Tragedia nel carcere di Rebibbia: detenuta lancia dalle scale i figli. Uno muore.

di Valentina Stella Il Meridione 19 settembre 2018

Tragedia ieri nel carcere romano di Rebibbia: una detenuta ha tentato di uccidere i due figli; il più piccolo è morto, l'altro - 2 anni – è stato portato in "codice rosso" all'ospedale Bambino Gesu''. La donna, a quanto si apprende, avrebbe gettato i due figli dalle scale all'interno della struttura penitenziaria nella sezione ''nido''. La detenuta è di nazionalità tedesca. Nel carcere di Rebibbia ieri vi è stato poco dopo i drammatici fatti un sopralluogo da parte del procuratore aggiunto Maria Monteleone, il magistrato che coordina il pool sulle violenze ai minori, per capire la dinamica dei fatti. Su quanto accaduto si indaga per omicidio e tentato omicidio. Anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nel pomeriggio di ieri si è recato in visita all’istituto penitenziario. Al momento sono 16 i bambini, da 0 a 3 anni, reclusi nella sezione Nido del carcere di Rebibbia, insieme alle loro madri. Negli spazi dedicati agli incontri con le famiglie - si legge sul sito del ministero - un'operatrice dell'Associazione di volontariato "A Roma insieme" coinvolge i bambini presenti in giochi di animazione. All'interno della Casa circondariale vi è anche una ludoteca per bambini fino ai 12 anni. Di recente creazione una tensostruttura dove vengono svolti eventi e incontri con la comunità esterna.  In Italia – secondo una relazione di Carla Marina Lendaro, Presidente dell'Admi (Associazione Donne Magistrato Italiane)  - al 31 marzo 2016 le donne detenute erano poco più del 4% del totale della popolazione penitenziaria, 2198 su un totale di 53495 detenuti. Sono pochissime poi le detenute madri che scelgono di mantenere con loro in carcere i figli fino ai tre anni: solo 38 con 41 figli a seguito. In fase di indagine, se è prevista la custodia cautelare in carcere essa può essere evitata se la donna è incinta o ha un figlio non maggiore di 6 anni, a meno che non ci siano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Invece in caso di condanna definitiva occorre prendere in considerazione l'età e lo stato di salute del figlio. Per una donna incinta o con un figlio di massimo un anno l'esecuzione della pena è rinviata. I figli fino a tre anni possono rimanere in carcere con la madre. Per i figli fino a 10 anni se la pena da scontare è sotto i quattro anni ed è esclusa la pericolosità sociale della donna allora essa può essere scontata fuori dal carcere in strutture ad hoc.

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