Antonio Ciontoli replica a Quarto Grado e cita il Dubbio

Ecco di seguito la lettera che Antonio Ciontoli ha inviato alla collega di Quarto Grado, Anna Boiardi:

"Buongiorno Signora Boiardi, in risposta ai suoi tanti tentativi di contatto (SMS) che riporto di
seguito, gli ultimi dei quali della sera del 13 settembre, alle ore 21 circa:
ore 21.01 “Buonasera signor Ciontoli. E sicuro di non voler affrontare un’intervista anche con noi?
Penso che avrebbe tutto un altro valore parlare con chi considerate “ostile” rispetto a un giornale
semi sconosciuto a chi segue la vostra storia. Sembra un altro tentativo di sfuggire a un vero
confronto e non mi sembra che vogliate questo”.
ore 21.03 “Ho parlato a lungo con Federico. Penso di essere una persona civile e conosco molto
bene il processo, sia io che Gianluigi Nuzzi potremmo essere per lei un vero e onesto
contraddittorio. Ci pensi. Io credo che per voi sia tempo di parlare anche con la stampa che avete
considerato così “nemica”.
ore 21.04 “Mi faccia sapere. Anna Boiardi”.
ore 21.14 “Detto questo stimo molto i colleghi del Dubbio, un ottimo giornale”,
Le rispondo con poche righe, anche se le cose da dire sarebbero molte di più.
Credo che la Vs redazione sia ben consapevole delle ragioni per cui non ho mai accettato di
confrontarmi.
Il mio silenzio non è una presa di posizione a prescindere.
Esso, in verità, assurge ad arma di difesa contro tutti quelli che, come la Vs redazione, da oltre tre
anni si sono dimostrati superficiali, parziali, partigiani, colpevolisti e giustizionalisti rispetto a
questa tragica vicenda.
La personale voglia di raccontare quello che è successo è iniziata, sin da subito, nelle sedi opportune
(Procura ed Aula di Giustizia) e continuerà sulla stampa solamente quando vi saranno professionisti
disposti a comprendere pienamente l’immane tragedia accaduta, senza pregiudizi o scopi
sensazionalistici, buoni solo per ammaliare il popolo dell’Auditel.
La richiesta professionalità l’ho personalmente trovata nel quotidiano “Il Dubbio”, dove avete letto
la mia intervista, curata dalla giornalista Valentina Stella, che avete peraltro omesso di citare nella
scorsa puntata di venerdì 14 settembre 2018.
Ad ogni buon conto, cito solo alcuni dei motivi a fondamento del mio netto e definitivo rifiuto di
intrattenere qualsivoglia contatto con Lei e la Vs redazione:
- nel corso degli anni avete parlato di un telefonino segreto con il quale io avrei complottato
chissà che cosa, con chissà chi…ma non avete parimenti rappresentato che, contrariamente,
nel processo, riguardo il telefonino, nulla è emerso;
- avete detto che Marco indossava una maglietta, però non avete riferito che nel processo è
stato scientificamente provato che egli era nudo al momento dello sparo;
- avete intervistato, senza prima procedere ad un doveroso riscontro, un mitomane che mi ha
additato come un cowboy che andava in giro sparando con la pistola (e per questo ho sporto
denuncia querela contro l’ignoto e Lei, Sig.ra Boiardi);
- avete detto che Martina doveva accorgersi della gravità del fatto perché era un’infermiera,
senza mai dire che invece all’epoca aveva sostenuto appena due esami e neppure in materie
sanitarie, avendo solamente 19 anni e che, conseguentemente, non aveva preparazione
alcuna;
- nell’ultima puntata del 14 settembre 2018 avete volutamente distorto dei dati processuali
ormai certi, affermando falsamente che Marco avrebbe perso un litro e mezzo di sangue!
- avete usato espressioni inqualificabili contro la mia famiglia:
“ALLA FAMIGLIA CIONTOLI DICIAMO SOLO UNA COSA: VERGOGNA.
VERGOGNA PER LE BUGIE, I SILENZI, L’EGOISMO E SOPRATTUTTO PER L’
OMICIDIO DI MARCO”
“C’È UNA DOMANDA SEMPLICE SEMPLICE CHE MI TORNA SEMPRE IN
MENTE: MA PERCHÉ NESSUNO DEI CIONTOLI ACCUSATI DELLA MORTE DI
MARCO VANNINI È IN CARCERE”
“MARCO COME POTEVA IMMAGINARE CHE NON ERA UN COVO D’AMORE,
UN NIDO D’AMORE, MA UNO COVO DI VIPERE”
“CINQUE PINOCCHI”,
“ARRENDETEVI, SIETE CIRCONDATI……..”
“SPERO CHE NON CI SIA GIUSTIZIA PER LORO, CI DEVE ESSERE
VENDETTA!”;
“IO MI AUGURO CHE CI SIA QUALCOSA DI SPIETATO”;
“IO ESCO DAL SEMINATO…..MI AUGURO CHE SIA SPIETATA”;
“E’ UNA SENTENZA CODARDA E VIGLIACCA”.
Ogni volta che mi sono rivolto alla Vs redazione non è mai stato nell’ottica di imbavagliare il
diritto di cronaca, ma per arginare la campagna d’odio da Voi premeditata ed attuata da oltre
tre anni nei confronti miei e della mia famiglia; una campagna pericolosa, idonea ad innescare
un’escalation di situazioni e circostanze sempre peggiori da parte dei molti telespettatori che
ogni venerdì seguono con sempre maggiore livore il programma.
Ma a Voi questo va bene. E’ “il Nostro lavoro!”, come spesso ripetete.
Un lavoro da Voi portato avanti senza alcun rispetto delle regole deontologiche e positive
previste dal nostro ordinamento, da Voi completamente ignorate.
E la scorrettezza dei Vs contegni ha trovato patenti conferme nelle ripetute minacce subite da
me e dai miei familiari e da ultimo anche nei confronti dei miei legali.
Mi riferisco, in particolare, al plico contenete una lettera minatoria ed un proiettile recapitato
presso il suo studio ed indirizzato a me e ad uno dei miei legali, l’Avv. Andrea Miroli, in data 2
maggio 2018.
Questi sono gli effetti creati dal Vs modo di fare “giornalismo”, sui quali ritengo non siano
necessari ulteriori commenti, tantomeno in Tv.
Distinti Saluti
Antonio Ciontoli"

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