Cerciello Rega: Cassazione boccia sentenza di appello

 Valentina Stella Dubbio 23 novembre 2023

Finalmente ieri, dopo oltre otto mesi, sono state depositate le motivazioni della Corte di Cassazione che lo scorso 15 marzo annullò con rinvio la sentenza di appello (relatore Tafuro) che aveva condannato rispettivamente a 24 e 22 anni Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Secondo gli ermellini della prima sezione penale (Relatore Filippo Casa), che stigmatizzano pesantemente – una bocciatura totale potremmo dire - il lavoro motivazionale dei colleghi del secondo grado, in riferimento alla posizione di Lee Elder, colui che materialmente accoltellò il militare, « si reputa fondatamente denunciato il vizio di motivazione della sentenza impugnata laddove i giudici di merito hanno ritenuto dimostrata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la circostanza dell'avere l'imputato, pacificamente a digiuno della lingua italiana, compreso di essersi venuto a trovare, in quei drammatici frangenti, di fronte a due Carabinieri». Per i supremi giudici, «la Corte di Assise di appello ha basato il suo convincimento» sul fatto che «la parola ‘carabinieri’ è ampiamente conosciuta anche all'estero. ‘Un assunto – si legge nelle 80 pagine di motivazioni riferisce l’Adnkrnos- che, non essendo in alcun modo sviluppato, né correlato a ragionevoli termini esperienziali, logici, oppure a dati obiettivi, finisce con il proporre una mera ipotesi congetturale (oltretutto inficiata da un generico ed incompleto riferimento all' ‘estero’, che neppure individua i Paesi presso i quali il vocabolo sarebbe, in tesi, conosciuto. È evidente, che se la parola ‘Carabiniere/i’ fosse conosciuta, ad esempio, in Spagna e in America latina, si tratterebbe, pur sempre, di un ‘estero’ che non comprende gli Stati Uniti d'America dove vive l'imputato» sottolineano i supremi giudici secondo i quali «non può all'evidenza fondarsi il convincimento circa la esatta percezione e comprensione della qualifica in discussione da parte dell'imputato Elder, del quale la stessa Corte di merito ha messo in rilievo, a più riprese, l'ignoranza della lingua italiana». Per quanto riguarda l’imputazione di resistenza a pubblico ufficiale è necessario che «l'autore del fatto sia consapevole che il soggetto contro il quale è diretta la violenza o la minaccia rivesta la qualità di pubblico ufficiale e stia svolgendo un'attività del proprio ufficio». Secondo il legale del ragazzo, Renato Borzone, che lo assiste insieme a Roberto Capra, « la Corte di Cassazione fa giustizia della ricostruzione circa la comprensione di Elder di trovarsi di fronte a dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine, circostanza che egli aveva riferito fin da subito». Per quanto concerne la posizione dell’amico, si legge che «per le molteplici e gravi lacune e le palesi incongruenze e contraddizioni riscontrate nel corpo motivazionale, la conclusiva affermazione di responsabilità di Natale Hjorth per il suo concorso, consapevole e volontario, nell'omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega non può costituire un epilogo coerente e impone l'annullamento della sentenza impugnata, con rinvio per nuovo giudizio». Inoltre «L'intenzione di ‘portare avanti la colluttazione’ per impedire a Varriale (il collega carabiniere di Cerciello, ndr.) di accorrere in aiuto del collega, attribuita dalla Corte di Assise di appello a Natale Hjorth nella sua valenza di elemento comprovante il concorso in omicidio, avrebbe dovuto essere, all'evidenza, messa a confronto con la testimonianza di Varriale, dalla quale parrebbe emergere una volontà diametralmente opposta dell'imputato, ossia quella di sottrarsi al controllo e fuggire, in coincidenza, tra l'altro, con la versione fornita dall'imputato medesimo». Per la Cassazione, nell'affrontare il tema del concorso di Natale Hjorth nel delitto di omicidio pluriaggravato materialmente commesso da Elder, la Corte di Assise di appello di Roma è incorsa in alcune «insuperabili incongruenze motivazionali messe lucidamente in rilievo dalla difesa». Secondo la Cassazione, «la Corte territoriale avrebbe dovuto compiere alcuni, indispensabili, passaggi logici, chiedendosi se […]Natale Hjorth fosse consapevole e appoggiasse il progetto di Elder e da quali elementi di prova ciò risultasse». «La sentenza accoglie pienamente con solide affermazioni in diritto le censure che avevamo avanzato in ordine alla sussistenza del concorso di Natale nella condotta autonomamente ed imprevedibilmente posta in essere da Elder» ha commentato l’avvocato Francesco Petrelli difensore, insieme al collega Fabio Alonzi, di Gabriel Natale Hjorth. «Tutte le critiche avanzate nel nostro ricorso alla ricostruzione travisante e contraddittoria operata dai giudici di merito sono state fatte proprie dai giudici della Cassazione - spiega Petrelli - i quali hanno sottolineato come una fitta serie di illogici automatismi hanno condizionato quella ricostruzione dei fatti e delle condotte. Risulta evidente che la spinta emotiva ed il clamore mediatico della vicenda abbiano condizionato quei precedenti giudizi. Per questo siamo fiduciosi nell'esito liberatorio del giudizio di rinvio». Ora l’appello bis per Elder dovrà valutare la correttezza della applicazione delle circostanze aggravanti: avere ucciso consapevolmente un esponente delle forze dell’ordine e avere commesso il reato di omicidio per ottenere l’impunità dalla tentata estorsione relativa allo zainetto. Per Gabriele Natale Hjorth invece l'annullamento con rinvio riguarda l'accusa di concorso in omicidio. 


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