Italiano incarcerato in Romania in condizioni disumane

 Angela Stella Unità 31 gennaio 2024

 

Mentre finalmente è arrivato all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica il caso di Ilaria Salis, l’antifascista italiana rinchiusa da quasi un anno nel carcere di massima sicurezza di Budapest, c’è un’altra storia che proviene sempre dall’estero e che meriterebbe considerazione da parte del nostro Governo. A denunciarla è il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti con una interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani e presentata il 29 gennaio. Come si legge nell’atto di sindacato ispettivo “secondo quanto riferito da numerosi media e, in particolare, da Radio Leopolda, nella trasmissione «Carceri, bisogna vederle» del 26 gennaio 2024, un ragazzo di 29 anni di Caltanissetta è detenuto in Romania dall'inizio di maggio 2023 in condizioni disumane e degradanti; la madre, Ornella M., nella conversazione con Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, che cura la sopra menzionata rubrica, ha manifestato la sua angoscia e preoccupazione sia per come si è svolta finora la vicenda processuale sia, soprattutto, per le modalità dell'esecuzione penale in carcere”. La madre ha raccontato che lo scorso anno il figlio aveva deciso con alcuni amici di recarsi ad un festival che ogni anno all'inizio di maggio si svolge a Costanza in Romania al Teatro estivo, e che il 3 maggio 2023 è stato fermato e arrestato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti ricevendo una condanna in primo grado a 8 anni e sei mesi di carcere con l'appello che si celebrerà nel mese di aprile 2024. Giachetti precisa di non volersi soffermare “sullo svolgimento del processo” -  che comunque secondo la madre “si è svolto con il travisamento totale dei fatti avvenuti, con intercettazioni non autorizzate e trascritte in modo indecente, così da espungere tutte le affermazioni a discolpa del figlio” -  bensì “sulle condizioni di detenzione che mettono in serio pericolo la salute psico-fisica del ragazzo e la sua stessa vita”. Infatti “Filippo M. è detenuto nell'istituto penitenziario di Porta Alba di Costanza, uno dei peggiori carceri europei, più volte oggetto di condanna da parte della Corte EDU per trattamenti inumani e degradanti”. Appena fatto l'ingresso in istituto, è stato messo in isolamento Covid per 21 giorni “in una stanza invasa dai topi e zeppa di escrementi anche sui materassi, vecchi e maleodoranti”. Successivamente “il ragazzo è stato spostato in una cella di circa 35 metri quadri dove alloggiano 24 detenuti, in condizioni igienico-sanitarie immonde, con un buco per terra per fare i bisogni, sporco e nauseabondo, e con la possibilità di lavarsi una volta a settimana, raramente con l'acqua calda, in docce che consistono in tubi che fuoriescono dalle pareti senza separazioni per preservare un minimo di privacy; anche i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero”. A Filippo “è stato anche vietato di poter ricevere una coperta; l'alimentazione fornita dall'istituto consiste in una sgradevole poltiglia servita con il mestolo per cui i detenuti che possono permetterselo acquistano a caro prezzo ciò che fornisce lo spaccio interno, consistente prevalentemente in scatolame, biscotti e altri prodotti confezionati”. In questo quadro desolante – prosegue l’interrogazione -  “è accaduto che il 26 gennaio Filippo sia stato aggredito da un compagno di cella riportando una ferita al labbro e ustioni ad una gamba e rischiando di essere accoltellato da un altro recluso”. In conclusione, ricorda Giachetti che Filippo è un ragazzo incensurato che non ha mai avuto problemi con la giustizia e chiede “se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti; cosa intenda fare tramite la propria rappresentanza diplomatica per tutelare e assistere il cittadino italiano e quali iniziative di competenza intenda assumere affinché siano garantiti i diritti umani fondamentali di Filippo”. 

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