Md: meno carcere

 Angela Stella Unità 23 maggio 2023

Domenica si è chiuso a Napoli il XXIV Congresso di Magistratura democratica che nella mozione finale approvata denuncia una “profonda preoccupazione per i disegni di riforma della Costituzione: ove approvati, essi determinerebbero infatti una concentrazione di potere capace di mettere in discussione i sapienti equilibri disegnati dalla Costituzione repubblicana. È in nome di questa preoccupazione che avvertiamo il dovere di partecipare al discorso pubblico, per ragionare insieme a tutta la comunità repubblicana sui pericoli che discendono da alcune proposte di riforma in cantiere”. Insieme ad essa è stata approvata anche una mozione sul carcere, tema molto sentito durante la tre giorni napoletana: oltre al dramma del sovraffollamento, dei suicidi e quello della carenza di personale, nella mozione si registra come in molti istituti ci siano “fatiscenza edilizia, promiscuità di percorsi trattamentali, impossibilità di un effettivo accesso al lavoro e alle offerte rieducative, assenza delle basilari condizioni igieniche, insufficienza dell’assistenza sanitaria. Il carcere rimane un luogo dove si cerca di sopravvivere al nulla, dove i problemi principali sono quelli relativi all’igiene, allo spazio e al cibo, dove il tentativo di soddisfare i bisogni basilari, quelli che dovrebbe essere lo Stato a garantire a ciascuno, prende il sopravvento sull’impegno personale a sviluppare o ricucire il senso del bene comune e la voglia di migliorarsi”. Questa situazione è destinata ad aggravarsi per il fatto che “il ‘carcere sedato’ sta prendendo sempre più il posto del carcere rieducato” e anche a causa di “politiche repressive e di inasprimento sanzionatorio nei confronti degli autori di reato di lieve entità in materia di stupefacenti”. In questa congiuntura difficile, “ai magistrati democratici preme ribadire l’importanza di una presa di coscienza all’interno della magistratura sull’assoluta necessità di una immediata e diffusa applicazione delle pene sostitutive”. Inoltre “Rilevante attenzione dovrà essere prestata alla proposta di legge (A.C. n. 1064, presentata il 30 marzo 2023) di istituzione delle case territoriali di reinserimento sociale, volta a permettere, in casi di ridotta pericolosità sociale e di limitata entità della pena, che la detenzione possa essere scontata in specifiche strutture appositamente istituite, di dimensioni ridotte e caratterizzate da programmi di trattamento espressamente finalizzati alla ricollocazione sociale del condannato”. Proprio l’onorevole di +Europa Riccardo Magi, primo firmatario della pdl commenta: “La condivisione della proposta di legge per l'istituzione delle Case di reinserimento sociale che arriva dal congresso di Magistratura democratica è un segnale particolarmente prezioso. Siamo convinti che questa proposta su cui abbiamo raccolto un sostegno ampio dalle forze di opposizione rappresenti una riforma possibile del carcere e chiediamo anche al governo di esprimersi su di essa”. Soddisfazione anche dal Pd che ha sottoscritto l’iniziativa. La responsabile giustizia dem Debora Serracchiani ci dice: “Il tema del carcere e più in generale dell’esecuzione della pena e del fine rieducativo e di reinserimento sociale della stessa non sono all’ordine del giorno di questo governo. Per questi motivi sostengo convintamente la pdl sulle cd case territoriali. Direi che la mozione di MD raccoglie questa istanza e cercheremo di sollecitare intervento del governo aprendo la pdl alla firma di tutti i gruppi politici”. Sempre in tema di carcere è stata presentata dal senatore del Pd Franco Mirabelli una interrogazione al Ministro Nordio: “Assicurare ai detenuti, a fronte della drammatica situazione degli istituti penitenziari, condizioni di carcerazione adeguate, consentendo loro di avvalersi davvero delle otto ore di potenziale apertura delle celle” contestando così la decisione del Dap “di aumentare le sezioni a regime ordinario (e cioè le ex a custodia chiusa) con corrispondente riduzione delle sezioni a regime a trattamento intensificato (e cioè le ex sezioni a custodia aperta)”.


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