Lo scatto di Nordio «Sull’abuso d’ufficio solo fake news»

 Valentina Stella dubbio 18 gennaio 2024

 

Sembrava dover essere la solita noiosa relazione sui numeri da fare al Parlamento ogni inizio anno. E invece la comunicazione del Ministro Nordio ieri mattina si è trasformata in un vero e proprio attacco contro coloro – opposizione politica e alcuni magistrati – che a detta del Guardasigilli propalano su alcune riforme « fake news». Abuso di ufficio: « è stato modificato quattro, cinque, sei volte, senza mai raggiungere risultati». Per alcuni « l'abrogazione contrasterebbe con la risoluzione di Merida, in generale, e con i vincoli imposti dall'Europa, in particolare. Anche questa è una balla colossale. Partiamo dal testo di Merida: il testo di Merida non impone affatto l'introduzione del reato di abuso di ufficio» perché si legge che «ogni Stato “considererà l'opportunità di adottarlo”», quindi nessun obbligo. Per quanto concerne la risoluzione dell'Unione europea, essa «consiste in una semplice proposta di direttiva, di cui non conosciamo né il quando, né il se, né il cosa, né il come: è semplicemente una scopiazzatura malfatta di quella che è la mala interpretazione dell'obbligo vincolante di Merida». Per altri sarebbe un reato spia: «questa stravaganza giuridica non meriterebbe nemmeno di essere presa in considerazione perché il reato spia è un'astrazione concettuale ingannevole e pericolosa. Un reato concepito in modo strumentale, che serva ad accertarne altri, confligge con la dogmatica più elementare, ma soprattutto confligge con il buon senso, proprio perché il reato c'è o non c'è, non può esistere un reato in funzione di un altro». Inoltre «dire che, se non è possibile contestare l'abuso di ufficio, si contesta il reato di corruzione, significa non partire dal reato per trovare il reo, ma significa partire dal reo che si ha in mente per cercare un reato e questa è una bestemmia dal punto di vista giuridico che, avendo indossato - spero con dignità - la toga per 40 anni, mi rifiuto di credere che possa essere un domani strumentalizzata da un magistrato». I pubblici ministeri « Adesso arriviamo a un altro punto: quello delle intercettazioni e dei sequestri dei sistemi informatici. La procura della Repubblica è l'unico organo in Italia - e penso al mondo - che ha una spesa incontrollata, che non ha un tetto, né un budget, ma poi alla fine i conti non tornano perché l'Europa ci ha messo sotto procedura di infrazione perché siamo in ritardo con i pagamenti». «Ora però – ha proseguito Nordio  -  vi è molto di più, perché noi rischiamo veramente di cadere in un nuovo barbaro Medioevo, reso addirittura più sinistro o più duraturo dai limiti della tecnologia o dalle risorse della tecnologia, perché noi, sino ad oggi, abbiamo parlato e abbiamo ragionato di intercettazioni, per quanto sofisticate come quelle del trojan, ma oggi c'è molto di più. Per fortuna, è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale, che ha definito il cellulare non un semplice documento, ma un qualcosa di ben più importante, perché chi sequestra un cellulare sequestra una vita, ma non è che sequestra la vita di Tizio proprietario del cellulare, sequestra la vita di Sempronio, che parla con Martino di Mevio e di Pietro Augusto». Separazione delle carriere «Se vogliamo farla seriamente, occorre una riforma costituzionale. La riforma costituzionale - lo sapete meglio di me - ha dei tempi; se, prima di quella, bisogna fare un'altra riforma costituzionale, questi tempi slittano, però vi posso dire che la riforma è nel programma di Governo e non andremo alle calende greche». E qui torna sulle presunte fake news: si dice che « che la separazione delle carriere vulnererebbe la cosiddetta cultura della giurisdizione: ora, questo principio, tanto invocato, della cultura della giurisdizione diventa una banalità enfatica»; per Nordio « Il sodo è che c'è un giudice, che è terzo e imparziale, c'è un avvocato della difesa e c'è un avvocato dell'accusa, questa è la vera cultura della giurisdizione». La separazione delle carriere viene associata a un inevitabile assoggettamento del pm al potere esecutivo. «Ho detto e ho ripetuto milioni di volte che questa soluzione per me non sarebbe mai negoziabile, mai, mai» tuttavia «quello che invece deve intervenire è un controllo sui poteri del pubblico ministero che, in base al principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale, che in realtà è diventata arbitraria, indaga quando, come e dove vuole e senza rispondere a nessuno». Carceri «Qui il tema centrale è stato e sarà la sicurezza nelle carceri, tanto nell'interesse degli operatori, quanto dei detenuti. In questa ottica, l'azione è rivolta costantemente ad ampliare gli spazi delle carceri. Costruire nuove carceri è difficilissimo, per tutta una serie di ragioni. L'unica possibilità che abbiamo è quella di valersi di strutture che già siano esistenti e siano compatibili con la struttura di un carcere e io ho pensato subito alle tantissime caserme dismesse che abbiamo». Sul sovraffollamento: « Se teniamo conto che la maggioranza dei detenuti nelle nostre carceri è di origine straniera, se solo noi riuscissimo a far eseguire questa pena al 10 o al 20 per cento dei detenuti, avremmo risolto il problema del sovraffollamento carcerario, che attualmente, numericamente parlando, eccede di 10.000 unità, circa 50.000 posti disponibili e circa 60.000 detenuti». Sui suicidi una sorta di resa: « l'Italia sta tra i primi posti per trattamento umanitario dei detenuti. Questo non toglie, per l'amor del cielo, nulla al fatto che siamo perfettamente consapevoli della situazione critica: ogni giorno assistiamo a episodi di autolesionismo, o addirittura di suicidio, o a episodi di violenza. Ho fatto il pm per quarant'anni e da quando sono entrato in magistratura queste cose le ho viste. Le ho viste in Italia e le ho viste negli altri Paesi. Non possiamo pensare di eliminare questi fenomeni. Il carcere, purtroppo, come la stupidità, il cancro, le guerre e le altre cose, fa parte del retaggio del marchio di Caino, però posso assicurarvi che faremo di tutto». Cosa, non si sa. PNRR  «I valori al 30 giugno 2023, confrontati con quelli del 2019, che è l'anno di riferimento fissato dal PNRR, segnalano una decisa accelerazione nella riduzione della durata dei processi. Questa riduzione è stata calcolata sulla base del disposition time. E l'indicatore di durata, che misura i rapporti tra i processi pendenti e quelli definiti, registra una diminuzione del 19,2 per cento nel settore civile e del 29 per cento in quello penale». Poi l’annuncio «Entro febbraio prevediamo di approvare definitivamente i decreti correttivi - questi sono molto importanti - alla riforma penale, mentre a breve saranno presentati i correttivi alla riforma civile, per concludere l'iter di approvazione, secondo il nostro cronoprogramma, nella primavera. Gli interventi correttivi sono interventi obbligati, ma che renderanno la giustizia sicuramente più efficiente». Collaborazione «Sotto il profilo del metodo di lavoro, tengo a rimarcare che molte delle iniziative ministeriali sono derivate da un ampio approfondimento con tutti gli organi a esso collegati. Va da sé che questa interlocuzione con il CSM, con il CNF e con l'Avvocatura continua e continuerà, e sarà fondamentale per le prossime riforme».

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue