Carceri: aumenta il sovraffollamento

di Valentina Stella Il Meridione 6 settembre 2018

Come mi hanno ripetuto spesso molti detenuti le carceri vengono considerate dalla società delle cantine dove mettiamo quello che non ci serve. Invece dovremmo prendere consapevolezza che esse ospitano esseri umani che hanno sbagliato e che stanno scontando una pena e che prima o poi torneranno tra i liberi. Molti però pensano che bisognerebbe buttare la chiave perché si rimane delinquenti a vita, non sapendo che esiste un articolo della nostra Costituzione, il 27, che dice: “L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Non solo quindi dovremmo tutelare il loro diritto ad una rieducazione in carcere per preparare il loro rientro in società in linea con la Carta Costituzionale, ma dovremmo farlo anche solo per fini egoistici: più li trattiamo male dentro, più ce li ritroviamo incattiviti fuori. Il discorso sarebbe lungo ma quello che è importante è affrontare con scientificità il delicato tema della giustizia. Alcuni dati: a fronte di una sola persona che in permesso compie reato, ce ne sono altre 45.000 che sono ammesse alle pene alternative che non commettono reati; tornano a delinquere il 70% dei detenuti che hanno scontato tutta la detenzione in carcere, mentre tra quelli che hanno avuto accesso alle pene alternative solo il 10%; abbiamo nelle nostre carceri il 34% di presunti innocenti, ossia persone per cui non è arrivata una sentenza definitiva; negli ultimi 25 anni 26412 persone hanno subìto una ingiusta detenzione: sono state indennizzate dallo Stato con 656 milioni di euro (soldi di tutti noi). E che con gli errori giudiziari il numero delle vittime sale a 26550 e la somma totale degli indennizzi ad oltre 768 milioni di euro. Quello che oggi ci preoccupa maggiormente sono i dati sul sovraffollamento carcerario, come rende noto l’esperto  Damiano Aliprandi sul Dubbio: “In un solo mese i reclusi sono aumentati di 631 unità. In un anno di 1621. Al 31 agosto del 2018, infatti, secondo i dati elaborati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, siamo giunti a 59.135 detenuti su un totale di 50.622 posti ufficialmente disponibili. Questo vuol dire che risultano 8.513 detenuti in più. Basti pensare che il mese scorso risultavano, invece, 7.882 persone in eccedenza. Un salto di 631 sovraffollati in più nel giro di un mese. Un dato non di poco conto e conferma il trend in crescita. Basti pensare che rispetto all’anno scorso, sempre relativamente al mese di agosto, risultavano 6.892 detenuti in più: il che vuol dire che rispetto all’anno scorso, c’è stato un balzo di 1.621 detenuti. I numeri del sovraffollamento risulterebbero addirittura maggiori se non venissero prese in considerazione l’esistenza di celle ancora inagibili, stimate intorno alle 5.000. Il sovraffollamento quindi non è destinato a diminuire nonostante che nel passato, grazie a diverse misure adottate dopo la sentenza Torreggiani, si sia ridimensionato”.

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