Riforme giustizia: scontro Anm Nordio

 Valentina Stella Dubbio 13 giugno 2023

Sarà l'estate delle riforme sulla giustizia: il primo pacchetto dovrebbe approdare in Cdm la prossima settiman.  Ma sulle norme annunciate dal Guardasigilli lo scontro è con l'Anm, che esce unita dall’assemblea di domenica avendo tutti i gruppi associativi (Area, Md, Unicost e Mi) firmato, dopo una moderata mediazione, una mozione comune che da un lato “esprime profonda solidarietà ai magistrati coinvolti” nel caso Artem Uss, “confermando lo stato di agitazione” e dall’altro “dà mandato alla GEC di chiedere con urgenza un incontro con il Ministro della Giustizia per interloquire sulle prospettate riforme”. Proprio quest’ultime allontanerebbero la magistratura dalla Costituzione: “La direzione in cui da anni si incamminano le riforme sulla magistratura ci sta allontanando progressivamente dal disegno della Costituzione. La prospettiva che prende sempre più consistenza è che la successiva tappa di questa continua esperienza riformatrice segni un ulteriore distacco da quella complessiva, essenziale, architettura”, è stata l'accusa lanciata dal presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati Giuseppe Santalucia nella sua relazione. Nonostante questo, all’unanimità si è deliberato di non scioperare ma la tensione resta alta, nonostante il Ministro Nordio in una lettera inviata per l’occasione, seppur “sarebbe stato un bel segnale la sua presenza” hanno detto alcune toghe, abbia cercato di rassicurare i suoi ex colleghi: “non c’è stato e non ci potrà mai essere alcun atto ministeriale che possa mettere in discussione l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, patrimonio irrinunciabile della nostra democrazia”. Ma intanto, fanno notare dalla platea alcuni magistrati, “ha avviato comunque l’azione disciplinare verso i colleghi milanesi”. Su questo ha detto Stefano Musolino, Segretario di Md, “uno dei problemi più gravi che pone questa azione disciplinare è che si svolge sull’esito fallimentare di un giudizio prognostico. Siccome tutti magistrati emettono giudizi prognostici ogni giorno” ecco che “l'azione disciplinare svolta in questo caso ha un effetto intimidatorio” e poi la stoccata al Ministro: “lo stile della lettera che il ministro ci ha mandato è esattamente elegante e sobria, è una bellissima lettera; il punto è che il ministro ancora oggi mostra di non cogliere la gravità di quello che ha fatto”. Ma attenzione, ha detto Musolino, a limitarci al caso milanese, “trascurando tutto quello che sta succedendo nel frattempo, trascurando un autoritarismo imperante” che “diventa cultura di governo che si manifesta in quello che succede per esempio alla questura di Verona”. Una critica aspra è arrivata anche dal leader di Area, Eugenio Albamonte che ha fatto emergere “una chiara distonia” ossia che l’iniziativa disciplinare di Nordio nasce anche “per non aver adottato la cautela massima della privazione della libertà personale di un determinato soggetto. È un segnale abbastanza brutto, che sicuramente va in controtendenza rispetto alla spinta generalizzata che sicuramente va colta nella Costituzione e nel cpp, che sicuramente fa parte della nostra cultura di magistrati progressisti quello di utilizzare la custodia cautelare come extrema ratio. Eppure la spinta che viene dal Ministero è di senso diametralmente opposto” e allora “non si capisce più qual è il senso in cui pure una maggioranza e un ministro si riconoscono nel termine di garanzie, di garantisti, di liberale, di liberalismo”. Non sono mancate preoccupazioni anche dalle parole di Rossella Marro, Presidente Unicost: “trovarci qui oggi all'assemblea dell'Anm serve a richiamare i principi fondamentali basi della nostra democrazia serve per riflettere, per agire insieme, per gettare il seme di una rinnovata identità collettiva che purtroppo è sempre più sfilacciata, proprio intorno a quei principi che iniziative come quelle in oggetto rischiano di minare. L’identità collettiva dovrà essere ritrovata anche in considerazione delle prospettive di riforma costituzionale, mi riferisco alla separazione delle carriere, all'eliminazione del termine ‘soltanto’ dall' articolo 101, in relazione alla soggezione del giudice alla legge”. Pure Angelo Piraino, Segretario di Mi, la corrente per molti più vicina culturalmente al Governo, ha dovuto ammettere che “la lettera del ministro non dissipa le nostre preoccupazioni” perché c’è il rischio di innescare “una giurisprudenza difensiva” come avvenne quando due magistrati nel 2006 furono ammoniti dal Csm per aver concesso la semilibertà ad Angelo Izzo. Però fa un appello: “dobbiamo essere vigili, sono d' accordo, dobbiamo anche manifestare preoccupazione, sono d' accordo” ma discutendo “di qualcosa di concreto, non di climi, non di proclami ma di provvedimenti concreti sul tavolo con disegni di legge concreti”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue