Bonafede firma protocollo per l’inclusione sociale

di Valentina Stella Il Dubbio 27 settembre 2018

Firmato ieri presso la Casa Circondariale di San Vittore a Milano il protocollo d’intesa “Programma 2121”. L’accordo, promosso dal ministero della Giustizia con il gruppo multinazionale di sviluppo immobiliare Lendlease, è finalizzato a valorizzare l’inclusione sociale dei detenuti presenti negli istituti penitenziari della Lombardia attraverso la promozione di inserimenti lavorativi. In particolare circa 50 detenuti presenti sul territorio milanese che possono essere ammessi al lavoro all’esterno, alla semilibertà, all’affidamento in prova al servizio sociale, alla detenzione domiciliare potranno essere collocati in aziende del settore edile ed immobiliare per percorsi formativi e lavorativi. Lo scopo è quello di fornire ai detenuti e alle detenute strumenti spendibili una volta scontata la pena, per facilitare il reinserimento sociale e scongiurare la recidiva. Il ministro Bonafede presente all’evento ha dichiarato: “Voglio focalizzare l’attenzione del ministero sul lavoro come unica forma, insieme alla cultura, di rieducazione del detenuto. Da sempre il lavoro rappresenta un percorso di miglioramento dell’uomo. Come diceva Massimo d’Azeglio ‘ il lavoro è uno dei migliori ausiliari dell’educazione’, in questo caso della rieducazione. Le istituzioni ' collaborano e lo fanno a prescindere da qualsiasi colore politico. Ma qui ci sono i privati insieme alle istituzioni', ha proseguito Bonafede, plaudendo all’iniziativa per cui i detenuti che risponderanno al bando, secondo il programma ' Mi riscatto per Milano', potranno fare gli ope- rai in alcuni cantieri, o guideranno navette transfer nell’ex Area Expo e nei cantieri Santa Giulia e Rogoredo. Il ministro si è pronunciato anche sul grave problema del sovraffollamento: sua intenzione è affrontare ' in modo strutturale' il problema, mentre gli altri governi ci pensavano con provvedimenti “svuotacarceri” “perché serviva a sottrarsi alle sanzioni dell’Europa”. Per il capo del Dap, Francesco Basentini, il protocollo rappresenta ' la perfetta combinazione migliorativa della condizione di vita del detenuto, che può migliorare progressivamente con i nostri interventi, e della condizione di lavoro della Polizia penitenziaria'. Sempre ieri il capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità Gemma Tuccillo e il segretario generale della Croce Rossa italiana Flavio Ronzi hanno sottoscritto una convenzione della durata di cinque anni, in base alla quale 354 imputati potranno fare richiesta di svolgere lavori di pubblica utilità, ai fini della ' messa alla prova', in più di 100 Comitati Cri in tutta Italia. ' La convenzione - ha commentato il ministro Alfonso Bonafede - rappresenta un’iniziativa di grande importanza che lo Stato mette in campo per garantire una seconda opportunita ai cittadini che hanno commesso errori ma che intendono intraprendere un percorso di riabilitazione e responsabilizzazione'. Intanto il Garante regionale dei detenuti della Lombardia, Carlo Lio, ha annunciato che ogni mese si recherà in visita negli istituti di pena e ha già stabilito un calendario. Questa iniziativa segue a quella di aprire gli “Sportelli del garante” dentro i principali istituti penitenziari lombardi, per accogliere e ascoltare istanze e bisogni dei reclusi. A giugno era stato inaugurato il primo nel carcere di Opera e poi durante l’estate a Bollate e Monza, mentre è prevista per il 4 ottobre l’inaugurazione di quello a Pavia. Proprio qualche giorno fa il garante Lio aveva incontrato l’esponente radicale Rita Bernardini che così ha commentato: «Quella del Garante è iniziativa fondamentale, che apprezzo molto. La popolazione detenuta è perennemente frustrata sia dalle mancate risposte da parte dell’Amministrazione sia perché la condizione di privazione della libertà non consente di affrontare quelle incombenze che solo da liberi ( e sempre armandosi di molta pazienza) è possibile risolvere: il rinnovo della patente, la visita per l’invalidità o il semplice rinnovo dei documenti scaduti, solo per fare qualche esempio. Quanto alla firma dei protocolli, preferisco sempre attendere i risultati che siano conseguenza degli annunci. Aggiungo che su 60.000 detenuti, non arrivano a duemila coloro che fanno un lavoro spendibile all’esterno, una volta finita la pena».

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