Senato semivuoto approva ddl Roccella

 Angela Stella Unità 23 novembre 2023

 

Il Senato ha approvato ieri pomeriggio in un’aula semivuota, come registrato da una fotografia postata dalla senatrice Susanna Camusso,  il testo del ddl Roccella con le nuove misure di contrasto alla violenza di genere all'unanimità, con 157 voti. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, diviene ora legge. Nel dettaglio, il disegno di legge 'Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica', il cosiddetto ddl Roccella, si compone di diciannove articoli, diretti da un lato a rafforzare la protezione delle vittime di violenza attraverso misure di prevenzione, il potenziamento delle misure cautelari e l'anticipazione della soglia della tutela penale, dall'altro ad assicurare la certezza dei tempi dei procedimenti che hanno ad oggetto reati di violenza di genere o domestica. Per Cecilia D'Elia, senatrice Pd, vicepresidente della commissione bicamerale Femminicidio: “Oggi (ieri, ndr) discutiamo un testo che è frutto del lavoro anche nostro, del lavoro della commissione femminicidio della scorsa legislatura presieduta da Valeria Valente. Nel paese serve soprattutto un cambiamento culturale e di lavorare sulla prevenzione primaria. Con questo disegno di legge noi interveniamo per migliorare le misure, ma a violenza avvenuta e continuiamo ad agire sul piano penale. Aspetto importante per salvare la vita delle donne ma non basta: abbiamo il dovere di affrontare il tema della cultura patriarcale che produce violenza, perché sono gli uomini che non sanno convivere con la libertà delle donne”. Soddisfatto dell’esito anche il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia: “è importante che il Senato approvi all'unanimità il ddl sulle norme per il contrasto alla violenza sulle donne. Come abbiamo fatto alla Camera, abbiamo confermato il nostro impegno per un lavoro legislativo che deve vedere tutte le forze politiche unite. Restiamo convinti che il ddl non affronti compiutamente il tema della prevenzione primaria, su cui avevamo presentato, insieme alle altre opposizioni, un odg molto serio. Ma riteniamo davvero importante il risultato ottenuto con il voto favorevole a due nostri odg”. Mentre per la presidente della Commissione giustizia del Senato, Giulia Bongiorno “Le misure approvate  rappresentano un importante mattone in più nell''edificio della legislazione sul contrasto alla violenza contro le donne. Siamo consapevoli che c'è tanto da fare ancora e che saranno sempre più decisive anche le campagne di informazione e sensibilizzazione soprattutto tra i più giovani”. Intanto ieri mattina, sempre a Palazzo Madama, è stato presentato il progetto per le scuole 'Educare alle relazioni' alla presenza del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha affermato: “Questo progetto si intitola educare alle relazioni e affonda le sue radici nel progetto Educare al rispetto che risale al 2015. Di quel progetto è una evoluzione molto significativa. E' la prima volta che in Italia si fa un esperimento di questo tipo, è la prima che si intende affrontare di petto il tema del machismo e del maschilismo, della violenza psicologica e anche fisica nei confronti del genere femminile”. Il progetto “parte in via sperimentale  - ha spiegato il Ministro - dalle scuole superiori, si articola con dei gruppi di discussione e il coinvolgimento degli studenti, invitati a prendere consapevolezza dei propri atteggiamenti e rappresentazioni e della possibilità di modificarli. Gli studenti saranno anche edotti delle conseguenze penali che comportamenti impropri possono generale. Se non c'è il consenso, rischi l'avvio di un procedimento penale”. La Rete degli studenti ha replicato al Ministro: “Ci chiediamo se abbia  davvero letto i nostri pareri sul progetto. Questa non è l'educazione  sessuale, affettiva e al consenso che serve nelle nostre scuole.  Vogliamo percorsi obbligatori in orario curricolare, che siano davvero formativi, gestiti da psicologi, sessuologi, ginecologi, operatori dei centri antiviolenza, obbligatori per tutti gli studenti e davvero  transfemministi. Non possiamo accontentarci di un progetto  sperimentale, serve una legge nazionale subito, che dia direttive  ministeriali omogenee in ogni scuola a partire dai primi cicli di  istruzione”.

 

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