Ecco gli emendamenti al ddl Nordio

 Valentina Stella Dubbio 3 gennaio 2023

 

Il 9 gennaio in Commissione giustizia del Senato, a meno che non si dia priorità al dossier sul doppio cognome come avrebbe richiesto la premier Meloni, si voteranno gli emendamenti al ddl 808 “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare”, che contiene modifiche su abuso d’ufficio, traffico di influenze, intercettazioni a tutela della riservatezza del terzo estraneo al procedimento, contraddittorio, collegialità e misure cautelari, inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Lo svolgimento dei lavori si era fermato perché durante la sessione di bilancio non si possono discutere testi che comportino una spesa. E nel ddl è prevista quella di  euro 1.291.000 per l’anno 2024 per l’assunzione di 250 giudici per far partire il gip collegiale. Ma andiamo con ordine. Oltre 160 emendamenti, contenuti in un documento di 105 pagine, chiedono una messa a punto al ddl che porta la firma del Guardasigilli Carlo Nordio. Incardinato in commissione a Palazzo Madama ad inizio agosto il provvedimento, composto da otto articoli, si avvia dunque a un restyling. Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra chiedono che venga soppresso l’articolo 2, comma 1 lettera n) che prevede l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione da parte del pubblico ministero e l’articolo 1 che intende abrogare l’abuso di ufficio, considerato da Nordio un reato evanescente; mentre per le opposizioni l’abolizione, come emerso da varie audizioni, presenta diverse criticità. Il Pd però ha presentato un emendamento per rendere ancora più chiara, tassativa e dettagliata l’attuale norma. I dem propongono poi una modifica del Testo Unico degli enti locali per separare le responsabilità dei sindaci da quelle dei tecnici.  A chiedere misure più stringenti sono soprattutto Lega e Forza Italia che con un pacchetto di modifiche sembrerebbero puntare a porre un argine alla divulgazione di intercettazioni e documenti. Le loro proposte riprendono in sostanza il disegno di legge in esame sempre in commissione Giustizia al Senato, depositato dal capogruppo di FI in 2a Pierantonio Zanettin, relativo alle “Modifiche della disciplina delle intercettazioni del difensore dell’indagato e delle proroghe delle operazioni”. Tornando all’808, la senatrice della Lega Stefani chiede di modificare l’art. 684 cp (Pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale) aggiungendo «la responsabilità civile di chiunque abbia pubblicato o pubblichi intercettazioni relative a soggetti diversi dalle parti». La Gelmini del Gruppo Misto propone che le testate che pubblicano atti coperti dal segreto istruttorio «decadano dal diritto all'erogazione di contributi o finanziamenti pubblici per l'anno in cui si è consumata la violazione».  Inoltre per la Lega, quando il giudice dispone la cancellazione dai supporti informatici o cartacei di «intercettazioni illecitamente pubblicate» si deve prevedere «per ogni giorno di ritardo il pagamento di una somma non inferiore ad euro 100 e non superiore ad euro 500 a favore della cassa delle ammende». Sempre il Carroccio e gli azzurri puntano a vietare «il sequestro e ogni forma di controllo delle comunicazioni» tra «indagato e il proprio difensore, salvo che l'autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che si tratti di corpo del reato». Le comunicazioni e conversazioni tra difensore e indagato comunque intercettate non possono in nessun caso essere trascritte nemmeno sommariamente. La violazione costituisce illecito disciplinare. Si prevede l’istituzione dell'albo delle utenze telefoniche dei difensori. Sempre in ambito di garanzie il Pd ha presentato un emendamento in merito all’interrogatorio preventivo  rispetto all'eventuale applicazione della misura cautelare per salvaguardare soprattutto le esigenze difensive. Lega e Fi invece vogliono intervenire sulle proroghe delle intercettazioni: quelle «successive alla prima non possono essere concesse se nel corso degli ultimi due periodi di intercettazione precedenti, comunque autorizzati, non siano emersi nuovi elementi investigativi utili alle indagini. La motivazione di tali proroghe non può essere fondata esclusivamente su elementi investigativi già utilizzati nel decreto di autorizzazione o in quello di convalida». Se le intercettazioni riguardano persone non indagate non potranno essere trascritte. Per gli azzurri devono andare via anche i nomi di persone estranee all'indagine. Per Zanettin «Chiunque pubblica o diffonde ovvero concorre a pubblicare o diffondere con il mezzo della stampa o con ogni altro mezzo di diffusione atti di indagine, anche parziali o per riassunto, fino al termine dell'udienza preliminare e relativi a un procedimento penale è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 7.000 a euro 35.000».Mentre Ivan Scalfarotto di Iv vorrebbe che il giudice possa chiedere al giornalista di rivelare una fonte quando la notizia diffusa può essere rivelata solo dagli inquirenti. Questo, spiega il parlamentare, «a tutela dell'indagato e per evitare la strumentalizzazione dei giornalisti per diffondere notizie su un'indagine in corso». Infine il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo propone di aumentare l'età per andare in pensione dei magistrati: 73 anni anziché 70. Da Fratelli d’Italia invece solo tre proposte piuttosto tecniche. 

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