Strage di erba: udienza per la revisione

 Valentina Stella Dubbio 10 gennaio 2024

 

Inizierà l'1 marzo 2024 davanti alla Corte d'Appello di Brescia il processo di revisione per la strage di Erba a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi. La Corte, in qualità di giudice della revisione, ha accolto e riunito le due istanze di revisione presentate dai legali di Romano e Bazzi, Fabio Schembri, Vincenzo D'Ascola, Patrizia Romano e Luisa Bordeaux e dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser e notificato un decreto di citazione comunicando la data della prima udienza agli avvocati e alle parti civili delle famiglie Frigerio e Castagna, parenti delle vittime. Nella prima udienza si discuterà di quali prove o nuove testimonianze ammettere.

La storia è nota a tutti: una fredda sera dell’11 dicembre 2006, verso le 20:30, a Erba (provincia di Como) nella corte di via Diaz 25, vengono uccisi a colpi di coltello e di spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la nonna del bambino Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini, mentre scampa alla morte il marito di quest’ultima, il superteste Mario Frigerio, che rimane gravemente ferito. Alla strage seguì un fuoco appiccato nell’abitazione. Il primo sospettato fu il compagno di Raffaella, Azouz Marzouk, ma aveva un solidissimo alibi: si trovava in Tunisia e così venne scagionato. L'attenzione si spostò poi sui coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, due vicini di casa di Raffaella Castagna che in passato avevano avuto contenziosi legali con la defunta. I due furono condannati in primo grado dalla Corte d’assise di Como e in secondo grado dalla Corte d’assise d’appello di Milano a due ergastoli, con conseguente isolamento diurno per tre anni, per i reati di pluriomicidio aggravato, incendio (art. 423 c.p.), violazione di domicilio e reato di porto d’arma fuori dall’abitazione, nonché per omicidio e tentato omicidio per i fatti che poi diverranno noti alla cronaca, appunto, come “strage di Erba”. La Corte di Cassazione il 3 maggio 2011 confermerà la doppia conforme di condanna. Ad ottobre 2023 i legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi hanno depositato alla Corte d'assise di Brescia l'istanza di revisione di condanna per i coniugi. Gli avvocati Fabio Schembri e Luisa Bordeaux ritengono di aver nuovi elementi tali da portare a un proscioglimento della coppia, in carcere dal 2007. La richiesta di revisione della sentenza di ergastolo segue, a distanza di mesi, quella del sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser. Il magistrato è pure sotto procedimento giudiziario perché gli viene contestato di aver «violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio» quando il 31 marzo depositò di propria iniziativa in cancelleria la richiesta di revisione. «Ma c'è molto di più rispetto ai temi portati dal magistrato – aveva spiegato Schembri, autore dell'istanza insieme ai colleghi Nico D'Ascola, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux -. Abbiamo allegato sette consulenze, audio e video e affrontato tempi più vasti». Gli audio e i video sono quelli prima della confessione, che per i legali venne estorta alla coppia. Come disse uno dei legali, Nico D' Ascola, « è vero che i Romano confessano la loro responsabilità, ma lo fanno sulla base di una ricostruzione dei fatti nella quale l'avvocato Schembri è stato capace di individuare ben 384 contraddizioni rispetto alla realtà dei fatti che risulta da prove oggettive e accertate». Tra gli argomenti, le modalità della morte di Valeria Cherubini che sarebbero «incompatibili» con la tesi di colpevolezza dei coniugi; inoltre si insiste sulla testimonianza di Mario Frigerio, marito di Cherubini e unico sopravvissuto alla strage, morto negli anni successivi, e diventato principale testimone dell'accusa che riconobbe Olindo in aula. Per l’allora consulente della difesa, il professor Piergiorgio Strata, «nel primo interrogatorio del 15 dicembre da parte del PM Dott. Pizzotti, il teste Frigerio risponde con precisione e lucidità alle varie domande e poi descrive il suo aggressore di carnagione scura (poi precisa olivastra) capelli corti, tanti capelli corti, grosso di stazza, capelli neri. Inoltre, su precisa domanda risponde di non aver mai visto prima quella persona. Fra l’altro tra il 15 ed il 20 dicembre 2006 il Sig. Frigerio dirà al figlio Andrea di poter riconoscere lo sconosciuto aggressore tramite identikit o fotografia segnaletica. Trattandosi di fatti raccontati a pochi giorni dagli eventi questa memoria va considerata la più genuina e affidabile». Il teste «non aveva il minimo dubbio che l’aggressore fosse persona a lui sconosciuta. Partendo dal presupposto che il teste non abbia mentito, il contenuto di questa testimonianza va considerata come altamente affidabile». Tutto cambia con un altro interrogatorio reso al Luogotenente Gallorini che secondo Strata mise in atto tutta una serie di domande per «insinuare un dubbio» che «costituisce la più potente arma per falsificare il ricordo» e  indirizzarlo verso Olindo. Vi è poi uno studio sull'energia elettrica nella casa dell'eccidio e infine la testimonianza di Abdi Kais, mai sentito dagli inquirenti, e residente nell'abitazione di Erba, che venne poi arrestato per spaccio nella zona dove avvenne il massacro. Proprio lo scorso gennaio 2023 all’Adnkronos Olindo disse: «Sono passati sedici anni dalla strage di Erba, ci sto riflettendo parecchio in questi giorni. Forse è arrivato il momento di fare un po' di chiarezza». E con lui chiede chiarezza in primis anche Azouz, che non ha mai creduto alla loro colpevolezza.  Per chi fosse interessato, segnaliamo una approfondita inchiesta de Le Iene, a cura di Antonino Monteleone, che ha contribuito a riaccendere i riflettori su questa incredibile vicenda. 

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