ha quindi chiesto se «il Governo abbia proceduto, in ossequio all'ordine del giorno 9/00547-A/009, ad effettuare un monitoraggio degli atti motivati dei procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell'interesse pubblico che giustifica l'autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti e quali siano gli esiti». La replica del sottosegretario alla Giustizia è stata molto ampia: ha confermato come il Governo «pur senza deprivare minimamente la magistratura di un solo strumento di indagine», abbia «posto in campo un arsenale volto a dare corpo vero alla segretezza degli atti istruttori, a garantire la presunzione di innocenza nella comunicazione, a evitare la spettacolarizzazione mediatica della giustizia, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia» e ha parlato della «necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni» ricordando le «innovazioni normative» introdotte, «tese a rafforzare la privacy del terzo estraneo». Ha quindi rammentato come si ampli «l'obbligo di vigilanza del Pm anche sui brogliacci» e si stabilisca «il dovere del giudice di stralciare tutto ciò che riguarda i terzi» vietando che si indichino «i loro dati». «In sede di emendamenti - ha sottolineato il sottosegretario - si è previsto il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare». Anche se «il diritto di difesa deve essere però contemperato con il diritto ad essere informati». Il termine “Banda Bassotti” «non credo rientri nel diritto di cronaca - ha notato Delmastro - ma scivoliamo nella spettacolarizzazione». Tra le altre misure prese dal governo per evitare la divulgazione di notizie che «potrebbero danneggiare» chi è coinvolto nelle indagini, ma non è ancora condannato con sentenza definitiva, il sottosegretario ha menzionato il decreto del 2021 «per il rafforzamento del diritto alla difesa» secondo il quale il Pm «mantiene personalmente o tramite persona incaricata i rapporti con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa». È vietato poi ai magistrati, ha affermato, «di dare informazioni al di fuori di questi mezzi o dare denominazioni ai procedimenti lesive della presunzione d'innocenza». Costa si è detto «parzialmente soddisfatto» della risposta ma ha auspicato «che ci sia un'efficacia, che ci sia una conseguenza, perché uno dei problemi significativi del mondo della giustizia è che ci sono molte norme dal punto di vista ordinatorio che non hanno sanzioni effettive ed efficaci». Per Giovanni Zaccaro, Segretario di AreaDg «Non è chiaro da chi e come siano stati scelti gli uffici monitorati. Andando avanti così, la presunzione di innocenza varrà per tutti tranne che per i magistrati». Altre toghe hanno parlato di «atto intimidatorio», altri magistrati di un vero e proprio «obiettivo di dividere i buoni procuratori da quelli cattivi». 


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