Intervista a Enrico Costa

 Angela Stella  Unità 15 novembre 2023


Ieri mattina il responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa, ha twittato: “Venerdì La Russa partecipa al congresso di Magistratura Democratica, sabato Nordio fa dietrofront sulla Separazione delle Carriere, ieri Meloni Nordio e Mantovano riuniscono i 26 procuratori distrettuali, a breve Nordio butterà a mare la riforma del Csm. Si sono consegnati”. Cerchiamo di capire meglio con lui cosa intendeva.


Onorevole, come legge la presenza del presidente del Senato La Russa al Congresso di Magistratura Democratica?

Sono stato sorpreso. È giusto il dialogo e il confronto, ma la politica deve fare la politica e la magistratura hanno ruoli diversi e non devono tentare di piegarsi reciprocamente. Anche io sono stato invitato ma ho preferito non partecipare. Ha ragione Nordio quando dice che sogna politici che non commentino le sentenze e magistrati che non intervengano per contrastare l’iter delle leggi. Salvo poi contraddirsi concordando con la Meloni quando ha criticato le decisioni di Iolanda Apostolico. Per me le correnti della magistratura non dovrebbero esistere. Per aumentare le adesioni sparano a zero contro leggi in itinere, il che non ha nulla a che vedere con le rivendicazioni per le quali è giusto che i magistrati facciano quadrato, quali quelle legate ad esempio al trattamento economico o previdenziale.

Nordio fa una retromarcia sulla separazione delle carriere. Quanto è deluso?

Premetto che avevo speso parole di grande apprezzamento per le dichiarazioni programmatiche di Nordio. Ed avevo grandi speranze. Ora sono deluso, ma questa retromarcia è stata l’ultima di una serie di atti fortemente contraddittori con le dichiarazioni programmatiche. Ma più grave della retromarcia  è stata la ‘truffetta’ perpetrata ai danni del Parlamento quando, a marzo, annunciarono per “dopo l’estate” un ddl governativo sulla Separazione delle Carriere. Peccato che poi a Via Arenula non abbiano scritto mezzo rigo. Il loro era solo un annuncio dilatorio, teso a frenare i lavori che si stavano svolgendo presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera.

Lei auspica che comunque i lavori proseguano nella Commissione?

Difficile. C’è un partito di maggioranza relativa, ossia Fratelli d’Italia, che si metterebbe di traverso. Il presidente Pagano 
di Forza Italia è persona seria, ma non credo abbia intenzione di contrastare  l’indicazione della premier. Quello a cui abbiamo assistito è un alzare bandiera bianca con disinvoltura stupefacente da parte di Nordio, dal quale mi sarei aspettato almeno una minima resistenza.

L’altro giorno c’è stato un incontro tra Meloni, Nordio, Mantovano e la Dna. Ricordiamo che è su richiesta di Melillo che è stato ‘posto rimedio’ ad una sentenza della Cassazione ritenuta troppo garantista. Comanda l’Antimafia in Italia?

Melillo fa il suo lavoro. Il problema è che il Governo, nei giorni pari attacca i giudici, in quelli dispari si trasforma nel jukebox di una parte della magistratura, dimostrando di non avere nessuna convinzione, ma solo convenienze. Ricordo quando più volte dal Governo hanno usato la separazione delle carriere come una clava contro la magistratura a fronte di posizioni sgradite; oggi invece hanno riposto la clava e fatto dietrofront.

Lei ha scritto “a breve Nordio butterà a mare la riforma del Csm”. Quindi cederà anche qui?

Ha già ceduto. Basti guardare la composizione della “Commissione di studio per l’esercizio delle deleghe in materia di ordinamento giudiziario”. Su 26 componenti, 18 sono magistrati. Mi auguro che il Ministro legga la relazione della Commissione prima di mandarla in Parlamento, a partire soprattutto dalla parte riguardante il fascicolo del magistrato e i fuori-ruolo.  Faccio politica da tanti anni ma non mi è mai capitato di vedere un modo di procedere così contorto tra proposte di riforme garantiste, come quelle in discussione al Senato, e altre di segno completamente opposto.

“Si sono consegnati”: intende dire che comanda la magistratura?

Si tratta di una sintesi per dire che al ministero è pieno di magistrati fuori ruolo, che si sono fatti norme ad hoc come quella sui capi di gabinetto e sulle porte girevoli, che in ogni provvedimento si aumentano le pene o si inventano nuovi reati, che si attivano azioni disciplinari contro giudici che scarcerano detenuti, come nel caso Uss, ma poi non si fa nulla per gli errori giudiziari e per le ingiuste detenzioni. Si rifiutano di adeguare le norme sulla presunzione di innocenza come abbiamo chiesto noi. Sui grandi temi il Ministero della Giustizia è commissariato dalla Presidenza del Consiglio. Le scelte principali sulla giustizia vengano prese a Palazzo Chigi. In via Arenula lasciano fare qualche normetta ad uso e consumo dei magistrati ministeriali. 

Il 26 novembre l’Anm si riunisce per protestare contro gli attacchi del Governo ai giudici e alla loro autonomia. Che ne pensa?

Ritengo sbagliatissimo che membri del Governo si mettano a criticare delle sentenze. Dall’altra parte ritengo che i giudici debbano apparire imparziali e parlare solo con le sentenze. Inoltre mi chiedo: perché fare una pratica a tutela per la giudice Apostolico e non per il Gip di Milano che non ha convalidato molti arresti?

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