Domani in Cdm primo pacchetto sulla giustizia

 Valentina Stella Dubbio 14 giugno 2023


Oggi nell’incontro preparatorio al Consiglio dei Ministri che si terrà domani alle ore 18 arriverà sul tavolo anche il pacchetto giustizia. Il disegno di legge “recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento giudiziario” è infatti all'ordine del giorno del preconsiglio, la riunione tecnica propedeutica al Cdm, in programma per stamattina dalle dieci e trenta a mezzogiorno, insieme al ddl recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e a un nuovo decreto legge “in materia di organizzazione della pubblica amministrazione e di sport”. Il contenuto era stato anticipato dal Ministro Nordio al question time dello scorso 7 giugno, sollecitato da Enrico Costa di Azione. Disse che si sarebbe trattato di “un ampio progetto di riforma del codice di procedura penale in senso garantista” che verte in particolare su misure cautelari, tutela dei colloqui in cui vengono intercettate persone estranee alle investigazioni, reati contro la Pa, inappellabilità delle sentenze di assoluzione, informazione di garanzia, abuso di ufficio e traffico di influenze. Portare sul tavolo la riforma della giustizia questa settimana “vuole essere anche un segnale sul solco dell’eredità politica lasciata da Silvio Berlusconi”, hanno riferito fonti del Governo all’Adnkronos. Si tratta della prima tappa delle tre in totale illustrate da Nordio ai parlamentari. Da quanto trapelato in questi giorni, non avendo ancora nessuno letto i testi definitivi, il pacchetto dovrebbe prevedere un collegio di tre giudici che si andrebbe a sostituire al giudice per le indagini preliminari per decidere sulle eventuali misure cautelari da adottare per un indagato, l’interrogatorio di super- garanzia da introdurre nella fase preliminare prima che vengano inflitte misure cautelari, così l’indagato potrà convincere l’autorità giudiziaria che non c’è motivo di adottarle. L’interrogatorio preliminare sarà previsto quando possibile e in base alla gravità del reato. Contestualmente si assicurerà maggiore riservatezza all’informazione di garanzia, divieto di trascrizione delle intercettazioni di persone estranee alle indagini, captate tramite telefonata o trojan,  rivisitazione profonda dell'intero parterre dei reati contro la pubblica amministrazione come richiesto dalla responsabile giustizia della Lega, la senatrice Giulia Bongiorno, l’impossibilità da parte dei pm di appellare le sentenze di assoluzione (si tratta della Legge Pecorella poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta ma inserita dall’ex presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, nel progetto di riforma Cartabia), abrogazione o modifica sostanziale  del reato di abuso di ufficio e del traffico di influenze, fattispecie di reato che mancano di tassatività e determinatezza. Non si sa ancora se nel pacchetto sarà inserito il ritorno alla prescrizione ante Bonafede. Lo scopriremo giovedì, quando finalmente tutti – ma soprattutto gli addetti alla materia, ossia avvocati, magistrati, accademia – potranno confrontarsi su un articolato normativo e non su ipotesi circolate da mesi. Sta di fatto che né l’Anm né l’Ucpi sono state consultate per un parere. Il pacchetto poi dovrà giungere comunque in Parlamento. Subito il commento di Enrico Costa di Azione: "Forse ci siamo. Abuso d’ufficio, traffico d’influenze, avviso di garanzia, custodia cautelare, intercettazioni. Anm, giornali, sinistra, burocrati ministeriali faranno di tutto per far saltare la riforma. Se Nordio terrà il punto, noi ci saremo".

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