Ora legale, Commissione Europea: avviato iter per abolizione

di Valentina Stella Il Meridione 1 settembre 2018

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha annunciato che verrà avviato l'iter burocratico per la cancellazione del passaggio tra ora legale e ora solare.  In questo modo verrebbe mantenuta la stessa ora per tutto l'anno, la cosiddetta “ora estiva”. Lo ha dichiarato in un'intervista concessa alla tv tedesca Zdf: “La gente vuole farlo, quindi lo faremo”. A confermarlo un portavoce della commissione che ha spiegato che il collegio dei Commissari ha deciso di presentare una proposta al fine di modificare gli attuali meccanismi di cambio dell'ora. “Una proposta  - ha specificato - sarà presentata a tempo debito”. La misura dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo, all'interno del Consiglio europeo. Come chiarisce una nota della Commissione Europea la maggior parte degli Stati membri ha una vecchia tradizione di accordi di cambio dell’ora, molti dei quali risalgono  alla prima e alla seconda guerra mondiale o alla crisi petrolifera negli anni '70. Dagli anni '80, l'Unione europea ha adottato gradualmente una legislazione in base alla quale tutti gli Stati membri sarebbero stati d'accordo nel coordinare il cambio di orario per porre fine a programmi nazionali divergenti. Dal 1996, tutti gli europei hanno cambiato il loro orologio in avanti di un'ora l'ultima domenica di marzo e di un'ora indietro l'ultima domenica di ottobre. Lo scopo delle norme dell'UE non era quello di armonizzare il regime temporale nell'UE, ma di affrontare alcuni problemi relativi ai settori dei trasporti e della logistica. La Commissione europea ha pubblicato ieri i risultati preliminari della consultazione pubblica sui cambiamenti dell’ora in Europa che è alla base di questa decisione preparatoria. Essa ha avuto luogo dal 4 luglio al 16 agosto 2018, ha ricevuto 4,6 milioni di risposte dai cittadini di tutti i 28 Stati membri, il più alto numero di risposte mai ricevute in qualsiasi consultazione pubblica della Commissione. Secondo i risultati preliminari, l'84% degli intervistati è favorevole a porre fine al passaggio da ora legale a solare. I più favorevoli all’abolizione del cambio sono i Paesi del Nord Europa: in Finlandia la percentuale è del 95%, mentre in Italia scendiamo al 66%, vicini agli ultimi in classifica, ossia i greci la cui percentuale di favorevoli si attesta al 44%. Questi risultati preliminari indicano inoltre che più di tre quarti (76%) degli intervistati ritiene che cambiare l'ora due volte all'anno sia un'esperienza “molto negativa” o “negativa”. Considerazioni relative agli impatti negativi sulla salute, all'incremento degli incidenti stradali o alla mancanza di risparmi energetici sono state avanzate dagli intervistati come motivazione per porre fine al cambiamento. Rinunciando all'ora legale  - spiega un focus dell’Ansa – si dovrebbe avere qualche infarto e ictus in meno, evitando anche lo stress dovuto al sonno perso. “L'inizio dell'ora legale - scrivono ad esempio i ricercatori del Karolinska Institut di Stoccolma - è come un enorme esperimento naturale, non in laboratorio. In particolare noi abbiamo notato un aumento del 4% degli attacchi cardiaci nella settimana successiva all'introduzione”. Una analisi dell’American Academy of Neurology ha dimostrato che gli effetti sull'orologio biologico del cambio dell'ora aumentano del 25% il rischio di ictus nei malati di cancro, e del 20% negli over 65. Oltre al rischio cardiaco molto studiati sono gli effetti del cambio sul sonno. Una ricerca coordinata da Antonio Tonetti dell'università di Bologna ha trovato un maggior numero di risvegli notturni e una maggiore difficoltà ad alzarsi dal letto nei giorni successivi all'arrivo dell'ora legale. Altri effetti negativi, per una ricerca sugli Annals of Human Biology, sono stati trovati sugli ormoni dello stress, che aumentano del 5%, e persino sulla propensione a distrarsi sul web mentre si è al lavoro. Per uno studio sul Journal of Applied Psychology questa “sale drammaticamente” per effetto del sonno peggiore. Ci sono però anche dei lati positivi derivanti dal cambio. La possibilità di avere più ore di luce nel pomeriggio, ad esempio, aiuta a combattere l'obesità infantile, mentre una ricerca pubblicata sul Journal of Safety Research ha trovato che la luce naturale serale diminuisce il rischio di incidenti stradali. Secondo uno studio sul Journal of Experimental Criminology nel giorno in cui l'ora legale finisce le aggressioni aumentano di circa il 3%. Rinunciando si lasciano anche centinaia di milioni di euro di risparmi. Il calcolo è di Terna, secondo cui per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un'ora in avanti quest'anno c'è un minor consumo di energia elettrica pari a circa 562 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie, con un risparmio di 116 milioni di euro. Dal 2004 al 2017 invece il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all'ora legale è stato complessivamente di circa 8 miliardi e 540 milioni di kilowattora e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 435 milioni di euro.

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