Ragazzo morto dopo macabro gioco: ipotesi di istigazione al suicidio

di Valentina Stella Il Meridione 14 settembre 2018

Sui social lo ricordano come un ragazzo “forte come un toro, esuberante, leader”. Difficile pensare, anche se il disagio degli adolescenti non sempre è manifesto, che si sia voluto suicidare Igor Maj, il quattordicenne trovato impiccato con una corda da arrampicata nella sua casa milanese. Più probabile, questo almeno sembra emergere dalle indagini come riporta l’Agi, che sia morto per non essere riuscito a padroneggiare il “black out”o “gioco” del soffocamento, una sfida popolare tra i teenager americani che consiste nello sperimentare una carenza di ossigeno, fino quasi a perdere coscienza. È la cronologia dei fatti, oltre alla constatazione che Igor non abbia mai dato segnali particolari di malessere, a rendere credibile il collegamento tra un video guardato in rete e la sua tragica fine. Giovedì scorso, il ragazzo ha cliccato sul suo smartphone un filmato visibile su youtube in cui c’è un riferimento anche alla pratica del “black out”. La voce di sottofondo la definisce "pericolosissima" ma il tono è ambuguo: da una parte si invita a non provarci, dall'altra viene spiegato nei dettagli, in modo quasi accattivante, in cosa consistano queste sfide, che andrebbero provate  alla presenza di un amico vicino pronto a intervenire in caso di necessità. Poco dopo, Igor prende la corda da arrampicata, sport che pratica sin da piccolo sulle orme del padre, un astro del climbing, e muore drammaticamente impiccato nella sua stanza. Il pm ha aperto un'inchiesta senza ipotesi di reato né indagati. Una indagine parallela è stata aperta con l'ipotesi di reato di “istigazione al suicidio”: viene firmato un sequestro d'urgenza dei siti che ospitano sulla propria piattaforma file, video e tutorial che inducono a questa macabra pratica del ''black out" per capire “se Igor sia stato indotto psicologicamente o obbligato a compiere tale gesto estremo da qualcuno” e per evitare che altri adolescenti possano vedere sul web quello che ha portato Igor alla morte.. In sostanza, si chiede ai provider come youtube, responsabile solo nel caso in cui abbinino ai video la pubblicità, di togliere i video. Il sequestro dei siti vuole essere soprattutto "un segnale" per chi posta video simili a quello guardato dal ragazzo, numerosissimi in rete. Con la consapevolezza che tolti alcuni video altri ne appariranno di contenuti simili. “Gli avevamo parlato di alcol, droga, motorini, salti pericolosi e tutto ciò che conoscevamo – ha scritto il papà  in un post su Facebook - ma di questo no, era proprio fuori dalla nostra immaginazione”. Quasi impossibile, spiegano fonti investigative, capire, anche attraverso l'autopsia, se il ragazzo volesse suicidarsi o gli sia sfuggito di mano il ''gioco''.

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