Far west antimafia: la riforma di Forza Italia sarà votata alla Camera

 Valentina Stella Dubbio 16 novembre 2023

Forza Italia, durante l’ufficio di presidenza della Commissione Giustizia della Camera, è riuscita a far inserire nella programmazione bimestrale la propria proposta di legge di iniziativa dei deputati Pittalis, Mulè, Calderone, Patriarca per modificare la normativa sulle misure di prevenzione. Ora si deve attendere solo il giorno della calendarizzazione. Un importante risultato per gli azzurri, il cui garantismo al momento si pone l’obiettivo di voler mettere un freno agli abusi della legislazione antimafia, senza però rappresentare affatto un indebolimento degli strumenti di lotta alla criminalità organizzata in quanto lo scopo reale è una forma di tutela delle vittime di una legislazione che costituisce una scorciatoia attraverso la quale si perseguono, con elusione dei principi garantistici propri della materia penale, intenti punitivi e afflittivi. Così commenta il vice presidente della Commissione Pittalis al Dubbio: «è un ottimo risultato, anche perché non ci sono state contrarietà durante l’ufficio di presidenza. Ed è importante che si inizi a discuterne proprio mentre la Cedu pone gli stessi nostri interrogativi al Governo italiano». Pittalis fa riferimento ad un elemento da non sottovalutare, in quanto questo avviene mentre l’Avvocatura dello Stato ha chiesto ed ottenuto dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo il rinvio dal 13 al 30 novembre per fornire le risposte sul nostro sistema di prevenzione in seguito ad un ricorso, ritenuto ricevibile, proposto dalla prima generazione della famiglia Cavallotti. In particolare Vincenzo, Salvatore e Gaetano furono assolti dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nel 2010 dalla Corte di Appello di Palermo ma, nonostante questo, nell'ambito del procedimento per l'applicazione delle misure di prevenzione, la Corte di Cassazione ha ritenuta definitiva il 2 febbraio 2016 la confisca dei loro beni tra cui diverse società, di loro proprietà o di loro familiari. La Cedu, tra l’altro, chiede al nostro Paese: «Nel caso di una assoluzione in un processo penale, la confisca dei beni viola la presunzione di innocenza?». Come leggiamo in esclusiva nella domanda inviata dal nostro Governo a Strasburgo, l’Italia «sta acquisendo le informazioni necessarie, ma sarebbe necessario ottenere una proroga del termine, se possibile, fino al 30.11.2023. Infatti, alcune delle domande coinvolgono fatti ed elementi che rientrano nella competenza di diverse amministrazioni e Ministeri, che rende tali domande difficili e complesse da rispondere». Sarebbe paradossale una risposta del Governo che difende l’assetto attuale della norma e una discussione parlamentare che si muove in chiave più garantista. I punti principali di riforma sono infatti i seguenti: prevedere come presupposto per l’applicazione della misura di prevenzione non un mero sospetto ma la sussistenza di indizi gravi precisi e concordanti, e non semplicemente generici; non estromettere l’imprenditore dall’azienda ma farlo affiancare da un esperto, così da risolvere anche i problemi della tutela dei terzi creditori e della continuità aziendale con la importantissima conservazione dei posti di lavoro e della conservazione del patrimonio oggetto della misura; introdurre per tutti i destinatari di misure di prevenzione comunque riconosciute illegittime il diritto al risarcimento del danno, perché, ci dice l’onorevole Pittalis, «se lo Stato ha sbagliato deve prendersene la responsabilità e risarcire chi viene spesso letteralmente rovinato da questa normativa. Pertanto ipotizziamo la creazione di un fondo per le vittime». Tale risultato sembra andare in controtendenza rispetto alla linea assunta sino ad ora dal Governo in tema di antimafia. Proprio pochi giorni fa la premier nell’incontro alla DNAA aveva evocato «l’importanza delle confische alla criminalità organizzata». Certo poi si dovrà vedere cosa succederà durante la discussione parlamentare e che posizione prenderanno le altre forze di maggioranza. Fonti parlamentari dicono che anche Italia Viva si starebbe muovendo per appoggiare la proposta di Forza Italia. Intanto nel Consiglio dei Ministri di oggi si discuteranno anche dei correttivi alla “delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari”, in pratica alla riforma Cartabia tra cui: in merito all’instaurazione del giudizio direttissimo, disciplinato dall’articolo 450 cpp, la citazione dovrà contenere «l’avvertimento all’imputato che non comparendo sarà giudicato in assenza. La citazione è nulla se l’imputato non è identificato in modo certo, se non contiene l’avvertimento ovvero se manca o è insufficiente l’indicazione di uno dei requisiti previsti». Invece nessuna traccia della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario che pure si attende da molto. 


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