Fico incontra Al-Sisi: Sulla morte di Regeni non arretreremo mai

di Valentina Stella 18 settembre 2018

“C’è stato solo un punto all'ordine del giorno nel mio colloquio con il presidente che è la questione di Giulio Regeni": lo ha dichiarato ieri il presidente della Camera, Roberto Fico, dopo un incontro con il capo di Stato egiziano Abdel Fattah Al-Sisi al Cairo. Qualche ora prima era stato il capo del Parlamento egiziano, Ali Abdel-Aal, ad affermare “che il caso dell'omicidio dello studente Giulio Regeni è prioritario per le autorità egiziane e che l'Egitto, come l'Italia, tiene a chiarire le circostanze di questo caso”. Il presidente Fico aveva specificato di essere al Cairo “perché siamo ad un punto di stallo”: infatti nessun passo avanti nell’ultimo periodo è stato fatto per completare il puzzle delle indagini sulla tragica morte, preceduta da tortura, del giovane e brillante ricercatore italiano. “Spero che ci siano soluzioni immediate – ha ribadito Fico -  e che inizi un vero processo: la garanzia sono i fatti, non sono le parole. Apprezzo, in tutte le istituzioni egiziane, il sentire che il caso Regeni è una priorità” per l'Egitto. La terza carica dello Stato invita gli egiziani a compiere gli stessi sforzi profusi dalla nostra magistratura: “La Procura di Roma, facendo un lavoro eccezionale, ha consegnato quasi nove mesi fa il fascicolo a quella del Cairo, ora è importante avere risultanze visto che noi, dal punto di vista della magistratura italiana le abbiamo avute". La Procura di Roma "ha elementi importanti, e indizi importanti e novità importanti", ha sottolineato Fico che qualche mese fa aveva incontrato i genitori di Regeni; ed è per questo che il presidente della Camera ci ha “tenuto molto a dire al presidente Al-Sisi che questo è il punto all'ordine del giorno dell’opinione pubblica italiana, della famiglia Regeni: questo è il punto dello Stato italiano e non arretreremo mai”. Per l’esponente Cinque Stelle non sono occorre arrivare ad una verità definitiva e prendere gli assassini ma svelare anche “tutto il sistema che si muoveva dietro gli esecutori materiali”. Senza l'esito di un processo e la verità, ha aggiunto, “i rapporti” fra Italia ed Egitto “sono sempre complicati, poco sereni, sono tesi". Intanto una "ciclostaffetta" itinerante da Duino (Trieste) a Roma per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni è stata organizzata dall'associazione Fiab Bisiachinbici di Monfalcone (Gorizia), assieme ad altre associazioni, con partenza il 22 settembre dal Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico (Duino), istituto frequentato da Regeni e arrivo previsto a Roma il 3 ottobre. Qui gli "ambasciatori in bici" consegneranno alle Istituzioni una lettera dei genitori del ricercatore friulano ucciso al Cairo. L'iniziativa "A Roma per Giulio" è stata presentata ieri a Trieste al liceo Petrarca - scuola che Giulio frequentò per due anni - durante un incontro promosso da Articolo 21, Assostampa Fvg, Ordine regionale dei Giornalisti, Ucsi. Tra le prime tappe della ciclostaffetta - ha spiegato uno dei tre ciclisti che partiranno da Duino - ci sarà Fiumicello, paese natale di Regeni, dove i genitori consegneranno la lettera da portare a Roma.

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