Martina: il piazza il 29 settembre per rilanciare il Partito Democratico
di Valentina Stella Il Meridione 2 settembre 2018
“C’è tanta
gente che vuole costruire l'alternativa anche manifestando la propria presenza,
la propria disponibilità. Lo faremo assieme a migliaia di persone perché questo
é anche il tempo di chiamare a raccolta tutte queste energie”: così ieri il
segretario del Partito Democratico Maurizio Martina ha chiamato a raccolta la
propria gente in piazza. La data prevista è il 29 settembre a Roma contro il
governo e i “seminatori di odio”, spiegando che in ogni caso l'alternativa a
Salvini va costruita in Italia. “Ma il Pd da solo non basta -ha aggiunto - dobbiamo lanciare messaggi di disponibilità a
una condivisione del lavoro nel campo progressista più largo, mobilitare
energie sociali”. Anche Nicola Zingaretti, con un twitt, promuove l’iniziativa:
“bene il 29 settembre la manifestazione a Roma. Per l'Italia e contro un
governo che sta diventando un pericolo per tutti”. Immediata l'ironia del
Movimento Cinque Stelle che tramite il sottosegretario agli Esteri Manlio Di
Stefano considera che “il popolo italiano non dimentica, e se a fine mese
Martina e i suoi andranno in piazza sarà un appuntamento tra intimi, come è
stato alle urne lo scorso 4 marzo”. Subito dopo è arrivata proprio dal
segretario dem la controreplica: “i cinquestelle stanno anche diventando
arroganti. Forse sono agitati, preoccupati, vuol dire che è la strada giusta”. Preoccupazione è trapelata invece da Fassino:
“O si cambia o si muore. Ci vuole un rinnovamento radicale di fondo. Una nuova
fase costituente della sinistra e del Pd”, ha detto parlando del partito e del
“campo progressista, che è devastato. Se il Pd vuole esercitare un ruolo deve contribuire
a ricostruire il campo progressista e fare da federatore. Ci vuole un salto
radicale di qualità”. E sulla manifestazione del prossimo 29 settembre è
intervenuto anche Matteo Mauri,
coordinatore della Segreteria nazionale Pd: “è giusto promuovere una
mobilitazione nazionale e scendere in piazza in difesa dei cittadini contro un
governo pericoloso per il Paese. Condivido le parole di allarme del Segretario
Martina. Il momento è delicato e sono sempre di più le persone preoccupate per
le scelte del governo Lega-Cinque Stelle che isolano l’Italia e che la stanno
già indebolendo economicamente e socialmente. A tutte queste persone, al popolo
del centrosinistra, bisogna offrire un’alternativa credibile. Essere in piazza
il 29 settembre significa dare un segnale chiaro a tutti che il Partito
democratico c’è ed è in campo con determinazione per promuovere la crescita e a
difendere gli interessi dei cittadini, a partire da chi è più in difficoltà”. Intanto
dopo la Lega – che pensa di rafforzarsi chiamandosi ‘Lega Nazionale’ - anche il
Pd medita di cambiare nome, dopo la proposta di Carlo Calenda; è il segretario
Maurizio Martina a intervenire, all'incontro della corrente AreaDem, sull'argomento
davanti a Franceschini e Piero Fassino: “non credo che la funzione del Partito
democratico sia finita”, spiega il segretario, “non penso che dobbiamo
affrontare il lavoro di riprogettazione del Pd partendo dalla coda. Il tema
della giornata è cambiare nome, ma dobbiamo partire dalla testa: l'Italia è la
frontiera più importante di una partita sulla nuova Europa che si giocherà da
qui alle prossime settimane”. Insomma, si può anche discutere di un cambio di
nome, ma non in questo momento: “ci siamo cullati sugli allori pensando che le
primarie potessero colmare la funzione democratica di un partito che si metteva
a costruire nuova partecipazione. Ma la discussione sulle primarie è diventata una
gabbia più che una opportunità. Era una novità, ora non lo è più. Su questo io
rifletto”. E ha aggiunto: “serve una carta fondamentale di riferimento perché quella della fondazione del Pd è vecchia
rispetto a queste sfide”. Di questo, per Martina, “dovrà occuparsi il
congresso”, che non è stato ancora convocato ma che potrebbe tenersi a febbraio,
preceduto da un Forum nazionale a fine ottobre. Congresso che vede, al momento,
il solo candidato Nicola Zingaretti, in attesa del candidato di area renziana.
I nomi in campo, almeno sulla carta, sono quelli di Graziano Delrio e Teresa
Bellanova. Nelle ultime ore, spiega l’Agi, sta circolando, tra i notabili Pd,
anche quello di Simona Bonafè, renziana della prima ora ed europarlamentare. Un
profilo giovane, nuovo e “rosa” in grado di dare nuova vivacità a un congresso
che, altrimenti, si trasformerebbe in una corsa in solitaria per il governatore
del Lazio.
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