Caso Marco Vannini, parla Antonio Ciontoli e chiede perdono

di Valentina Stella Il Meridione 16 settembre 2018

"Chiedo loro la possibilità di perdonarmi. Oggi può sembrare un’utopia a causa del dolore che ho provocato. Ma io, così come tutta la mia famiglia e Viola, perseguirò questo obiettivo perché ho il fortissimo desiderio di poterli abbracciare e poterci unire al loro fortissimo dolore": è Antonio Ciontoli a parlare per la prima volta in una intervista esclusiva al Dubbio. Chiede perdono ai genitori di Marco Vannini, La storia è nota: il 18 maggio 2015 Marco Vannini moriva all’età di 20 anni, per uno shock emorragico causato da un proiettile che gli ha perforato prima il polmone destro e poi il cuore. Ritenendo erroneamente che la pistola fosse scarica, Ciontoli premeva il grilletto nella direzione di Marco, che in quel momento era ospite in casa sua, e lo colpiva sul braccio destro. Non chiama subito i soccorsi, credendo che la situazione non fosse grave. Errore fatale che porterà dopo poche ore alla morte del ragazzo. Lo scorso 18 aprile è arrivata la sentenza di primo grado della Corte d’assise di Roma che ha condannato Ciontoli a 14 anni di reclusione per omicidio volontario con dolo eventuale, e a tre anni, per omicidio colposo, la moglie Maria e i figli Martina e Federico. Assolta la fidanzata di quest’ultimo, Viola Giorgini. A distanza di tre anni, e dopo aver parlato solo in tribunale, Antonio Ciontoli si racconta in una lunga intervista: “Io non avrei mai pensato che Marco fosse in pericolo di vita perché per me il proiettile era nel braccio. I miei comportamenti successivi sono stati solo ed esclusivamente dovuti a questa consapevolezza, ossia che nulla stesse accadendo e che sarei riuscito a gestirla, sbagliando. Sono vittima del mio errore, e ho distrutto la vita di tante persone”. Molti non hanno perdonato alla famiglia Ciontoli il loro comportamento in quella tragica notte: hanno esposto sotto la loro casa striscioni con su scritto ‘assassini’ e hanno augurato sul web lo stupro della figlia Martina, fidanzata di Vannini, e la loro morte nell’acido di tutta la famiglia, solo per citare alcune minacce verbali. Per Ciontoli la causa di questo è un certo sciacallaggio mediatico che “fomenta barbare ripercussioni, anche sui social network dove sono tantissimi i messaggi e tutti di una violenza inaudita, tutti dettati dalla sete di vendetta. Questa categoria di giornalisti e lo sciame di pseudo professionisti o opinionisti, che con la loro parzialità incitano alla violenza, si sostituiscono ai giudici ed emanano sentenze mediatiche, dovrebbero, coscientemente, esprimere le proprie opinioni in maniera responsabile, perché condizionano le persone ad andare oltre lo schermo di un computer per esternare la loro rabbia”. L’intervista è stata naturalmente letta dalla mamma di Marco Vannini, la signora Vannini che ha così commentato: “Al perdono non ci penso e credo che non glielo concederò mai. Se ha qualcosa da dire, la verità, deve andare dai giudici e dirla a loro. Potrebbe così liberarsi la coscienza, ammesso che l’abbia”. L’appello è previsto per gennaio 2019.

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