Papa Francesco ai mafiosi: “Convertitevi”

di Valentina Stella Il Meridione 16 settembre 2018

Bagno di folla ieri al Foro Italico di Palermo, per la messa che Papa Francesco ha celebrato nella memoria liturgica del beato Pino Puglisi che secondo il Santo Padre “non viveva per farsi vedere, non viveva di appelli anti-mafia, e nemmeno si accontentava di non far nulla di male, ma seminava il bene, tanto bene”. Venticinque anni fa, quando morì nel giorno del suo compleanno, don Puglisi sorrideva:  “Coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: ‘C’era una specie di luce in quel sorriso’”, ha aggiunto il Papa. Don Pino Puglisi è stato ucciso da Cosa nostra il giorno del suo 56esimo compleanno a causa del suo costante impegno evangelico e sociale. Don Puglisi tolse dalla strada ragazzi e bambini che, senza il suo aiuto, sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa, e impiegati per piccole rapine e spaccio. Il fatto che lui togliesse giovani alla mafia fu la principale causa dell'ostilità dei boss, che lo consideravano un ostacolo. Il 19 giugno 1997 venne arrestato a Palermo il latitante Salvatore Grigoli, accusato di diversi omicidi oltre quello di don Pino Puglisi. Poco dopo l'arresto Grigoli cominciò a collaborare con la giustizia, confessando 46 omicidi compreso quello di don Puglisi. Il 25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, Puglisi è stato proclamato beato. Poi Papa Francesco ha parlato dei e ai mafiosi: “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore;di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere”. Poi l’appello: “Ai mafiosi dico: cambiate fratelli e sorelle! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo! Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte. Se la litania mafiosa è ‘Tu non sai chi sono io’, quella cristiana è ‘Io ho bisogno di te’. Se la minaccia mafiosa è 'Tu me la pagherai', la preghiera cristiana è 'Signore, aiutami ad amare', ha detto il Papa. C’è da ricordare un paradosso: quello dei ‘mammasantissima’ di Cosa Nostra feroci e devoti allo stesso tempo. Sulla scrivania della masseria di Corleone, ad esempio, dove si nascondeva il superlatitante Bernardo Provenzano  - chiamato così proprio in onore del Santo patrono del suo paese natale, Corleone appunto – furono ritrovati testi sacri, un rosario e una immagine di padre Pio. Tra i versi amati dal boss quelli del Vangelo di Luca: ‘L’albero si riconosce dal suo frutto’. Papa Francesco ha terminato il suo intervento entrando nell’attualità politica: “Senti la vita della tua gente che ha bisogno, ascolta il tuo popolo. Questo è l'unico populismo possibile, l'unico 'populismo cristiano': sentire e servire il popolo, senza gridare, accusare e suscitare contese”. Poi nell’incontro col clero un duro monito: “La Chiesa non sta sopra il mondo, ma dentro al mondo, per farlo fermentare, come lievito nella pasta. Per questo, cari fratelli, va bandita ogni forma di clericalismo, una delle perversioni più difficili da togliere oggi: non abbiano in voi cittadinanza atteggiamenti altezzosi, arroganti o prepotenti. Per essere testimoni credibili va ricordato che prima di essere preti siamo sempre diaconi; prima di esser ministri sacri siamo fratelli di tutti”. 

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