Piraino a Greco: noi toghe pronte al dialogo

 Valentina Stella Dubbio 10 giugno 2023

Ieri il presidente del Cnf Francesco Greco ha criticato aspramente il decreto ministeriale che vorrebbe limitare la lunghezza degli atti difensivi in materia civilistica. “Il diritto di difesa verrebbe compresso e gli avvocati sarebbero imbavagliati”: questo l’allarme lanciato dal vertice dell’avvocatura istituzionale.  “Mi hanno stupito le parole del Presidente Greco, ma temo siano frutto di un fraintendimento – commenta al Dubbio Angelo Piraino, Segretario di Magistratura Indipendente - La riforma Cartabia ha imposto la sintesi a tutti i protagonisti del processo, avvocati e giudici. L’obiettivo, che sicuramente ci accomuna tutti, è di accorciare la durata dei processi, ma per raggiungerlo è indispensabile essere sintetici”. Non saremmo gli unici ad adottare questo metodo: “L’obbligo della sintesi vige in tantissimi Paesi, ma è dettato dal buon senso, prima ancora che dalla legge. Per un avvocato scrivere troppo può danneggiare il suo cliente, perché un atto troppo lungo è più difficile da leggere e richiede un maggior dispendio di energie, che non sono infinite”, spiega Piraino che aggiunge: “inoltre, non vedo una lesione del diritto di difesa, perché non c’è alcuna sanzione per la violazione dell’obbligo di sintesi. Anche se l’atto va oltre i limiti, il giudice è comunque tenuto a leggerlo e valutarlo tutto, l’unica conseguenza possibile è che si tenga conto della violazione nel liquidare le spese: l’avvocato che scrive troppo, al massimo, potrebbe venire pagato un po’ di meno. Nella giustizia amministrativa è diverso, lì il giudice può addirittura non tenere conto di quello che viene scritto oltre i limiti assegnati”. L’avvocatura è molto preoccupata e spera che il Guardasigilli modifichi il decreto: “Nordio - dice Piraino - deve determinare dei limiti di dimensione degli atti processuali, perché glielo impone la legge. Churchill diceva che non c'è problema così complesso o crisi tanto grave, che non possa essere risolto in modo soddisfacente in 20 minuti. Parafrasando il grande statista inglese, si potrebbe affermare che non c’è causa così complessa che non possa essere riassunta in un atto di una ventina di pagine”. Quindi per il magistrato “nessun allarme: sono certo che all’avvocato verrà sempre garantita la possibilità, nelle cause complesse, di superare i limiti. Ma bisogna guardare alla normalità dei casi, non alle eccezioni”. Si potrebbe obiettare che si abbasserebbe la qualità della giustizia: “Anche quest’anno, come in tutti quelli passati, è risultato che i giudici civili italiani sono i più produttivi di tutta Europa. Il nostro sistema lavora come un motore costantemente al massimo dei giri e bisogna evitare che vada fuori giri. Il lavoro dei giudici non può e non deve perdere di qualità, e per garantire questo vanno posti dei limiti: la qualità della giustizia serve ai cittadini non ai magistrati”. Piraino insiste nel sottolineare che “l’obbligo riguarda sia i magistrati che gli avvocati ed essere sintetici non impedisce di essere completi, anzi spesso la lunghezza nasconde un pensiero non lineare, mentre la sintesi aiuta ad esprimere ragionamenti più netti e coerenti”. Secondo lui “bisogna entrare, invece, in un altro ordine di idee: la giustizia è amministrata in nome del popolo italiano e i nostri atti dovrebbero essere scritti in modo da essere comprensibili a tutti. Spesso, invece, si usa un linguaggio tecnico e incomprensibile ai profani. In questa direzione c’è ancora molto da fare”. Il Cnf è pronto ad una astensione infinita, possibile terreno di scontro tra magistratura e avvocatura: “Mi auguro – conclude Piraino -  veramente che non si arrivi a tanto, il procedimento di approvazione del decreto prevede che vengano sentiti sia il CSM che il CNF e spero che con il confronto si raggiunga un punto di incontro ragionevole, senza arrivare ad erigere barricate.  Da parte della magistratura associata c’è certamente la massima disponibilità al dialogo, ma non possiamo neanche consentire che si svuoti di contenuto la previsione della legge con limiti troppo ampi: di più sintesi abbiamo tutti bisogno”.


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