In prigione da innocenti? Attenti a non risarcirli troppo

 di Angela Stella Il Riformista 23 settembre 2021


È calata nel 2020 la spesa pubblica per i casi di errori giudiziari e di ingiusta detenzione, che invece nei tre anni precedenti aveva fatto registrare un progressivo aumento . In particolare, mentre nell’anno 2019  la spesa era risultata aumentata più del 27% rispetto al 2017, nel 2020 l’importo complessivo (43.920.318,91 euro) è risultato superiore a quello del 2017 ma inferiore a quelli del 2018 e 2019. A rilevarlo è la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti nella Relazione su “Equa riparazione per ingiusta detenzione ed errori giudiziari”. Un aspetto che  ci lascia perplessi è il seguente: attualmente - osserva la magistratura contabile - né la normativa speciale, né il codice di procedura penale, prevedono «norme di coordinamento tra la disciplina dell'indennizzo per ingiusta detenzione, contenuta negli articoli 314 e 315 del codice, e le norme della legge del 1988 sul "Risarcimento dei danni cagionati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati"». Se venissero introdotte, «impedirebbero il possibile cumulo delle azioni da cui potrebbe conseguire una duplicazione della spesa per indennizzo e risarcimento del danno». In pratica cosa significa: una persona che ha subìto una ingiusta detenzione in teoria potrebbe ricevere per questo un indennizzo a cui aggiungere la liquidazione dopo una azione legale verso il magistrato che lo ha messo ingiustamente in carcere. « Un duplice riconoscimento dello stesso nocumento - si legge nella relazione -  a carico dello Stato, con conseguente aggravio per la finanza pubblica».  Per Valentino Maimone e Benedetto Lattanzi, fondatori dell'associazione Errorigiudiziari.com, «la Corte dei Conti sembra preoccuparsi più dei soldi spesi dallo Stato per indennizzare e risarcire gli innocenti in carcere che del numero spropositato di persone che ogni anno vengono arrestate o condannate ingiustamente.  Il problema non è far risparmiare lo Stato -  anche perché nessuna cifra, neanche la più alta, può compensare qualsiasi periodo trascorso in carcere senza motivo -  bensì cercare di ridurre le ingiuste detenzioni e gli errori giudiziari che da 30 anni costituiscono l'emergenza più sottovalutata e trascurata del sistema giudiziario.   Non ci spieghiamo perché chi ha sofferto per una ingiusta detenzione e per un errore giudiziario poi non possa fare anche una azione di responsabilità civile nei confronti del magistrato». Per il responsabile di Azione, l'onorevole Enrico Costa, promotore del sito presuntoinnocente.com, «si tratta di un tema molto delicato, per cui tutte le attività di studio e approfondimento sono utili. La relazione della Corte dei Conti è ben strutturata ma sconta un problema generale: la mancanza di dati puntuali. È il Ministero dell'Economia ad averli ma non li fornisce. Io li ho chiesti più volte, anche tramite il Presidente della Commissione Giustizia. Ci hanno risposto che per fornire queste informazioni sarebbe servito uno sforzo organizzativo e operativo delle loro risorse che avrebbe potuto ritardare l'erogazione degli indennizzi. A ciò si aggiunge che è la stessa Corte nella sua relazione a sottolineare che il Ministero della giustizia era a conoscenza di informazioni parziali. Da ciò si conferma quanto diciamo da tempo: ossia che nel nostro Paese gli innocenti ingiustamente detenuti sono considerati come un fatto fisiologico  per cui ci si volta con la faccia dall'altra parte». 

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue