Decreto sicurezza e immigrazione, ok dal Cdm. Salvini: ‘passo avanti per una Italia più sicura’

di Valentina Stella Il meridione 25 settembre 2015

Il governo ha dato ieri mattina il via libera al decreto che unifica i testi su sicurezza e migranti. Soddisfatto il ministro dell’Interno Salvini, che parla di “passo in avanti per un'Italia più sicura” e ha tenuto a ribadire durante la conferenza stampa che non viene leso alcun diritto fondamentale. Una precisazione nata in seguito alle polemiche dei giorni scorsi sui dubbi di incostituzionalità sollevati anche dal Colle – che ora dovrà pronunciarsi - , sui cui ci ha tenuto ad intervenire anche l’avvocato degli italiani, ossia il premier Giuseppe Conte che ha precisato che Il decreto Salvini risponde a “un quadro di assoluta garanzia per la tutela dei diritti fondamentali delle persone e delle convenzioni internazionali a cui l'Italia aderisce, e ai principi costituzionali. Andiamo a operare un sistema del tutto nuovo di riordino e di revisione di una più efficace disciplina”. Ma cosa cambia con questo provvedimento che ora  - come ha chiarito Salvini  - dovrà andare in Parlamento “dove potranno esserci modifiche importanti. Non è un decreto blindato”? In sintesi: viene abrogato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito da 'permessi speciali'. Si amplia la possibilità di negare o revocare la protezione internazionale per i reati di violenza sessuale, lesioni gravi, rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato, traffico di droga. È prevista inoltre la sospensione della domanda d'asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. La durata massima di permanenza nei Centri per il rimpatrio passa da 3 a sei mesi per facilitare l'espulsione degli irregolari. Il decreto prevede anche il "completamento, adeguamento e ristrutturazione" dei centri già presenti sul territorio e la "costruzione" di altri. Salvini ha detto più volte che la sua idea è di realizzarne uno in ogni regione. Per potenziare le attività di rimpatrio, il decreto stanzia 500mila euro per il 2018 e 1,5 milioni per il 2019 e 2020. Inoltre riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dal sistema Sprar. I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo nei centri ad essi dedicati (i Cara). C'è poi la revoca della cittadinanza italiana a carico dei condannati per reati di terrorismo. A chi tra i cronisti gli chiede se il decreto sia contro gli immigrati Salvini risponde: “No, non è contro nessuno. Io sono sempre aperto a proposte migliorative”.  La questione Rom non è inserita nel decreto ma precisa il responsabile del Viminale: “Ci stiamo lavorando con tutti i sindaci d'Italia, l'obiettivo è chiudere i campi Rom. Campi Rom zero”. Il decreto è stato criticato dal Partito democratico. “Approvata oggi (ieri, ndr) la nuova arma di distrazione di massa, il decreto Salvini. Crea più immigrati irregolari, più insicurezza e non aumenta irimpatri”, ha commentato Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Pd. “Il decreto approvato dal consiglio dei Ministri, che mette insieme per scelta politica di Salvini il tema della sicurezza e quello dell'immigrazione, è l'emblema di una sintesi culturale che noi non potremo mai accettare”, le ha fatto eco il collega dem Emanuele Fiano. “Sappiamo bene, quanto la sicurezza sia un tema reale, particolarmente per chi essendo più debole è più esposto a rischi, ma sappiamo anche distinguere la propaganda dalle soluzioni”. Approvazione con riserva da parte di Forza Italia. "È bene che, come chiediamo da tempo, il decreto sicurezza preveda la sospensione delle domande di asilo ai condannati per reati contro la libertà sessuale che ne determinano la pericolosità sociale. Ma non basta: la sicurezza delle donne va finalmente messa nell'agenda del governo”, ha detto Mara Carfagna vice presidente della Camera e deputato di Forza Italia. Per  Riccardo Magi, deputato di +Europa e segretario di Radicali Italiani il decreto “è  un bluff securitario che smantella il servizio Sprar, l'unica rete di accoglienza per l'inclusione faticosamente costruita, lasciando spazio ai grandi centri dove attecchisce il business di cui si è riempita la bocca la maggioranza giallo-verde. Un bluff securitario spregiudicato che lede alcuni principi costituzionali e che non aumenterà affatto, come ha sostenuto il presidente del consiglio, l'efficacia dei rimpatri con l'aumento del tempo di trattenimento nei CPR; lo dimostrano l'esperienza passata e i dati”.

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