Diffuse la foto di Natale Hjorth legato e bendato, militare condannato

 Valentina Stella Dubbio 22 novembre 2023

Dopo la condanna dello scorso febbraio a due mesi, pena sospesa, per Fabio Manganaro, il carabiniere accusato di misura di rigore non consentita dalla legge per aver bendato Gabriel Natale Hjorth nella caserma di via in Selci, dopo che era stato arrestato insieme a Finnegan Lee Elder per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ora è arrivata la condanna ad un anno di reclusione con pena sospesa per un altro carabiniere, Silvio Pellegrini, colpevole di aver scattato e inviato su whatsapp la foto Gabriel Natale Hjorth bendato. Quella foto del ragazzo bendato, con le mani legate dietro la schiena e la testa reclinata in avanti fece poi il giro del mondo. Il militare è stato dichiarato dai giudici interdetto temporaneamente dai pubblici uffici, per la durata della pena e dovrà risarcire sia l’Arma sia i due americani costituitisi parte civile. L’immagine, secondo la procura di Roma, era stata diffusa «su almeno due chat Whatsapp, delle quali una dal titolo 'Reduci ex Secondigliano' con 18 partecipanti, dalla quale veniva poi ulteriormente diffusa da terzi ad altri soggetti e chat» arrecando al giovane californiano «un danno ingiusto», si legge negli atti con cui Pellegrini era stato rinviato a giudizio con le accuse di abuso e rivelazione del segreto d’ufficio. «Ho scattato quella foto per documentare ciò che accadeva», si era difeso in aula. L'avvocato Andrea Falcetta, difensore di Silvio Pellegrini, ha annunciato subito ricorso in appello.  Questo invece il commento degli avvocati di Gabriel Natale Hjorth, Francesco Petrelli e Fabio Alonzi: «si tratta di una decisione importante perché il militare è stato condannato per aver diffuso l'immagine di Gabriel Natale ammanettato e bendato. La norma in questione- art. 114 comma 6-bis cpp - è infatti una norma del tutto dimenticata mentre dovrebbe svolgere una funzione determinante a tutela della presunzione di innocenza e della dignità dell'indagato stante il dilagante fenomeno della mediatizzazione del processo penale, in quanto vieta la pubblicazione dell'immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all'uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica». Si sono costituiti parte civile per Finnegan Lee Elder anche gli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone. Proprio quest’ultimo ci dice: «non è tanto interessante la decisione per il singolo imputato, ma quanto perché conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, che si sono verificate tutta una serie di anomalie da parte di alcuni membri dell’Arma dei Carabinieri a partire dalla vicenda della mancata qualificazione, passando per l’individuazione dei marocchini come possibili autori del reato, per finire con questa violazione del segreto». Ovviamente gli avvocati di Elder non hanno nulla a che fare con lo scatto della famosa fotografia: «Pellegrini è stato infatti anche condannato perché ci ha danneggiati per rivelazione del segreto di ufficio». Secondo quanto riportato dai legali la diffusione delle informazioni sui risultati investigativi ottenuti nelle prime ore delle indagini hanno permesso alle persone informate sui fatti (nonché futuri testimoni del processo penale a carico del giovane americano) di tarare le proprie dichiarazioni in base a quanto appreso in virtù dell’illecita diffusione di notizie segrete operata dall’odierno imputato.  «In particolare – prosegue Borzone – il segreto  è stato violato diffondendo la notizia nella mattina del 26 luglio 2019 che ad un certo punto non si stavano cercando più i magrebini ma erano dei bianchi. Noi constatiamo che il partner di Cerciello Rega, Andrea Varriale, che alle 3 di notte aveva detto di aver visto due marocchini, in una annotazione di servizio delle 13:30 sosteneva invece di aver visto il luogo ben illuminato e si era subito reso conto che si trattava di due bianchi. Non sappiamo ovviamente se questo cambio di versione derivi dalla fuga di notizie da parte di Pellegrini e delle chat che lo riguardano, ma certamente vi sono state nella mattinata del 26 delle interferenze sull’indagine». Intanto si attendono da oltre 8 mesi le motivazioni della Corte di Cassazione che lo scorso 15 marzo annullò con rinvio la sentenza di appello che aveva condannato rispettivamente a 24 e 22 anni i due ragazzi americani. La minuta sarebbe da oltre dieci giorni nelle mani del presidente del Collegio giudicante che deve firmare le motivazioni. Per Elder l’appello bis dovrà valutare la correttezza della applicazione delle circostanze aggravanti.  Per Gabriele Natale Hjorth invece l'annullamento con rinvio riguarda l'accusa di concorso in omicidio.

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