Presidenza tribunale sorveglianza Roma: fumata nera

 Valentina Stella Dubbio 11 gennaio 2024

 

Fumata nera ieri in Csm per la nomina del Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, il cui posto è incredibilmente vacante dal 2022; eppure è quello più importante, dovendo decidere anche sui 41 bis. A contendersi il posto c’erano Marina Finiti e Vittoria Stefanelli. Ma la pratica è tornata in Commissione per un approfondimento di istruttoria. Ricordiamo che la dottoressa Finiti era finita al centro di un esposto nel 2021 inviato dai legali di Finnegan Lee Elder – condannato per l’omicidio di Cerciello Rega -  Renato Borzone e Roberto Capra, all’ex Ministra Cartabia e all’ex Procuratore Generale di Cassazione Salvi, in quanto presidente del Collegio giudicante insieme alla giudice a latere Elvira Tamburelli. I legali contestavano quanto riportato nella sentenza di primo grado: «Ma perché dileggiare la condotta delle vittime - si leggeva nel dispositivo  -  e metterle sul banco degli imputati come reiteratamente è stato fatto in questo processo, esercitando il diritto di difesa al limite del consentito e della decenza? Perché tutte quelle insinuazioni volte a screditare l’operato dei carabinieri ipotizzando finanche dei reati? Si tratta di una ricostruzione insostenibile, fuori da ogni logica, smentita dalla descrizione che plurime fonti dichiarative hanno fornito della vittima e del suo operato». Secondo i legali, che per questo atteggiamento avevano chiesto anche l’annullamento della sentenza, le due giudici li accusavano di aver più volte messo in dubbio la credibilità di alcuni esponenti dell’Arma (due condannati in primo grado in procedimenti paralleli); secondo gli avvocati i commenti delle magistrate in sentenza erano stati “sprezzanti” verso la funzione difensiva, in quanto secondo loro non si potevano screditare i carabinieri credibili «a prescindere». Inoltre i due legali appresero casualmente che su Radio Radicale è pubblicata la registrazione di altro processo, celebrato dallo stesso collegio del processo Elder/Natale in cui, nella fase iniziale di un’udienza, del 7 luglio 2020, è ascoltabile un “fuori onda” tra la giudice a latere e il Presidente estensore della sentenza, che è indice di totale mancanza di serenità nei confronti di almeno uno dei difensori del processo Rega. Presidente: «dobbiamo mantenere la calma perché l’ho visto prima mi hanno aggredito tutti capito [incomprensibile] menomale che c’ho trentatré anni di servizio più di trentaquattro, pensava di intimorirmi, ma sai è un po’ come Borzone [incomprensibile]». Si sovrappone Giudice a latere: «i modi». Presidente: «devono capire chi c’hanno di fronte». Che fine avrà fatto questo esposto? Si trova nel fascicolo della Finiti all’attenzione del Csm? Sempre ieri la plenaria del Csm ha nominato Fabio Roia presidente del Tribunale di Milano. Roia in magistratura dal 1986, ha svolto la sua carriera al tribunale milanese, occupandosi di processi per diffamazione a mezzo stampa, bancarotte e reati tributari, poi è stato assegnato alla sezione competente per reati in danno di vittime vulnerabili e in materia di responsabilità colposa. Nel corso del Plenum il Consigliere Mirenda ha motivato così la sua astensione: «ritengo più idonei i candidati Di Rosa e Barbuto, sia perché in possesso di titoli superiori al concorrente nominato, alla luce del TU sulla Dirigenza, sia per l’ottimo esito della loro audizione in Quinta. La sorprendente revoca della loro domanda, solo successiva all’istruttoria, mi ha indotto ad astenermi». Diverso il commento del Consigliere di Area Marcello Basilico: « il fatto che sull’incarico di presidente del tribunale di Milano il Csm abbia espresso all’unanimità un voto a favore di Fabio Roia attesta i meriti conseguiti dal collega e potrebbe essere, spero, il viatico per altre convergenze che in futuro il Consiglio potrebbe trovare. Certo, l’unanimità richiede dialogo e anche tempo per ricercare le soluzioni alte e condivise. A questo Consiglio, impegnato nella riduzione dell’arretrato, spesso il tempo manca, perché ci sentiamo impegnati nel dare risposte più rapide agli uffici giudiziari. Confido che nel futuro sappiamo trovare una buona mediazione tra le esigenze di celerità e quelle di confronto approfondito».

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